Il bambino che parlava con gli angeli

La storia vera del piccolo Davide Fiorillo alla conquista del Paradiso

«Mamma! Stanotte gli Angioletti mi hanno portato in Paradiso!». «E com’era?». «Bellissimo! Tutto bianco con l’arcobaleno!». «E poi cosa hai visto? Gesù c’era?». «No. Gesù sta più in alto, eravamo io con gli Angioletti!». «E tu come stai quando sei con loro?». «Con loro sto bene!».

Questo scambio di battute tra mamma Elisa e il figlio Davide di otto anni fa parte dei colloqui negli ultimi suoi tre mesi di vita, da lei fedelmente trascritti e riportati nel volume edito da Ares Davide. Il bambino che parlava con gli Angeli. L’autrice Costanza Signorelli, giovane giornalista con una forte sensibilità spirituale ed esperta di santi bambini e di temi mistici, era stata contattata telefonicamente da Salvatore Fiorillo, il papà di Davide, appena sette giorni dopo la morte del bambino (22 giugno 2021): «Mi inondò di parole […] Non potevo comprendere tutto ciò che lui mi diceva perché nel suo racconto ci stava una vita intera. Ci stavano gli otto anni della vita di suo figlio Davide. Capii solo più tardi che quegli otto anni in verità non hanno tempo, perché rappresentano il tempo in cui il Vangelo si è incarnato in un bambino. Il tempo dell’Infinito. Salvatore voleva dirmi tutto di Davide, come a voler fissare per sempre quel fuoco, quel vento, quella sorgente di acqua viva dai quali si sentiva toccato e avvolto…».

Secondogenito dopo il fratellino Antonio, Davide nasce a Piscopio, frazione di Vibo Valentia, il 7 ottobre del 2012, festa della Madonna del Rosario. Nei primi anni è un bambino vivacissimo, intraprendente e capriccioso: quello che vuole finisce sempre per ottenerlo. Poi la scoperta della leucemia. Sofferenze e impedimenti dovuti ai trapianti di midollo e alle cure alle quali il piccolo deve sottoporsi stringono sempre più in una morsa di dolore questa famiglia. Ma da un certo punto in poi comincia a manifestarsi un Davide diverso, sereno e distaccato da giochi, musica e interessi di prima, perfino dai suoi affetti: ora parla con naturalezza della compagnia abituale di cinque Angeli, della Madonna che «lo abbraccia tutte le notti e lo fa sentire così al sicuro che Davide non teme più nemmeno di dover lasciare la sua mamma terrena per seguire il piano di Dio»; la Madonna lo accompagnerà anche a fare la Prima Comunione, giorno in cui il bambino vedrà Gesù in abiti regali.

Episodio significativo in un periodo in cui momenti drammatici si alternano ad altri densi di mistero è il pellegrinaggio al santuario di Cassano delle Murge, di cui i coniugi Fiorillo ignoravano l’esistenza, e tanto più Davide, al quale la Madonna, a sentir lui, ha dato appuntamento proprio in quel sito della provincia di Bari. Accompagnato lì dai genitori, il bambino riconosce Colei che gli appare nella statua oggetto di venerazione: la Madonna degli Angeli.

Così il Cielo ha preparato Davide al distacco definitivo a cui questo bimbo è andato incontro col sorriso, invitando i genitori a non piangere e a credere a loro volta nella vita eterna e nella verità del Paradiso. Ma quanto arduo il cammino da loro intrapreso! Quando dopo quattro anni di lotta e di speranza essi si sentono dire dai medici, dopo gli ultimi risultati di una biopsia, che per il figlioletto non c’è speranza di guarigione e che rimangono solo le cure palliative, la rabbia di Elisa esplode contro il marito e contro sé stessa che hanno creduto ai pellegrinaggi, ai rosari, alle preghiere. «Ma il grido più straziante – rileva l’autrice – è quello contro Dio. Quale essere crudele e spregevole dice di amarti mentre ti fa assistere alla lunga tortura del tuo piccolo figlio? Dove sta Dio di fronte alla “condanna a morte” di un bambino di otto anni? E, ammesso che esista, chi lo vorrebbe mai un Dio così?».

La conversione di Elisa e Salvatore è stato il grande frutto di questo piccolo testimone, frutto che mostra il mistero della croce come un’esperienza inevitabile, ma in cui non si viene lasciati soli. È Davide, invece, negli ultimi istanti, a decidere di rimanere solo: quando dopo aver salutato i suoi ad uno ad uno, li fa uscire dalla sua stanza con solennità e decisione, manifestando una volta di più il suo carattere volitivo: «Andate via! Andate via!». E loro obbediscono, come hanno sempre fatto nel tempo della sua breve vita, anche se col cuore a pezzi e senza capire. Probabilmente, così come li aveva accompagnati e preparati alla sua dipartita, Davide voleva risparmiare loro lo strazio di vederlo fisicamente andare via. Aveva confidato un giorno alla mamma: «Gli Angioletti mi hanno detto che anche io sono un angioletto! Però senza le ali». Ora doveva averle ricevute, pronto com’era a seguirli in Cielo.

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