“I divorziati sono amati e accettati dalla Chiesa”

In un clima di festa, il pontefice ha risposto alle domande delle famiglie su divorzio, lavoro, politica, e ha salutato i terremotati dell'Emilia
papa a milano

Quel dialogo familiare con il Papa all’aeroporto di Bresso

Eccole le famiglie, ecco la festa, ecco le domande. La spianata dell’aeroporto di Bresso contiene questa festa, in una serata di altissima intensità emotiva. Il palco racchiude famiglie e papa in un caldo abbraccio e lui, papa Benedetto, sta seduto in mezzo a loro. C'è il saluto del cardinale Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia, che ringrazia il pontefice «per la sua presenza che dà fiducia e coraggio perché testimonia quanto la famiglia stia a cuore alla Chiesa, anzi quanto stia a cuore a Dio stesso».

Poi sette famiglie gli porgono domani di stridente attualità, e papa Benedetto, come il nonno attorno al focolare, racconta perle di sapienza. Per prima tocca a Cat Tien, una bambina vietnamita di 7 anni, vuol sapere qualcosa della famiglia del Papa e di quando Joseph Ratzinger aveva la sua età. «Punto essenziale per la mia famiglia è sempre stata la domenica, che iniziava già il sabato pomeriggio quando mio padre ci leggeva le letture della domenica in un libro dove erano spiegati i testi – ha detto il Santo Padre -. Il giorno successivo andavamo a messa e poi pranzavamo insieme. Con la mia famiglia ho cantato molto, mio fratello era musicista. Poi ricordo i viaggi, le camminate. Eravamo un’anima sola e ci nutrivamo di una gioia fatta di cose semplici e di un amore reciproco che era forte. Se provo a immaginare il Paradiso lo penso come al tempo della mia giovinezza, eravamo felici. Il Paradiso dovrebbe essere simile a com’era nella mia gioventù e spero di andare a casa andando dall’altra parte del mondo».

 

Serge e Fara dal Madagascar, sono fidanzati da quattro anni e prossimi a matrimonio, hanno chiesto al Santo Padre il significato della parola «per sempre, una parola che più di ogni altra ci attrae e allo stesso tempo spaventa». «Alle nozze di Cana – dice il pontefice – il secondo vino è migliore del primo: l’amore deve crescere e maturare coinvolgendo la parrocchia, la Chiesa, gli amici, la giusta comunione di vita con gli altri, con famiglie che condividono la stessa esperienza, la stessa vita e la fede». La famiglia Paleologos, proveniente dalla Grecia, ha chiesto al papa di affrontare il tema della crisi. «Nella politica – ha risposto Benedetto XVI – deve crescere il senso di responsabilità di tutti i partiti, che promettono cose che non possono realizzare, affinché non cerchino solo voti per sé ma siano responsabili per il bene di tutti. Che capiscano che politica è responsabilità umana davanti agli uomini e a Dio».
«Molti soffrono e devono accettare la realtà senza possibilità di difendersi di fronte alle situazioni – ha continuato il Pontefice -. Ciascuno deve fare il possibile per sé, per le famiglie, per gli altri, sapendo che molti sacrifici sono indispensabili per andare avanti. Penso che la solidarietà nella città tra famiglie e nelle parrocchie possa aiutare. Abbiamo attivi scambi culturali utili e importanti, ma è tempo che una famiglia dell’Italia, della Germania, della Francia prenda la responsabilità di aiutare un’altra famiglia, che aiutino in senso concreto. Siate sicuri che io e tanti altri preghiamo per voi e questo pregare non è solo fare parole ma apre il cuore in Dio e alla creatività».

I coniugi americani Rerrie – Jay, hanno chiesto al Papa come poter trovare la giusta armonia tra famiglia e lavoro. «È una grande questione – ha detto il Pontefice – e penso di capire questo dilemma tra due priorità». «Occorre poi sperimentare una certa creatività e – aggiunge – portare ogni giorno un qualche elemento di gioia e attenzione nella famiglia accettando le oscurità e pensando a questo grande bene che la famiglia è. E poi finalmente c’è la domenica che è il giorno della festa, giorno del Signore e come tale giorno dell’uomo: difendiamo la libertà dell’uomo difendendo la domenica».

Una coppia del Brasile, Maria Marta e Manoel Angelo Araujo, chiede al Santo Padre «parole di speranza» per le «coppie di risposati: vorrebbero riavvicinarsi alla Chiesa, ma quando si vedono rifiutare i sacramenti la loro delusione è grande». «Il problema dei divorzi e dei risposati è una delle grandi sofferenze della Chiesa di oggi – ha risposto Benedetto XVI -. Non abbiamo ricette, la sofferenza è grande e possiamo solo aiutare le parrocchie e i singoli promuovendo la prevenzione, approfondendo l’innamoramento, aiutando le coppie e accompagnandole durante il matrimonio affinché le famiglie non siano mai sole ma siano accompagnate nel cammino di ogni giorno. Devono sentire l’amore della Chiesa, devono sentirsi amate e accettate anche se non possono ricevere l’eucarestia. Devono vedere che anche così vivono nella Chiesa, anche se non c’è la confessione, l’amicizia con un sacerdote è importante. Possono sentire l’eucarestia e essere spiritualmente nutriti in Cristo».

Infine la famiglia Govoni di Cento, vicino a Ferrara, uno dei paesi colpito dai terremoti dei giorni scorsi. Mariacristina e Giuliano hanno salutato il Papa dopo che quest'ultimo si è rivolto a chi era in collegamento da San Felice sul Panaro. «Cari amici voi sapete che noi sentiamo profondamente il vostro dolore, la vostra sofferenza e vogliamo lavorare per aiutarvi, non vi abbandoniamo», ha detto il pontefice ricordando l’attività della Caritas, della Chiesa, dello Stato e delle comunità. «Ognuno di noi – ha concluso – vuole aiutarvi nella preghiera e materialmente».

 

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