Il lupo e il leone

Esce la favola ecologica diretta dal francese Gilles de Maistre, dopo Mia e il leone bianco. Un film per tutti, semplice e poetico.

Fa bene ogni tanto passare da lavori impegnati o di successo più o meno facile ad altri che senza avere toni didascalici o pretenziosi ed anche senza essere semplicisti, dicono una verità in teoria nota a tutti: l’uomo e gli animali sono fatti per vivere insieme e rispettarsi. Senza fanatismi ideologici, naturalmente.

La storia è semplice e attuale – esiste davvero ancora oggi, anche se sembra incredibile nel Canada di laghi, foreste, e chissà quante specie di animali, più o meno protette che devono fare i conti con i bracconieri, i naturalisti amorali, e i circensi. Di questi ultimi il film svela gli aspetti meno piacevoli, come quello di torturare in pratica gli animali per addomesticarli.

Alma è una pianista, orfana di genitori e dell’amato nonno, che si trova a visitare la casa tra i boschi di quest’ultimo insieme al vecchio padrino, una specie di secondo padre.  Mentre si va preparando al concorso pianistico per entrare nella Filarmonica di Los Angeles, le capita di trovare vicino a casa due cuccioli, di lupo e di leone, ovviamente oggetto di caccia. Li nasconde, si affeziona, li alleva rinunciando al concorso, gli fa da madre.

Il film segue la crescita dei cuccioli – durante le riprese sono stati lasciati liberi di muoversi –, la nascita della loro amicizia, finché diventano grandi in fretta. Uno scienziato fanatico ed un circense spietato adocchiano gli animali e tentano di catturarli per i loro progetti. Un incidente mette la vita della ragazza in pericolo e gli animali vengono presi e separati. Ma qui comincia il bello: la ragazza si salva, testardamente si mette alla loro ricerca, ma sono gli stessi animali a cercarsi fra loro per tornare a casa. Le difficoltà con gli umani non mancheranno, alla ragazza e agli animali. Si “convertiranno” i cattivi e i buoni vivranno felici e contenti?

Il film, girato in 15 mesi tra le meraviglie della natura che la fotografa non si stanca di evidenziare, lancia un messaggio morale chiaro: un invito a rispettare l’ambiente naturale, a capire che anche animali che istintivamente sarebbero ostili, possono diventare quasi amici se intorno c’è amore, perché essi lo “sentono” e rispondono.

È anche un invito agli umani a mettere a tacere gli egoismi, sia per fini scientifici amorali che per motivi di spettacolo e fa osservare come gli animi puliti – la pianista, il figlio del circense – questo lo sappiano davvero fare, superando le difficoltà.

Merita di venire visto in sala questo piccolo piacevolissimo film, che ci fa rimanere con un senso di serenità, tanto più che i due ex cuccioli – che si chiamano Mozart e Dreamer – sono ancora insieme. E sanno amarsi forse quasi più degli umani.

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