Identità ‘come’ differenza. Negazione “a-dialettica” nel Dio rosminiano

 

 

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Rosmini manages to rethink the relationship between unity and multiplicity in God in a “dizzying” way. He confronts a topic already admirably treated by Augustine and Aquinas, but does so with very novel and surprising implications. He allows us to rethink the extraordinary speculative potency contained in the Trinitarian mystery, and in so doing intrinsically “subverts” the meaning of much of the Christian theological tradition. More specifically, the rapport “One and the Many” is rethought by Rosmini in strict relationship with that which seems to connect “thought-and-being” and in his articolation of this relationship, he leaves admirable pages for us to ponder.

Rosmini riesce a pensare in modo assolutamente ‘vertiginoso’ il rapporto tra unità e molteplicità in Dio; egli torna così a fare i conti con una grande questione già mirabilmente affrontata tanto da Agostino quanto da Tommaso; ma riesce ad esplicitarne quelle che ci sembrano delle “novissime” e sorprendenti implicazioni. Consentendoci altresì di tornare a pensare con rinnovata intelligenza la straordinaria potenza speculativa custodita dall’enigma trinitario; e per ciò stesso la portata intrinsecamente “eversiva” di buona parte della grande tradizione teologica cristiana. Più nello specifico, il rapporto uno-molti viene da Rosmini pensato in strettissima relazione con quello che, da sempre, sembra connettere ‘essere-e-pensiero’; ed è proprio nell’articolare una tale relazione che il roveretano ci lascia in eredità mirabili pagine tutte ancora da pensare.

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