Guai a voi, pettinatori di pecore!

Alla vigilia dei cento giorni di papa Francesco pubblichiamo un commento su alcune espressioni usate dal papa che richiamano all'iconografia della Chiesa antica: quella del pastore e del suo gregge. Solo che l'ovile del pontefice e dei cristiani non è chiuso ma aperto sulle periferie e sui poveri
Papa Francesco

Papa Francesco il giorno del Giovedì Santo aveva chiesto ai sacerdoti d’essere pastori che portano addosso l’odore delle pecore. Ora si rivolge a tutti i fedeli, insistendo ancora sulla metafora delle pecore. L’ha fatto nell’aula Paolo VI, al Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, lunedì scorso, 17.

Gesù buon pastore, Gesù con sulla spalla la pecorella smarrita, è stata la prima rappresentazione iconografica del Cristo. La Chiesa antica ancor prima di raffigurare Gesù sulla croce, lo rappresentava pastore, un giovane pastore, sbarbato. Indice di risurrezione, d’eterna giovinezza, e di tenero amore. Ai nostri giorni il mite animale non ha più un ruolo centrale nella vita della gente ed è emarginato dal suo immaginario: piacciono le provocazioni, uomini e donne aggressivi, vistosi, dinamici, sexy, spavaldi, vincenti.

Ma papa Francesco la riporta di peso al centro, la figura della pecora. Con una forza mica da poco, però. Ricorda che Gesù è andato a cercare la pecorella smarrita, ma ne aveva 99 nell’ovile. Ora le 99 sono chissà dove, mentre noi cristiani stiamo a raccontarcela gli uni con gli altri, come a un club della bocciofila, pettinando l’unica pecorella rimasta (che tra l’altro invecchia…).

Ma è meglio che io taccia e lasci parlare il papa: «Voglio dirvi una cosa. Nel Vangelo è bello quel brano che ci parla del pastore che, quando torna all’ovile, si accorge che manca una pecora, lascia le 99 e va a cercarla, a cercarne una. Ma, fratelli e sorelle, noi ne abbiamo una; ci mancano le 99! Dobbiamo uscire, dobbiamo andare da loro! In questa cultura – diciamoci la verità – ne abbiamo soltanto una, siamo minoranza! E noi sentiamo il fervore, lo zelo apostolico di andare e uscire e trovare le altre 99? Questa è una responsabilità grande, e dobbiamo chiedere al Signore la grazia della generosità e il coraggio e la pazienza per uscire, per uscire ad annunziare il Vangelo. Ah, questo è difficile. È più facile restare a casa, con quell’unica pecorella! È più facile con quella pecorella, pettinarla, accarezzarla… ma noi preti, anche voi cristiani, tutti: il Signore ci vuole pastori, non pettinatori di pecorelle; pastori! E quando una comunità è chiusa, sempre tra le stesse persone che parlano, questa comunità non è una comunità che dà vita. È una comunità sterile, non è feconda. La fecondità del Vangelo viene per la grazia di Gesù Cristo, ma attraverso noi, la nostra predicazione, il nostro coraggio, la nostra pazienza».

Spalanca le porte dell’ovile papa Francesco e invita tutti ad andare a cercare le 99 pecorelle smarrite.

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