Il corpo di Maria

Nel giorno della festività dell'assunzione della Madonna in cielo, una riflessione su questo dogma proclamato nel 1950 da papa Pio XII
L'Assunzione dipinta da Tiziano

 “L’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”. Così Pio XII ha definito il 1°novembre 1950 il dogma dell’assunzione (nella foto, il dipinto di Tiziano) di Maria al cielo.

Non tutti i cristiani (fra i non cattolici) hanno accettato questa definizione dogmatica, considerandola come un’ altra manifestazione autoritaria del magistero papale nei riguardi della Madonna, dopo quella  dell’Immacolata Concezione da parte di Pio IX (1854). Mi spiace, perché era un dono per tutti i cristiani e per tutta l’umanità.

Gesù è entrato in cielo anche con il corpo, quel corpo risorto,  speciale, certo, ma ancora reale, se ha mangiato per dimostrare agli apostoli dopo la risurrezione che non era uno spirito.  E lo ha fatto per salvarci totalmente, anima e corpo, e non solo una parte di noi.

Così Maria: è entrata tutta in paradiso, con lo spirito e col corpo. Gesù l’ha voluta intiera accanto a sé, per sempre. E ci vorrà intieri.

Una certa tendenza  spiritualeggiante guarda il corpo con sospetto e predica la rinuncia al corpo come cammino della vittoria dello spirito per giungere a Dio. Dice che il corpo è sede della tentazione e del peccato e quindi bisogna reprimerne gli “istinti”.

Ma Maria ha amato Dio e gli altri con tutta se stessa, intera: è andata ad aiutare l’anziana cugina Elizabetta incinta, ha cantato Dio che sazia gli affamati; ha offerto a Dio il proprio corpo per dargli un corpo, l’ha stretto a sé, gli ha dato il latte e poi il cibo, l’ha vestito, l’ha protetto dal freddo e dal caldo; l’ha difeso portandolo in Egitto; l’ha cercato con ansia con Giuseppe quando si è loro sottratto nel tempio; a Cana si è preoccupata di un aspetto “materiale” della festa di nozze, il vino.

Il vangelo non parla molto di lei, ma bastano questi accenni per comprendere che Maria non fu “spiritualista”. Il credere quindi che lei è in cielo anche con il corpo dona un grande equilibrio allo sguardo che dobbiamo avere su noi stessi (che è lo sguardo di Dio). Siamo amati tutti interi da Dio e siamo chiamati a rispondere tutti interi a questo amore, con la coscienza, il pensiero, la volontà, la testa, gli occhi, le mani, i piedi. Quando l’Antico Testamento – che  Gesù riprende – dice che il primo comandamento è amare Dio con tutto…tutto… tutto,  vuole dire proprio questo. Senza escludere niente.

Ed è bello, perché vuol dire che noi non siamo composti da parti nobili e da parti plebee, ma siamo interamente nobili, perché figli di Dio.

Per questo Maria è chiamata regina, perché già in terra è vissuta nella sfera di Dio, in un sì che è partito dalla sua più profonda intimità e si è diffuso in tutte le sue membra. Che l’ha resa donna, la donna più realizzata.

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