Ho un sogno…

Vorremmo respirare aria nuova, voltare pagina. Da dove partire?
Giovani

Abbiamo passato un anno difficile. Attacchi alla persona del papa senza esclusione di colpi e non sappiamo ancora cosa gli riserva il viaggio in Inghilterra. Il fattore pedofilia, presente nella Chiesa come purtroppo in ogni ambito sociale. Operazioni economiche disinvolte, di dubbia legalità, da parte di ecclesiastici. La fiducia nelle istituzioni della Chiesa ha subìto un forte calo ed è stato inferto un duro colpo alla sua credibilità. Ora, però, vorremmo respirare aria nuova, voltare pagina. Da dove partire? Così sogno di:

 

– riconoscere e accettare che gli uomini di Chiesa portano il loro tesoro prezioso in vasi di argilla. Senza rassegnazione e senza presunzione. Noi cristiani non siamo migliori degli altri, ma non rinunciamo a voler essere coerenti con il Vangelo, non vogliamo mistificare la verità, e dopo ogni sbaglio confidiamo nella grazia del perdono e nell’opportunità di ricominciare;

 

– non lasciarci coinvolgere nella logica mediatica della contrapposizione, della polemica, delle prese di posizioni, dei distinguo. Cogliere certamente le sfide che appaiono dietro le critiche e gli attacchi, ma senza lasciare che siano altri a dettare l’agenda del cammino ecclesiale e andare avanti nella missione affidataci;

 

– non appoggiarci sulle alleanze con il potere ricordando la logica diversa proposta da Gesù, quella del “piccolo gregge”. Ritrovare la semplicità evangelica delle colombe, dei bambini del Regno dei cieli, degli agnelli mandati in mezzo ai lupi, senza temere nulla, sapendo che perfino i capelli del nostro capo sono contati. Senza ricercare il prestigio, né riporre la fiducia su strumenti o sicurezze umane; senza bramare le ricchezze;

 

– ritrovare una maggiore compattezza attorno al papa, senza fanatismi e senza limitarci ad una comunione verticale, ma dilatata su tutte le componenti ecclesiali, unite tra loro, senza contrapposizioni e invidie;

 

– non cercare sicurezza in un ritorno al passato, ma avere il coraggio di andare avanti nell’apertura dialogica con gli uomini e le donne di ogni cultura e tendenza, senza ripiegamenti o inutili nostalgie, credendo in quanto di buono e di bello Dio ha seminato.

 

Sì, sogno di puntare in alto.

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