Il “capozona” di Brignole

Alla stazione di Genova le avventure di un clochard. Da cui c’è da imparare

Silvio aspetta il gabbiano, io invece aspetto Simone sul treno in ritardo proveniente da Roma. Silvio è il clochard “capozona” della stazione di Brignole.

Attento sempre a tutto quello che succede in questo spazio di passaggio di centinaia di persone. Portamento distinto, ben messo, abiti puliti, capelli bianchissimi che gli arrivano fin giù sulle spalle. Occhiali Ray-Ban che gli abbelliscono il volto. E un passeggino con due borse tra cibo, bottiglie di vino e giacca a vento.

Siamo diventati amici, perché in stazione se aspetti l’arrivo di qualcuno,  per  forza  t’imbatti in Silvio che aspetta Gigio il gabbiano. «A quest’ora dovrebbe già essere qui. L’aspetto da un po’ – mi dice –, ho il pane e una ciotolina di insalata russa, vedessi come se la mangia volentieri». E Gigio arriva, si butta sull’insalata russa, e poi finisce il pane e guarda Silvio. «Lo so cosa vuoi, gli dice: che faccio due passi con te, e va be’, eccoti accontentato». Silvio si alza e s’incammina verso i giardini, con Gigio al fianco, una ventina di metri e poi s’alza in volo, mentre Silvio torna indietro spiegandomi che è da un anno quasi che tutte le sere la scena è la stessa. Passa un altro sans papier, Michele, che gli porta due tramezzini. «Tieni, non t’ho visto a ritirare il cibo all’Annunziata, te li ho presi per te». Con l’arrivo dell’Eurostar l’ingresso si popola. E Silvio saluta l’uno e l’altro che conosce. Mentre s’avvicina un signore distinto che gli domanda se può cambiare una banconota da 10 euro con le monete perché deve comprare le sigarette. «Non ne ho, ma vieni che t’accompagno dai tassisti, loro le monete le hanno». Un po’ imbarazzato il signore distinto segue Silvio e torna con le monete. «Vedi, mi spiega, la mia funzione qui è quella di aiutare chi ha bisogno. Non mi costa nulla e faccio contente le persone». Passano i poliziotti, poi una guardia giurata, Silvio  li saluta e augura buon lavoro e buonanotte. Un bicchiere di tè fresco e qualcosa da mettere sotto i denti ora li portano i volontari della Croce rossa. «Amici carissimi», è il saluto di Silvio.

Già, ma ora cambia scena. Nella sala d’aspetto arriva un ragazzo “fatto” da cima a fondo. «Questo mi tocca», Silvio s’avvicina, lo fa sedere, tira fuori dallo zaino una caramella alla menta e gliela porge. «Questa ti farà digerire». Lui guarda, non capisce, mette in bocca e s’abbiocca di brutto. Resterà lì questa notte, i volontari della Croce rossa se ne sono andati, l’Eurostar s’è fermato sul binario. Simone con il trolley mi ha visto. S’accorge anche Silvio: «Eccolo là, tuo figlio è arrivato». Tra poco la stazione di Brignole chiude. Anche Silvio andrà a dormire. «In un bel posto fresco, e dormirò, dormirò fino a tarda mattinata di domani. Per oggi ho fatto abbastanza. Piccole cose, semplici attenzioni, aiuti. Sai, so fare solo questo. E finché posso, lo farò sempre. Ciao, buonanotte. A domani, e quando passi da queste parti cercami, che due chiacchiere le faccio sempre volentieri». Ciao Silvio, buonanotte anche a te. E grazie per le piccole cose che fai e continui a fare.

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