Il centro storico soffocato dalla malavita

In risposta all'escalation di violenza delle ultime settimane la questuta rafforza la presenza delle forze dell’ordine tra i caruggi
Centro storico di Genova

Ci vuole poco dal Porto antico, tagliando da Sotto Ripa, per raggiungere la rete di caruggi che attraversano il centro storico. Una parte messa a nuovo, rifatta nei suoi angoli caratteristici, con i palazzi ridipinti e i portoni verniciati. I cortili, stretti, che s’aprono su vicoli dove ci passa appena una persona. Genova antica ha i caruggi stretti, che quasi la stringono ulteriormente. In una città porto di mare bisognava difendersi dagli assalti che arrivavano via nave.

Negozi e botteghe, a pian terreno, nei “ bassi” magazzini e laboratori. Un tempo il commercio da queste parti proliferava. Siamo nel quartiere della Maddalena, uno dei sestieri che costituivano un tempo l'originale centro storico di Genova. E vico della Maddalena, come via Prè, vico Untoria, vico S. Luca sono ancora tutto un commercio, ma di tutt’altra natura rispetto a un tempo.

Col centre, negozi arabi e cinesi dove trovi di tutto. Ma proprio di tutto, a cominciare dal più vasto campionario di umanità. In questa zona per il sesto anno consecutivo la Fiera della Maddalena ha riportato all’attenzione i problemi della vivibilità. Un segnale forte, di non resa, ma di desiderio ancora di mettersi in gioco per rilanciare il territorio con laboratori, degustazioni, spettacoli e mostre.

Il sindaco Doria ha promesso il rilancio di un patto di sviluppo di questo sestiere. Intanto però, in attesa di una ripresa che s’invoca da anni, dalla questura arrivano rinforzi per combattere la criminalità, sempre più spudorata e aggressiva. Saranno in servizio una trentina di poliziotti in tenuta antisommossa: sono misure d'eccezione, in reazione all'escalation di violenza delle ultime settimane.

I residenti sono esasperati dalle continue liti, dalle urla, dagli scippi e dalle imprecazioni che salgono di continuo dai caruggi. Il presidente del municipio Centro Est pone delle richieste ben precise, che se effettuate andranno a bonificare gran parte del territorio. Innanzitutto, occorre «riappropriarsi degli spazi persi: ci sono luoghi abbandonati alla criminalità, al malessere, al degrado, dove cresce la violenza e gli enti locali non riescono più ad avere presa. È lì che serve l'aiuto delle forze dell'ordine. Ben vengano, quindi, i rinforzi dei reparti "inquadrati", celerini e carabinieri antisommossa», spiega.

Ma non è tutto: c’è un recupero morale che passa tra gli spacciatori per il controllo del territorio, tra il monitoraggio del racket della prostituzione, fin su a quello che è il «nodo della questione: l'alcol», che viaggia a fiumi e a basso costo, soprattutto nei mini market e nelle gastronomie etniche aperte a tutte le ore. E infine, forse, una maggiore attenzione dovrebbe arrivare anche da parte dei genovesi abitanti del quartiere. Prima ancora dell'intervento dei militari, l'attenzione per il cuore della città da parte dei genovesi stessi è ingrediente indispensabile per il risanamento.

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