Hai paura del lupo?

Ti piacciono gli animali? Tutti i bambini risponderanno di sì, ne sono sicuro. Ma qualche volta hai paura del lupo? Forse sì. Capita anche a me. Voglio dire: se vedo un lupo che vuole assalirmi, digrigna i denti aguzzi e affilati e ha il pelo ritto, pronto alla guerra…. beh, mi viene una gran tremarella, sento che il respiro diventa affannoso, mi si drizzano le orecchie e il pelo… Anche la coda… Pelo? Coda? OK, mi hai scoperto: io sono un lupo! Abito sulle montagne, in un bellissimo parco abruzzese. Ho cinque anni, magari anche tu hai cinque o sei anni. Io mi chiamo Giuliano e tu? Il mio nome è un po’ particolare: me lo hanno dato le guardie forestali. Chi sono? Sono i custodi delle foreste, lo dice il nome, e di tutti gli animali che vivono lì. Ti piacciono i boschi? A me tanto, tanto. Il bosco non ha segreti per me, è la mia casa, il mio regno. Il profumo della rosa canina, per esempio, mi ha consolato mentre cercavo disperatamente aiuto quando mi sono sentito male. L’odore del bosco dopo la pioggia invece mi si è appiccicato addosso e mi ha fatto compagnia per tutto il tempo che sono stato nella casa dell’uomo che mi ha curato. È accaduto un mese fa. Ho trovato del cibo, pareva un buon bocconcino e avevo fame. La mamma ti dice sempre di non mangiare quello che trovi in giro? Infatti io mi sono sentito subito male e pensavo proprio che sarei morto. Ma sul mio cammino ho trovato la volpe Fulva: Cosa fai, lupo, stai male? mi ha chiesto, vedendo che non riuscivo neppure a stare ritto sulle zampe. Ho mangiato qualcosa…. Già, forse una di quelle polpette… Ho sentito dire dalle guardie forestali che qualcuno distribuisce cibo avvelenato, per uccidere gli animali nel bosco, cacciatori o cercatori di tartufi…. Aiutami…. Segui l’odore dell’uomo, è l’unico che può salvarti, se vuole. Ma l’uomo è nemico! ho replicato con quel poco di forza che mi era rimasta. Lupo, dai, non tutti gli uomini sono pericolosi, qui vicino ci sono le guardie forestali. Senti… e annusava attenta l’aria. L’odore mi portava a valle, sempre più a valle. L’unica cosa che potevo fare era strisciare dietro a lei, anche se cominciavano a sanguinarmi le zampe. Fulva mi parlava in continuazione. Era sempre stata una chiacchierona, e in quei momenti mi ha salvato dalla disperazione: pensavo di non avere più le forze per continuare a strisciare verso la casa delle guardie del bosco! Però mi sentivo il febbrone. E non avevo lo sciroppo come quello che prendi tu! Le forze se ne stavano andando e la volpe mi stava leccando sul collo. Era arrivata dunque la fine? Uno scatto improvviso e Fulva era sparita, lasciandomi solo. Sono rimasto deluso: anche tu ci resti male se un amico ti abbandona nel momento del bisogno! Perché se ne era andata? Ecco perché, ho pensato quando ho visto un uomo camminare lentamente verso di me. Buono lupo, stai buono… ripeteva l’uomo in divisa grigioverde, fissandomi. Altroché buono! Non avevo neppure la forza di sollevare il muso. Ma con le forze rimaste ho potuto solo guardarlo dritto negli occhi: lui poteva salvarmi se lo voleva, anche se ero un lupo! Lui mi ha raccolto. Ho sentito il rombo di un motore. Poi ho visto solo il buio. Mi sono risvegliato in una casa e qualcuno diceva: Se non avessi pigiato sull’acceleratore, il lupo non ce l’avrebbe fatta: il veleno era potentissimo . Dottore, lei è stato bravo. Ma presto riusciremo anche a fermare questo odio per gli animali! ha aggiunto con tono duro un altro tipo in divisa. Poi ha chiesto: Ce la farà?. Sì, lupo Giuliano tornerà nei suoi boschi!. Ci puoi giurare che tornerò, ho pensato io! È un bellissimo esemplare! ha osservato il dottor Luca. Grazie, adesso ho un uomo per amico… Se lo sapessero quelli del branco! Ero così stanco, mentre pensavo ai miei compagni e ai piccoli che avevo lasciato. Ma cosa ti succede quando hai avuto una brutta influenza e cominci a star bene? Cominci a chiedere quando potrai uscire per riprendere a giocare con i tuoi amici e tornare a scuola! Anch’io dopo qualche settimana ho cominciato a sentirmi meglio e avevo il forte desiderio di tornare a casa. Ed ecco che un bel giorno mi hanno rinchiuso in una cassa di legno. Non era una sensazione piacevole sentirsi prigioniero, come quando ti allacciano le cinture di sicurezza in automobile, ma ho lasciato fare. Era una giornata luminosa d’inizio estate e il fuoristrada correva sulla strada. Fuori era appena piovuto. Avrai visto anche tu dopo un acquazzone, come brilla il bosco e come scintilla l’erba ad ogni soffio della brezza che scende dalle vette! Ho fatto un balzo quando mi hanno liberato dalla gabbia: ero libero e mi sentivo forte come prima, il sole mi scaldava le zampe sicure e i suoi raggi giocavano con la mia folta pelliccia. Ehi, guarda là sul crinale: è una volpe! ha indicato una guardia forestale al dottor Luca. Era Fulva, lo sapevo. Mi guardava zampettando nervosa: era il suo modo per darmi il bentornato a modo suo. Non vedevo l’ora di tuffarmi nella foresta! Ma… Lupo Giuliano si è fermato ha sussurrato il dottore. Già, sembra che voglia tornare indietro, da noi! ha aggiunto l’altra guardia. No il richiamo della foresta sarà più forte!. Li ho guardati a lungo negli occhi. Certo che il richiamo della montagna è più forte, io sono un lupo! Ma un lupo sa ringraziare, a suo modo, per istinto! Sembra voglia ringraziarci! ha aggiunto il dottore. Appunto, proprio così. La vita è così preziosa, amici miei, che, se qualcuno te la salva, come fai a non ringraziarlo? E anche un lupo lo fa per istinto!

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