Hafez Huraini, palestinese colpevole di nonviolenza

L’arresto nella West Bank di un leader palestinese nonviolento da parte dell’esercito israeliano ha scatenato le proteste e gli appelli di molte associazioni per i diritti civili, anche israeliane oltre che internazionali.  
Foto Ap.

Hafez Huraini è un palestinese che vive ad At-Tuwani, una sessantina di Km a sud di Gerusalemme, nel cuore delle South Hebron Hills. Il piccolo villaggio si trova non lontano dal confine meridionale dei territori occupati, nella zona C, quella sotto il completo controllo militare e civile dello Stato di Israele (così circa il 60% della Cisgiordania).

Huraini è nato qui e qui vive da sempre coltivando la sua terra e allevando pecore e capre. Ma in questo territorio della municipalità di Masafer Yatta si sono insediate da tempo alcune colonie ebraiche: Karmel non è lontana, ma soprattutto nel territorio di At-Tuwani si trovano l’avamposto di Havat Ma’on e la colonia di Ma’on fondata nel 1981. Che le colonie ebraiche insediate espropriando terreni palestinesi siano illegali secondo il diritto internazionale è stato più volte ribadito anche dalle Nazioni unite. I coloni ebrei questo lo sanno, ma lo considerano un sopruso: molti fra loro considerano che Eretz Israel comprenda tutta la Terra di Israele biblica: “da Dan a Beersheba”. Vale a dire, oltre all’attuale Israele, tutta la Cisgiordania e Gaza, tutto il Libano e alcune parti della Siria. Che i palestinesi vivano qui da millenni non conta nulla. I coloni vivono per intanto asserragliati nei loro insediamenti, protetti da “custodi” che si dedicano anche ad attaccare violentemente i palestinesi che osano avventurarsi nei campi o sulla strada, compresi i bambini che si recano all’unica scuola del territorio, quella di At-Tuwani, appunto.

La vicenda è molto lunga e complessa: per chi volesse approfondire c’è, fra altre fonti, un sito web molto interessante, anche in italiano: www.savemasaferyatta.com.

Ma torniamo ad Hafez Huraini e alla sua vicenda. Un appello di Pax Christi pubblicato su adista.it il 14 settembre così parla di lui e della sua comunità: “Hafez Huraini, uomo mite e determinato a restare nel suo villaggio di At-Tuwani, ha fatto del Sumud [risolutezza], della resilienza nonviolenta, la sua ragione di vivere insieme a tutta la sua comunità, di generazione in generazione. Da quando la loro vita è diventata un continuo sopruso hanno chiesto aiuto all’associazionismo internazionale, anche israeliano, per rivendicare il diritto all’esistenza sulla loro terra; ma soprattutto hanno pensato, discusso e deciso tutte e tutti insieme che la strada per resistere è quella di non soccombere alla logica della prepotenza e dell’ingiustizia subìta e di farlo usando la forza delle azioni nonviolente”.

I fatti ai quali l’appello di Pax Christi fa riferimento sono avvenuti l’11-12 settembre. Così li racconta Luisa Morgantini su assopacepalestina.org: “Hafez lo conosco da più di 25 anni, un uomo umile, dolcissimo e determinato da una dignità che insegna la vita, è stato brutalmente attaccato tre giorni fa ad At-Tuwani, mentre stava coltivando la sua terra, da 5 coloni armati che vogliono prendersi quella terra come ne hanno già presa molta, gli hanno fratturato un braccio ed una mano. L’esercito israeliano, invece di arrestare i coloni, ha arrestato Hafez incarcerandolo ad Ofer… Anche i figli di Hafez sono stati incarcerati e attaccati dai soldati e dai coloni, ma continuano a resistere perché è il loro sacrosanto diritto vivere in libertà sulla loro terra. I giovani di Youth of Sumud, così come altri gruppi, continuano a resistere con la nonviolenza attiva contro l’evacuazione dei villaggi di Masafer Yatta…”.

L’evacuazione dei villaggi palestinesi cui accenna Morgantini è probabilmente alla base della violenza contro Huraini e mette i palestinesi con le spalle al muro: l’8 maggio 2022, infatti, l’Alta Corte di giustizia israeliana, dopo un iter giudiziario durato 20 anni ha respinto, con una sentenza che appare decisamente politica, il ricorso presentato dalla comunità palestinese di Masafer Yatta contro l’espulsione dalle loro terre a sud di Hebron, che l’esercito aveva dichiarato “Zona di tiro 918”, cioè zona di esercitazioni militari. L’espulsione riguarda 1.300 palestinesi, ma non i coloni ebrei insediati proprio ai margini della zona dichiarata militare. L’Alta Corte avrebbe anche autorizzato la demolizione di più del 50% degli edifici di 8 villaggi, incluse scuole e ambulatori, oltre che abitazioni civili.

Hafez Huraini, per la cronaca, sarebbe accusato di aver aggredito uno dei coloni, e per questo arrestato. Detenzione rinnovata fino al processo di fronte ad una Corte militare. Non ci sono però feriti fra i coloni. Dopo l’arresto di Huraini, per alcune notti militari israeliani hanno attaccato il villaggio di At-Tuwani sparando granate stordenti e gas lacrimogeni contro le case e arrestando una ventina di uomini.

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