Il diabete: curarlo subito

I medici responsabili dei 650 centri antidiabetici italiani hanno preso un’interessante iniziativa.
diabete

I medici responsabili dei 650 centri antidiabetici italiani hanno preso un’interessante iniziativa. Nel corso del convegno “Dalla cura al prendersi cura della persona”, forti dei risultati delle numerose ricerche scientifiche, si sono dati l’ambizioso obiettivo di riportare i valori della glicemia alla normalità sin dall’esordio della malattia, o comunque alla sua diagnosi. Così facendo, infatti, si potrà ridurre il peso delle temibili complicanze che un cattivo controllo metabolico comporta, come cardiopatie, ipertensione, insufficienza renale, ictus, amputazioni di arti, cecità, turbe neurologiche. I mezzi per raggiungere questo traguardo dovrebbero essere: il coinvolgimento dei medici di famiglia, dei diversi specialisti chiamati al controllo dei vari organi ed apparati, delle associazioni di volontariato, dell’industria farmaceutica, delle istituzioni, in un lavoro organico di formazione, educazione terapeutica, umanizzazione del rapporto con il singolo malato e i suoi familiari.

Un impegno notevole, se consideriamo l’attuale periodo di crisi economica che si prospetta. Tuttavia, se si tiene presente che i diabetici italiani sono il 7 per cento della popolazione generale; che questa malattia e le gravi complicanze su riferite comportano spese sanitarie che sono passate dai 5 miliardi di euro del 1998, agli 11 miliardi di oggi, cioè il 10 per cento della spesa sanitaria globale, una politica illuminata non dovrebbe lesinare impegni economici che si tradurrebbero, nel medio periodo, in una riduzione del costo economico attuale. L’aspetto umano delle gravi complicazioni che questa patologia comporta, inoltre, non dovrebbe essere sottovalutato. Speriamo quindi che la politica sappia sfruttare questa iniziativa dei medici diabetologi, orientando la spesa sanitaria anche sulla prevenzione, sull’educazione sanitaria, sulla modifica degli stili di vita che spesso rappresentano la premessa per l’insorgenza di tale malattia.

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