Il decreto c’è, ma non basta

Il presidente Napolitano chiede misure più incisive. Bambini e disoccupati ripuliscono Napoli con scope e mascherine, mentre a Capodrise, nel casertano, l'amministrazione spazza le strade della città. L’appello del Movimento politico per l’unità
rifiuti napoli

Non risponde alle attese e non è risolutivo. Con queste parole il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha commentato il decreto legge che consentirà ai rifiuti di Napoli di essere smaltiti in altre regioni. Pur avendo firmato il provvedimento, varato con molte difficoltà dal governo (la Lega si è opposta fino alla fine), con un comunicato il Quirinale ha fatto sapere che il capo dello Stato auspica l’adozione di «ogni ulteriore intervento necessario per assicurare l’effettivo superamento di una emergenza di rilevanza nazionale».

 

Critico anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che parla di intervento che «non risolve nulla», mentre il cardinale Crescenzio Sepe dice «basta con le misure che non risolvono» l’emergenza, «con gli attendismi» e «con le distinzioni e gli scambi di accuse che servono solo ad allontanare la soluzione del problema». Ma basta anche con chi «continua a rifugiarsi nei propri egoismi e non riesce a liberarsi da visioni settarie».

 

Dunque, ancora una volta è stata adottata una soluzione tampone e non definitiva. Nell’attesa di interventi decisivi, si cercano ora amministrazioni disposte ad accettare i rifiuti partenopei. Tra le prime regioni contattate dalla Campania ci sono state Puglia, Emilia Romagna, Marche, Calabria, Toscana e Friuli Venezia Giulia, mentre la prima città che ha teso una mano al capoluogo campano è stata Genova.

 

Ma la domanda che si stanno ponendo molti italiani da qualche giorno è: perché aiutare Napoli, e i napoletani, alle prese con l’ennesima emergenza rifiuti? Perché tutta Italia deve accollarsi un problema (all’apparenza) locale, frutto di incompetenze politiche e (ad uno sguardo veloce) di inadempienze personali?

 

Azzardiamo qualche semplice, banale, risposta: perché l’emergenza di oggi è frutto di un intreccio di malavita organizzata e malaffare politico-istituzionale, che ha portato in Campania i rifiuti di mezza Italia (soprattutto del Nord); perché una intera classe politica (maggioranza ed opposizione, locale e nazionale) non è stata in grado di gestire il ciclo dei rifiuti e di creare gli impianti necessari al corretto smaltimento della spazzatura; perché qualche cittadino, laddove potrebbe farla, ancora non rispetta le regole della raccolta differenziata.

 

E il discorso potrebbe continuare, anche se non mancano iniziative controcorrente per ripulire la città. Come è accaduto in piazza Plebiscito, nel cuore di Napoli, dove genitori e bambini si sono armati di sacchetti e mascherine per eliminare i rifiuti, mentre i disoccupati hanno provveduto a ripulire il lungomare e parte del centro direzionale.

 

Anche qualche amministratore non ha esitato a “sporcarsi le mani”. È accaduto a Capodrise, dove il neosindaco Angelo Crescente ha convocato la giunta in via Rao per occuparsi, insieme ai suoi assessori, a qualche consigliere e a qualche volontario, della pulizia della strada, con tanto di mascherine, guanti e ramazze.

 

Del resto, la situazione difficile che si sta vivendo a Napoli è sotto gli occhi di tutti: cumuli di rifiuti per le strade (per fortuna sono sempre di meno), roghi, aria irrespirabile e bambini sempre più affetti da patologie respiratorie, gente esasperata alla ricerca di risposte politiche, che arrivano in ritardo e tra tante polemiche.

 

Ma forse c’è altro. Partendo dall’assunto che tutti, tutti!, devono fare la raccolta differenziata, con la consapevolezza che però questa deve essere predisposta altrimenti tutto finisce ugualmente nell’indifferenziata, forse bisognerebbe riscoprire il senso della solidarietà. Qualche dizionario la definisce un «rapporto di comunanza tra i membri di una collettività, pronti a collaborare e ad assistersi a vicenda». Appunto.

 

Ecco allora che, sollecitando tutti coloro che hanno a cuore Napoli e i napoletani e, più in generale, il bene dell’Italia e dei suoi abitanti, i membri del Movimento politico per l’unità dei Focolari nei giorni scorsi hanno lanciato un appello a tutti gli italiani e a colui che istituzionalmente li rappresenta, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

 

Con una lettera hanno invitato tutti i cittadini a chiedere, con forza, l’approvazione del decreto rifiuti per Napoli, per evitare sia rischi sanitari che nuove sanzioni da parte dell’Unione europea. Perché, in fondo, anche se qualche istituzione dice ancora no, è la gente che, se vuole, può far valere le proprie idee, i propri valori. 

 

Ma perché questo appello, ancora attuale visto che in tante Regioni si discute se aiutare o meno la Campania? I membri del Mppu ricordano innanzi tutto che il Movimento politico per l’unità «propone l’amore alla patria altrui come alla propria e che intende contribuire all’unità della famiglia umana». Poi, spiegano, in questo momento «Napoli e la sua gente vivono una emergenza di proporzioni immani che è sotto gli occhi di tutti: la stagione calda è esplosa e i rischi di carattere sanitario si sono amplificati. E quando esiste un problema, una grave sofferenza della gente, i distinguo e le diverse appartenenze politiche dovrebbero essere messi da parte. Non valgono le considerazioni riguardo alle responsabilità di chi avrebbe dovuto impedire – nel passato remoto e recente – il sorgere e l’incancrenirsi del problema: oggi c’è solo da affrontare la situazione del momento presente».

 

Dal Sud al Centro al Nord del Paese, concludono, tutti coloro che credono in questi valori di fraternità dovrebbero far sentire la propria voce fraterna e solidale per una popolazione di difficoltà.

 

 

APPELLO PER NAPOLI del Movimento politico per l’unità

Può essere inviato al capo dello Stato, con oggetto “Aiutiamo Napoli”, direttamente tramite il sito del Quirinale, alla pagina: https://servizi.quirinale.it/webmail/

 

“Ill.mo Signor Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano,

 

mi rivolgo a Lei in quanto ha più volte dimostrato e dichiarato di avere particolarmente a cuore l’interesse della città di Napoli.

Le strade di questa meravigliosa città versano in condizioni disperate, come è anche ampiamente documentato da molteplici servizi giornalistici, sia su carta stampata che in televisione. Quello che è stato meno ricordato è, invece, il complicato meccanismo di competenze e responsabilità dei diversi Enti in materia di rifiuti.

 

L’Amministrazione comunale, appena insediatasi, ha sollecitato la costituzione di un tavolo istituzionale presso la Prefettura per arginare l’emergenza già nel breve termine ma, perché sia efficace, è necessario l’intervento, con decreto legge, del Governo affinché si permetta il trasferimento fuori regione dei rifiuti, principalmente quelli che giacciono da giorni nelle strade.

Siamo molto preoccupati poiché, dopo un rinvio di detto decreto, quest’atto è completamente scomparso non solo dall’agenda politica ma anche dall’attenzione dei media.

Le chiedo, quale cittadino, di sollecitare il Governo circa la gravità delle conseguenze di questo rinvio che, senza alcuna esagerazione, può portare ad una vera situazione di emergenza sanitaria ed economica nella terza città della Nazione.

Cordiali e deferenti saluti”.

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