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Persona e famiglia > Famiglia

Il dolore non ha l’ultima parola

- Fonte: Città Nuova


La malattia e il dolore. Conviverci e farne un'occasione per ripensare alle priorità della vita in un’ottica fraterna. Anche da giovani. Come è  accaduto a Magued dell’Egitto

Un disabile

Magued è un ragazzo di religione cristiano-copta, in terra d’Egitto, e il dolore lo conosce, e fin da piccolo. Da quando cioè la mamma si ammala di Sclerosi multipla. Lui ha solo tre anni. Nel decorso della  malattia che nel frattempo si evolve, la famiglia si prodiga per lei, ormai paralizzata e non vedente. «Ci siamo abituati a fare la volontà di Dio – racconta Magued –, perché quello che accade, succede per il bene». Anche nel rapporto con i suoi coetanei la malattia della madre si faceva sentire. «Mi costava tanto – racconta – che la mia mamma non venisse a prendermi all’uscita di scuola, o che non mi preparasse la colazione come succedeva ai miei amici. Ma col tempo ho capito che il mio era solo un sogno irrealizzabile».

Sei anni fa la sorella scopre di avere un tumore. Magued in quel momento, si sente combattuto nel suo rapporto con Dio, ma con il tempo accetta questa nuova sfida. Che si fa sempre più in salita, sempre più impervia, perché nel frattempo viene a mancare la mamma e anche lui si ammala di sclerosi multipla con la costante paura di svegliarsi paralizzato o cieco. «Ho cominciato ad accettare la volontà di Dio – racconta –, ho pregato tanto ed ho capito che la cosa migliore per rimanere felice era vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo».

Gli amici gli si stringono attorno, attraverso una catena umana di preghiere e di atti fraterni. «Così, ho superato questa tappa, ho cominciato un nuovo lavoro, e ho conosciuto una ragazza, un angelo, pronta a portare con me tutte le difficoltà che potrò incontrare in futuro, anche dopo la morte di mia sorella».

Nonostante tutto, nonostante anche le difficoltà provocate dall’avanzamento della malattia, a causa della quale non riesce più a tenere in mano una penna o a stare al computer tiene duro. «In questi momenti difficili – assicura – mi ricordo degli sguardi felici di mia mamma e di mia sorella, ed è come se mi dicessero: Magued, continua a credere nell’Amore di Dio alla nostra famiglia e a testimoniarlo al mondo intero».

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