Il Grande Giorno

È in sala la nuova commedia di Aldo, Giovanni e Giacomo. Il trio si ritrova tra sorrisi e malinconia
Aldo Giovanni Giacomo
Da sinistra Aldo, Giacomo e Giovanni (Foto: LaPresse)

Il matrimonio dei figli è una cosa seria. Grandiosa, soprattutto per Giacomo e Giovanni, amici dalle elementari, che condividono tutto: l’azienda di divani, le vacanze e la possibilità di diventare cognati, visto che Elio e Caterina, i loro figli, stanno per sposarsi: lui innamoratissimo, lei dubbiosa. Dove? In una villa magnifica in una isola sul lago di Como affittata – e questa volta non si bada a spese nonostante il precisino Giacomo brontoli – con tanto di cardinale, di cantanti e di un menù favoloso, con la torta fatta venire apposta dall’Austria.

I due hanno invitato i colleghi di lavoro, gente importante milanese che li considera di fatto dei provinciali, spettegolando fra loro da mattina a sera nei due giorni che precedono lo sposalizio. Tutto potrebbe e dovrebbe funzionare bene, se non arrivasse Aldo, compagno siciliano della ex moglie di Giovanni: un ciclone che con una serie di gaffes gli rovina la festa, causando una marea di incidenti e di spese in più che gettano un grandissimo scompiglio. Ma aprono anche alla verità, perché i rapporti cominciano a saltare – compresi gli sposini –, le verità camuffate a venire alla luce. Insomma, scoppia la bomba delle amicizie che non si sopportano più, degli affetti finti, delle simpatie ipocrite. La villa in questa gran confusione “rossiniana” dentro un panorama meraviglioso è spettatrice di una festa che si va sgonfiando. Come andrà a finire?

Sotto la trama delle battute spiritose e degli episodi divertenti dal ritmo ancora una volta rossiniano, che la consumata abilità del trio propone con arguzia simpaticissima, scorre una vena amarognola. Furbescamente, questa volta il trio non si prende tutta la scena, ma vi immette una folta schiera di altri attori e attrici che compongono una commedia umana spiritosa ma in fondo malinconica, che sembra un ritratto della nostra società attuale. Tutto prima o poi finisce, anche quando non te lo aspetti: vale per giovani e vecchi. O almeno finiscono le illusioni: gli amori, le amicizie, le esperienze. È come se un palcoscenico si trovasse improvvisamente vuoto e le maschere che ciascuno si è abituato ad indossare per far piacere agli altri ed a sé stesso apparissero logore e non più riciclabili. Finiscono storie e rapporti, e allora? Facile buttarsi in braccio alla disillusione, ad una depressione senza uscita. Invece si può ricominciare, ciascuno trovare la sua vera via. Non è mai troppo tardi. Magari separandosi per un po’ e poi, chissà, ritrovarsi cresciuti e liberi. Forse meno egoisti, più sensibili agli altri.

Chissà le scoperte della vita che lancia questo film leggero, brioso, che racconta quel che può succedere a ciascuno. Con una finissima ironia e qualche lacrima nascosta. È già un successo in sala.

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