Il blitz di Saetta

“D’accordo, i dinosauri saranno anche belli, ma in fondo, per una formica siamo pure noi dei giganti, no? Questione solo di proporzioni!”. Considerazioni serie, anche perché fatte da Saetta, lucertola-leader di quella sarabanda di piccoli draghi grigioverdi che ogni giorno si esibisce in corse sfrenate su e giù dei capitelli dell’antica pieve adagiata ai piedi di secolari cipressi, alti e dritti come carabinieri. 12 rintocchi solenni: è mez-zo-giorno d’estate. Che calduccio delizioso! Saetta sta per qualche minuto ferma, immobile.Tante piccole voci amiche di grilli, cicale, merli, passe-rot-ti, conciliano il suo riposino in verticale sul muro della chiesetta: sembra quasi un affresco anche lei, proprio come quelli che ne decorano l’interno. E sopra, sotto, a destra e a sinistra, sole, sole, tanto sole! “Oh sole mio, questa sì che è vita!”. Non reagisce neppure quando Lampo e Frizzo le mordicchiano la coda perché vorrebbero giocare a rincorrersi: no, per lei è giorno di tintarella, che corrano loro se vogliono! Le ore volano: le campane scan-disco- no un rintocco, poi due, poi tre ed ecco il tintinnio delle chiavi di don Peppino che esce dalla canonica e apre la porta della chiesetta, sotto il portico. Una decina di ragazzini scatenati, ammansiti da strepitosi ghiaccioli procurati dal parroco, si siede sui panchetti nella frescura dell’atrio: già, perché oggi è giorno di catechismo che, dato il tempo bello, si farà all’aperto! Pian piano la porta della canonica si apre ancora, questa volta per far passare una carrozzella che ospita una vecchietta sorridente, nonna Felicina, la mamma di don Peppino. Rosina la sistema non lontano dal gruppetto “perché prenda un po’ di aria buona e di sole che fa tanto bene “, le mette in testa un cappellino di paglia dalla grande tesa, la affida al gruppetto e rientra in casa a terminare le faccende. Il parroco racconta oggi alcuni episodi della vita di Gesù, le sue raccomandazioni dopo l’ultima cena e questa volta i ragazzini non fiatano, sono tutti presi da quell'”Amatevi a vicenda come io ho amato voi”. Anche Saetta, immobile, affascinata, ascolta. Le piace tanto questa storia e sente che, in qualche modo, anche lei ha a che fare con questo Gesù che comanda al mare e al vento. Non è forse una sua creatura? Don Peppino termina con la proposta di fare tanti atti d’amore, così da poterseli raccontare la prossima settimana e suggerisce qualche esempio. Bello, bello, bellissimo! Saetta ne è entusiasta. E forse” qualcosa può fare anche lei, e subito! Si accorge infatti che nonna Felicina si è addormentata, il cappello di paglia le è scivolato dalla testa e un caldo raggio di sole si posa sui suoi capelli: nessuno se ne è accorto. Bisogna proprio rimetterglielo in testa altrimenti si prenderà un’insolazione con questo caldo! Ce la farà? Forse. L’impresa sembra decisamente superiore alle sue forze, ma tenterà. Pian piano si avvicina al cappello, lo addenta, lo tira: è pesante per lei, però ce la mette tutta: deve farcela, ad ogni costo! Si arrampica sulla sedia a rotelle, tirandolo con uno sforzo immane; deve perfino appoggiarsi un attimo sul collo di nonna Felicina, poi, con un blitz fulmineo le salta in testa, tira il cappello con forza rimettendolo sui candidi capelli della vecchina addormentata e”via! Prima che qualcuno se ne accorga! “Aiuto, c’è una lucertola sulla testa della nonna!”. L’urlo di Giacomino richiama l’attenzione del gruppetto in fase di congedo e don Peppino si precipita, col suo fazzolettone, sulla testa della mamma che non si è accorta di nulla e continua a dormire tranquilla. Ormai è fatta! Saetta ha guadagnato terreno ed è scomparsa. Ecco, adesso sì che ha voglia di fare una bella corsa con Lampo e Frizzo che sono stati a guardarla meravigliati: è una lucertola come loro dopo tutto! E corre, corre su e giù delle mura della pieve, si nasconde nelle fessure, gioca spensierata coi suoi amici per tutto il pomeriggio. Ha amato ed è felice! Felice come mai! Anche la natura attorno le sorride, coi prati, il lago, gli alberi, i fiori, e tutto le appare nuovo e brillante, quasi fosse uscito ora dalle mani del Creatore. E quando a sera Saetta, ancora palpitante per le corse fatte, guarda il cielo illuminato dalla luna, sente il suo cuoricino più caldo di quando sonnecchiava sotto il sole, diventato quasi un riflesso, una scintilla di quell’immenso Amore che abbraccia tutte le cose.

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons