Il medico di base al computer o col malato?

La dottoressa Laura P. ci scrive, lamentando il sovraccarico burocratico cui viene sottoposta dall’Asl di riferimento. Rispondiamo volentieri...

La dottoressa Laura P. ci scrive, lamentando il sovraccarico burocratico cui viene sottoposta dall’Asl di riferimento. Rispondiamo volentieri, poiché si tratta di un problema fondamentale, quello della medicina di territorio cui afferiscono in prima istanza i cittadini meno abbienti.

Ci siamo documentati e ci siamo resi conto che questa collega, onesta, preparata e motivata come tanti altri, è costretta a tenere sempre lo sguardo sul computer, invece che sul malato, completamente privata della motivazione che la indusse a fare il medico.
Infatti, deve: registrare l’esenzione per patologia concessa dallo specialista pubblico; ricercare i farmaci e le analisi concedibili in caso di esenzione per patologia; verificare le “note” dei farmaci e del relativo decreto di appropriatezza; firmare “pacchi” di ricette da controllare; firmare i moduli per fare la Tac o la Rmn con contrasto, per mandare al soggiorno anziani o ai campi estivi; gli anamnestici per la patente di guida, per il porto d’armi, per il rinnovo contrassegno d’invalidità. Infine, la sera deve inviare il totale delle ricette e delle analisi richieste al ministero dell’Economia e delle Finanze per evitare lo scandalo di ricettazioni false compilate da medici che, complici alcuni farmacisti, costringevano le Asl a pagare ingenti somme per farmaci che non venivano erogati realmente ai malati. Sicuramente dei software predisposti danno una mano, anche se costano, ma nonostante ciò il medico di base ha sempre meno tempo per ascoltare e visitare il malato, cioè di svolgere il compito fondamentale per il quale ha studiato. Così al danno si aggiunge la beffa dei Pronto soccorso perennemente sovraffollati, con la riduzione del numero dei posti letto per i malati gravi. Di qui la medicina difensiva che obbliga i medici a sottoscrivere assicurazioni.

Come uscire da questa spirale negativa che si è stabilita dopo anni di risse continue per ottenere maggioranze provvisorie, quando non superficiali? Consapevoli della grave crisi economica che rende inderogabile una serie di tagli, chiediamo agli attuali governanti di non cadere nell’errore dei tagli “lineari”, ma di approfondire i problemi prima di decidere su una materia così delicata come quella sulla salute. Quindi bene concentrare le spese per beni e servizi in un unico centro, ma studiare un percorso per la medicina del territorio che dia al medico la possibilità di essere al fianco del malato realmente e non costretto a fare il passa carte da leggi nazionali e regionali, cui si aggiungono anche diktat burocratici di Asl e Distretti.

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