Harry Potter e il Principe Mezzosangue

Il maghetto è un mago. Cresciuto. E innamorato. L'ultimo film ispirato alla fortunata saga, da poco uscito nelle sale.
il principe mezzosangue

È cresciuto, eccome il maghetto. E con lui gli inseparabili Ron ed Hermione. È cresciuto pure Draco, l’avversario insidioso. Tutti coinvolti in una avventura, la sesta, che mescola humour e horror, spettacolo e visionarietà. Due ore e trenta minuti divisi in due parti.

 

La prima, spiritosa, divertente, punta alle pulsioni amorose dei tre amici. Ron, in particolare, sopraffatto da un filtro d’amore, ed Hermione, gelosa di lui. Ma anche Harry freme per una sua fiamma. Anche se come “prescelto” sembra dover gustare poco dell’amore… Ambientate nell’oggi, pur dentro il maniero di Hogwarts, le vicende assumono comunque toni da commedia leggera. Fantasia e realtà si danno la mano. Ma Lord Voldemort, il male, è tornato all’attacco.

 

Nella seconda parte, il castello degli studenti diventa fragile, forze oscure lo assaltano. Morti, attacchi da creature orride, si fanno vivi. Il clima tende al dramma. E bisogna dire che gli effetti speciali fanno la loro parte. La scena in cui Silente ed Harry sopra uno scoglio lottano contro le creature maligne, vedono il Maestro come un Mosè biblico che separa le acque dalle fiamme.

 

Entra in scena un nuovo personaggio, Horace Lumacorno, maestro di pozioni magiche che ritorna nella scuola. Egli sa chi è Lord Voldemort, anche se non vorrebbe dirlo. Ma Harry e Silente lo coinvolgono nella battaglia contro di lui, scoprendo anche chi è il Principe Mezzosangue. Sono scene di tensione formidabile, una cupa lotta tra il bene e il male. Harry vincerà la battaglia contro il male, scegliendo di stare dalla pare di Silente, che paga con la vita? Il maghetto deve scegliere. Ormai è adulto. Insieme ai due amici, affronterà un’altra impresa.

 

È merito dello sceneggiatore Steve Cloves aver preparato un lavoro che, diretto con mano fluida e sicura da David Yates, appare una delle versioni migliori della storia. Chiara, ironica, oscura anche, come dev’essere. Recitata molto bene da Rupert Grint (Ron) ed Emma Watson (Hermione), con un Daniel Radcliffe (Harry) più serio, tocca punte divertenti nel Lumacorno un poco dandy di Jim Broadbent. Spettacolo grandioso, come sempre. Le ore passano (quasi) in un attimo.

 

Regia di David Yates; con Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson.

 

Valutazione della commissione nazionale film: consigliabile, semplice.

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