La partenza è stata rinviata. Le 18 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria in soccorso alle popolazioni di Gaza, sarebbero dovute salpare ieri mattina dal porto di Augusta. Un problema tecnico ha causato lo stop e la partenza è stata rinviata a oggi. In mare dovrebbe avvenire il ricongiungimento con le altre barche della Grecia, della Tunisia e da Barcellona.
Le barche hanno caricato quintali di generi di prima necessità e medicine necessarie per soccorre una popolazione ormai allo stremo. Ma la missione umanitaria è stata attaccata da alcuni droni che hanno colpito le imbarcazioni in rada in Tunisia causando un incendio a bordo.
Flotilla non è solo una missione umanitaria, più che mai necessaria nei giorni in cui Israele ha bloccato anche gli aiuti umanitari, costringendo la popolazione a morire di fame se non viene travolta dalle bombe. Sumud è un termine arabo che significa resilienza, resistenza, perseveranza.
«La nostra missione è chiara – spiegano gli organizzatori –, denunciare la pulizia etnica in atto da parte di Israele ed essere solidali con il popolo palestinese».
A bordo della Flotilla ci saranno vari esponenti politici: tra gli altri l’ambientalista Greta Thunberg e l’ex sindaca di Barcellona Ada Colau. Ci saranno anche alcuni parlamentari italiani.
Da più parti è stato lanciato l’appello alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a proteggere gli italiani che sono a bordo. Meloni, molto pragmaticamente, esaminando i rischi che scaturiscono dal conflitto in atto, suggerisce «la possibilità di avvalersi di canali alternativi e più efficaci di consegna» di aiuti a Gaza rispetto all’iniziativa autonoma della Global Sumud Flotilla. Ma Flotilla non sono solo navi cariche di aiuti: è un’iniziativa di alto valore simbolico per scuotere le coscienze degli Stati che stanno accettando supinamente il conflitto in atto senza nessun intervento forte. Di certo, chi di questi tempi vive momenti felici sono i costruttori e i mercanti di armi, settore in cui l’Italia non si colloca certo agli ultimi posti. Purtuttavia Meloni garantisce che il governo farà di tutto per proteggere l’incolumità dei cittadini italiani. «Preso atto – ha scritto la premier in una nota ufficiale – che l’iniziativa possa avere anche una finalità di natura simbolica o politica, e che quindi si intende portare avanti a prescindere da quanto sopra esposto, il Governo italiano assicura che saranno adottate tutte le misure di tutela e di sicurezza dei connazionali all’estero in situazioni analoghe, come sempre garantito finora».
Israele promette battaglia e il blocco navale davanti a Gaza cercherà di impedire che gli aiuti umanitari arrivino a destinazione. Finora le autorità del governo presieduto da Benjamin Netanyahu hanno dichiarato che chiunque tenti di avvicinarsi a Gaza verrà considerato un terrorista.
La situazione nel vicino Oriente diventa sempre più incandescente. E mentre l’Unione Europea sollecita il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina (ipotesi non accolta finora dal governo Meloni), Netanyahu ribadisce che «non ci sarà mai nessuno Stato palestinese». Il conflitto sta toccando il punto più alto e nonostante gli annunciati tentativi di pace, questa appare sempre più lontana, un obiettivo ad oggi quasi irraggiungibile.
Ma la Flotilla sta scavando un varco nella trincea dell’assolutismo israeliano. Costringendolo a una presa di posizione e ad alcune scelte che – qualunque esse siano – non saranno senza un risvolto e senza conseguenze nel panorama internazionale.