Il miracolo

La mostra di Venezia ha reso quest’anno giustizia a Edoardo Winspeare, in concorso con il suo terzo lungometraggio Il miracolo, giovane regista che – nonostante il suo nome – è un italiano che vive da anni nel Salento. La storia è quella di Tonio (interpretato dall’intenso Claudio D’Agostino), un bambino di dodici anni della Taranto “bene” che un giorno viene investito da un’auto guidata da Cinzia (Stefania Casciaro), una ragazza disadattata che scappa senza prestargli soccorso. Prima di perdere i sensi però, Tonio vede una strana luce. Portato in ospedale si risveglia e lì, aggirandosi per i corridoi e le stanze durante la notte, viene casualmente in contatto con un uomo in fin di vita: l’elettrocardiogramma sul monitor è una linea piatta, ma quando Tonio gli si avvicina e lo tocca, il suo cuore riprende il battito normale: egli scopre (o meglio, crede) di avere dei poteri miracolosi, di guarire cioè delle persone. La sua famiglia, una coppia sull’orlo della crisi, decide con lo “zampino” di un giornalista a caccia di scoop di darlo in pasto ai media, ma infine lo protegge. Nel frattempo nasce, da un’iniziale diffidenza reciproca, un rapporto di amicizia tra Tonio e Cinzia. Il film, ambientato a Taranto, procede, in maniera molto semplice, raccontando il nuovo rapporto che Tonio dopo l’incidente instaura con le cose e le persone che gli vivono accanto, ma il miracolo vero per Winspeare è di percepire e far crescere la bellezza dov’è. Con la fiducia di questo potere, che poi scoprirà tra l’altro di non avere, ma soprattutto con il suo candore, Tonio riuscirà davvero a fare molti miracoli, salvando alla fine la sua stessa investitrice dal suicidio. Dopo Io non ho paura di Salvatores e Respiro di Crialese il cinema italiano sceglie e si affida ancora allo sguardo sincero ma spesso impotente di un bambino perché il suo modo di rapportarsi al mondo è diverso: lo sguardo di chi cerca di trovare (non sempre riuscendoci) la bellezza dove il resto degli uomini non la cerca. L’operazione non ha nulla di mistico né di paranormale, è assolutamente umana e la quotidianità così realistica di tutto il film la rende ancora più credibile. Il miracolo è un film commovente e vero, reso ottimamente grazie anche alla sceneggiatura di Giorgia Cecere e alla fotografia di Paolo Carnera. Regia di Edoardo Winspeare; con Claudio D’Agostino e Stefania Casciaro.

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