Il Caligola di Claudio Gioè

Al Teatro Valle di Roma, uno spettacolo che mette in rilievo le conseguenze estreme della "dittatura dell'io"
gioè caligola

Scritto nel 1998, Caligola night live è uno spettacolo che accompagna Claudio Gioè da più di un decennio. Nato a tappe, attraverso tre tempi e altrettanti studi, è un atto unico sul dramma umano ed esistenziale di Caligola. Autore, interprete e regista Gioè mette in scena l’ultima notte dell’imperatore romano esplorando luci ed ombre della mente del folle dittatore e proiettando nel presente le tragiche conseguenze di uno smisurato potere, concentrato nelle mani di un unico uomo. Chiuso in un bunker in attesa della fine, giunto al culmine del delirio di onnipotenza, in compagnia solo di un servitore (Fabrizio Romano) e degli atroci fantasmi che affastellano e agitano la sua mente, Caligola ricorda le sue folli imprese, dando vita ad un vero one man show in evocazione di stile americano, in uno strano crescendo in cui si alternano monologhi, canzoni anni ’50 da Tony Bennett a Frank Sinatra, intermezzi televisivi e un tragico ballo col fantasma della sorella-amante Drusilla.

 

Accecato da una ossessiva volontà di potenza, Caligola si fa rappresentazione del sogno americano (e occidentale) per cui tutto è possibile, metafora di un impero (e di un tempo) malato di individualismo e di una società in cui anche il potere diventa spettacolo. Nell’attuare la più sregolata e cruenta dittatura, prima di tutto su se stesso, Caligola si scontra con i suoi limiti, oltre che con la realtà della morte e la caducità dell’esistenza, sino a rimanere impigliato nelle maglie di un sistema di cui resterà vittima ancor più che carnefice.

 

Caligola è passato alla storia come l’emblema della follia al potere. Le fonti sulle quali è fondato tale giudizio sono a dir poco “gonfiate” e nella migliori delle ipotesi, funzionali ad una rimozione. Un fatto rimane: quando Caligola diventò l’uomo più potente del mondo allora conosciuto, aveva appena 24 anni. A volte ci si dimentica che è pur sempre da un uomo che provengono tutte le idee, le conseguenti azioni di un dittatore; la pianificazione di stermini di massa, il culto personale e i deliri di onnipotenza più o meno mascherati, mentre fuori e tutto intorno semina e cova sotterraneo un dissenso di forza uguale e contraria alla violenza dei suoi gesti.

 

Quello che più interessava all’attore palermitano era capire e mettere in rilievo quali possono essere le conseguenze estreme di un “io dittatore” all’interno di un corpo finito. E Caligola in questo senso è paradigmatico: la genesi intima di una dittatura su se stessi. Più che l’interpretazione storica, il campo di indagine (e di battaglia) dello spettacolo è proprio il corpo dell’imperatore, sperduto nel proprio delirio, imprigionato nelle sue idee e condannato a vivere ascoltando l’eco solitaria della propria voce in un vuoto castello. Un moderno io smisurato che non riesce a reggere il contatto con la realtà e tenta una fuga disperata quanto impossibile dai propri confini… C’è un piccolo Caligola in ognuno di noi, afferma Gioè.

 

Al Palermo Teatro Festival. Al Valle Occupato di Roma venerdì 25 novembre.

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Il voto cattolico interessa

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons