Il Dio della Gmg

Una Woodstock dei cattolici, un festival dei giovani o un percorso spirituale in cerca dell’Infinito?
GMG a Madrid

In ginocchio su un telo blu, bagnato come le loro magliette gialle con una croce rossa stilizzata. Inzuppati di pioggia come il libro del pellegrino, umido e fragile, tirato fuori dalla loro mochilla, lo zainetto inseparabile di questi giorni madrileni. Sembrano ombre nella notte di Cuatro Vientos, l’aeroporto militare spagnolo che ospita il momento più intenso della Giornata mondiale della gioventù 2011, la veglia.

 

Sferzati da una tempesta che avrebbe dovuto scoraggiarli, dopo la corsa al riparo eccoli in preghiera, in una lingua che pochi comprendono, perché nonostante l’auricolare e la radiolina, di traduzione si sente ben poco. E che importa se le distanze dal maxi schermo sono incalcolabili, se il palco è un quadro distante e il papa un punto indistinto, se il sacco a pelo è fradicio: ora è il tempo del silenzio, dell’adorazione. Alcuni li vedi goffi e impacciati di fronte a questa pratica religiosa poco usuale, provano a imitare i veterani, ma quelle ginocchia rimangono incollate a terra per quindici lunghissimi minuti, rafforzate dalla voce ferma di Benedetto XVI: «Se loro restano rimango anch’io».

 

Due milioni di giovani mani applaudono dapprima incerte, poi sempre più convinte. “Saldi nella fede” non è solo lo slogan di questo appuntamento mondiale, è metafora di questo momento sacro e forse lo è anche della vita di molti di loro: sbatacchiata dalle tormente eppure in cerca di un appiglio sicuro. «Sarei voluta fuggire davanti a quei fulmini e a quella pioggia – confessa Chiara di Gaeta –, ma qualcosa mi tratteneva. Ero lì per Dio».

 

Lo stadio e il santuario

 

È davvero Dio a farli resistere alla calura asfissiante del pomeriggio e agli scrosci implacabili della sera? È per lui che sono partiti da più di duecento nazioni, dalle metropoli americane e dalle frazioni sparute dell’entroterra calabro o dai Territori palestinesi? Cosa cercano questi adolescenti dai brufoli pronunciati e queste ragazze dal trucco impeccabile, con lo smartphone in una mano e con il ventaglio gadget nell’altra? Novelli conquistador della capitale spagnola, per una settimana si son divisi tra catechesi, preghiere, mostre, ma anche visite ai templi della laicità.

 

E così eccoli in fila allo stadio Bernabeu e al museo del Prado o stipati davanti all’Hard Rock Cafè; e con la stessa determinazione sfidare l’afa per una visita veloce alla Madonna di Almudena in cattedrale. In questo moderno pellegrinaggio niente è escluso: Dio e i cori delle curve, la sacralità e l’arte, la commozione davanti alle foto dei cristiani perseguitati e il souvenir ricercato. «Sono venuto alla Gmg per conoscere me stesso – confessa timidamente Samuele di 16 anni –. Mi piace un sacco il rap e quando ho sentito il Gen Rosso cantarlo per Dio e interpretarlo in modo cristiano mi sono detto: uaoh, anche questo si può!».

 

Donatella, Margherita e Michele non credono, eppure anche loro sono a Madrid. «Le docce sono fredde, dormiamo a terra in una palestra: eppure qui ho trovato qualcosa di me, ho capito cosa è essenziale»; «Sono in fila da un’ora per riempire d’acqua la mia bottiglietta e ho pensato a quanta gente nel mondo ogni giorno fa questo per sopravvivere: quante ingiustizie»; «Qui nessuno si preoccupa se non sei ben pettinato o la maglietta è stropicciata. Forse senza le cose inessenziali si capisce davvero cosa vale».

 

Dio torna di moda

 

Ci si sposta a Plaza de España. Sotto le statue bronzee di Don Chisciotte e Sancho Panza, due giovani invitano a pregare in una tenda allestita a fianco di uno scatenato concerto dal ritmo latino.

 

Semaforo rosso sull’elegante Gran Via. I peregrino sono muri compatti avvolti nelle bandiere dei loro Paesi e si affrontano giocosamente. Chi la spunterà tra “italiano batti le mani” e “esta es la juventud del papa”? Il pronostico che voleva la fine di questi raduni oceanici con la morte di Giovanni Paolo II, il trascinatore delle folle, è smentito da questi volti. Anche con Benedetto XVI i numeri non calano e permane questo desiderio di Infinito e di Verità. «La fede non si oppone ai vostri ideali più alti; al contrario, li eleva e li perfeziona», ripete il papa.

 

E lo conferma don Carlo dal suo improvvisato confessionale dalla fiera di Ifema: «A vent’anni sono informati, istruiti, iper-tecnologici. Hanno tutto e hanno provato tutto ma si domandano perché non sono felici, perché ci sono guerre e ingiustizie».

 

Gli insulti e il silenzio

 

Le analisi dei media, pur con qualche scricchiolatura continuano a bollare l’evento come una Woodstock cattolica, un festival demodé, e lo spazio è occupato ancora una volta dalle contestazioni sui costi e sullo strapotere della Chiesa. Le spese si sono attestate sui 50 milioni di euro, di cui il 70 per cento finanziato dai pellegrini e il resto da sponsor e donazioni; mentre l’attivo per l’economia locale è di circa 100 milioni di euro.

 

Gli scout del campo universitario si sono trovati con i bagagli zuppi d’acqua, mentre una sassaiola ha investito i pellegrini che dormivano in una scuola di Barajas. «Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza. Il Signore vi ha concesso di vivere in questo momento della storia perché grazie alla vostra fede continui a risuonare il suo nome», è stato l’invito di Benedetto XVI alla veglia.

 

Marco di Genova commenta, in fila per la confessione: «Chi protesta dice di no a un Dio che non conosce e che invece ti offre gioia e libertà». Intanto un applauso scrosciante sovrasta le nostre voci. È rivolto al cardinale uscente di Milano, Tettamanzi, che nella sua catechesi del mattino parla di «una Chiesa solidale, povera» e invita i presenti a riscoprire il vero significato di “cattolico”: universale, per tutti, che include ogni uomo e stima l’umanità. Nello stesso momento, in altri 250 posti di Madrid, altri 800 vescovi stanno parlando a questa moltitudine.

 

Paola di Viterbo, che indossa la maglietta verde dei volontari (ben 14 mila), agli insulti risponde con il silenzio. «Noi non facciamo male a nessuno – dice trafelata, mentre offre una bottiglietta d’acqua a un pellegrino –. Siamo qui al servizio di Dio e di tutti quelli che ci chiedono qualcosa».

 

Le ginocchia dell’attesa sono incrociate davanti ai paso, i gruppi statuari barocchi, raffiguranti scene della Passione e portati per questo momento dalle confraternite di tutta la Spagna. Davanti a questi capolavori dell’arte si sofferma la croce issata sulle spalle dei giovani perseguitati dell’Iraq, di quelli colpiti dal sisma in Giappone e ad Haiti, ma anche sui detenuti, sugli ex tossicodipendenti, sui disabili e sui disoccupati. Queste sono le moderne stazioni in cui i giovani si riconoscono.

 

Dio 2.0

 

Questo Dio dai molteplici volti ed espressioni, in questa Giornata mondiale è diventato anche 2.0: perché sul web tra App, Facebook, Twitter, Youtube spopolano testimonianze, impressioni, foto e video goliardici e non. Capita di imbattersi anche in qualche post sorprendente: «26 agosto post Gmg: ore 17 a distanza recitiamo il Rosario». «La gioia di vivere la Chiesa è anche questo: non solo una messa noiosa o riti pesanti, ma essere una famiglia global», conferma Martina. Il popolo di Madrid in Rete continua a collegare il mondo e Dio e naviga per capire quest’Infinito scoperto o ritrovato.

Maddalena Maltese

Box

Nello zaino c’è Youcat

 

Distribuito in più di settecentomila copie, tradotto nelle sette lingue dei pellegrini, la versione giovane del catechismo della Chiesa cattolica è stato un boom. Youcat con la sua copertina gialla sbucava dallo zainetto in metro, sulle aiuole del Parco del Buen ritiro, sul sacco a pelo sotto le stelle. Studiato in piccoli gruppi dopo le catechesi dei vescovi, sfogliato avidamente tra la calca, si è rivelato un successo. Alain di Tolosa domanda al suo gruppetto che cosa è la fede. Segue uno scambio vivace per concludere poi a pagina 24 del manuale giallo, perché «qui è chiaro». Alessandro di Casale se l’è portato alla fiera del vino, dove i suoi hanno uno stand. «Lo sto letteralmente divorando: è interessante, colloquiale e risponde a tante mie domande sulla fede».

 

Youcat non è solo patrimonio di chi è partito per Madrid. L’edizione italiana edita da Città Nuova si può richiedere nelle librerie o acquistare sul nostro sito: www.cittanuova.it. Infine, per rimanere in contatto, c’è anche la App di Youcat scaricabile gratuitamente sugli smartphone Apple, Android e Windows mobile. 

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