I 50 anni del Campiello

Un premio letterario credibile, una formula spesso imitata.
L'isola di San Giorgio

 Per il suo 50° compleanno il premio Campiello, famoso come lo Strega e altri concorsi letterari, ma più prestigioso e meno chiacchierato, aveva già fatto parlare di sé alla fine del 2011, con la nomina di Massimo Cacciari alla presidenza della Giuria dei letterati e tante facce nuove al posto dei vecchi giurati.
Altre novità ci sarà da aspettarsele nei prossimi mesi, fino alla premiazione dei vincitori, che si è sempre svolta a settembre in una scintillante cornice veneziana: l’isola di San Giorgio (nella 1a edizione, 1963), o il Palazzo Ducale, o il teatro La Fenice.
La giuria dei letterati ora è in full immersion tra i libri di narrativa italiana apparsi e che appariranno fra maggio 2011 e aprile 2012. A maggio i giudici sceglieranno cinque titoli e li passeranno alla giuria popolare, che eleggerà il vincitore dell’edizione cinquantenaria del premio.
50 anni sono tanti: come ha fatto questo premio a restare inossidabile, fra tante rivoluzioni del gusto e del costume? Come ha potuto addirittura crescere nella fiducia e nella stima di lettori e società italiana, mentre altri perdevano la faccia e non solo quella?
Il Campiello è stato fondato in un’epoca seria (1962), da persone serie, gli industriali veneti di allora. E questi imprenditori, o gli eredi, per cinque decenni hanno continuato a finanziare e far vivere il premio. Era, ed è, la logica – preziosa, irrinunciabile oggi in ogni comparto della cultura – delle sponsorizzazioni.
L’altro jolly è la doppia giuria, quella dei letterati e quella popolare, o dei 300, che rappresenta i lettori. Una formula imitata spesso; ma era stato il Campiello ad adottarla per primo.
Infine è il valore di libri e autori, premiati o finalisti, a dare lustro e credibilità al premio. Vediamone alcuni: La tregua di Primo Levi, Il male oscuro di Giuseppe Berto, La Compromissione di Mario Pomilio, L’avventura di un povero cristiano di Ignazio Silone, Orfeo in Paradiso di Luigi Santucci, Ritratto in piedi di Gianna Manzini, La valle dei cavalieri di Raffaele Crovi, La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini. Scrittori e titoli entrati nella storia letteraria dell’Italia contemporanea.

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