Gli orrori del Don Uva

A Foggia soprusi e maltrattamenti contro i pazienti con inferiorità psichica e fisica, indagati 30 operatori socio-sanitari, 15 gli arresti. I cittadini indignati in sit-in di protesta davanti alla struttura

L’unica magra, magrissima consolazione delle aggressioni, delle violenze, degli abusi nei confronti di venticinque pazienti con disagio psichico da parte di trenta operatori socio-sanitari ed educatori (15 gli arresti), avvenuti all’interno della struttura socio sanitaria-riabilitativa “Don Uva” di Foggia è la collaborazione dell’ente gestore Universo con la magistratura.

Oltre al provvedimento di sospensione lavorativa e licenziamento, l‘amministrazione aveva già chiesto l’autorizzazione all’installazione della video sorveglianza per dubbi sulla professionalità del personale che forse pensava di farla franca, sebbene le telecamere non fossero sistemate in tutte gli ambienti. In qualche modo, però, hanno permesso la ricostruzione delle oscenità degli operatori sanitari tra schiaffi, minacce, strattonamenti, pazienti legati, trascinati. Vere e proprie angherie che emergono dalle 314 pagine dell’ordinanza cautelare del fascicolo “New life” che il gip di Foggia definisce «agghiaccianti». Vengono contestati reati anche negli operatori che non sono intervenuti in difesa delle vittime generando così l’aggravante del maltrattamento ambientale ossia inculcare un clima di terrore negli ospiti.

Si indaga per maltrattamento, sequestro di persona, violenza sessuale e favoreggiamento commessi nei confronti di persone fragili aggravando non solo la pena, ma “fa pena” la sola intenzione di commettere tali obbrobri in contesti di cura, di sostegno, di solidarietà.
E, per quanto possa essere un’attenuante, non può reggere assolutamente la tesi dello stress psico-fisico a cui erano sottoposti gli operatori a lavorare da soli o in coppia in un rapporto sproporzionato con i pazienti.
Trenta dipendenti che si sono resi protagonisti di atti agghiaccianti e sprezzanti, sin dal settembre 2022, lasciano intendere che è stato applicato un modo di agire di intesa con comportamenti reiterati. Insomma l’atteggiamento scandaloso dei trenta operatori ha il sapore di recidiva. Inoltre le intercettazioni raccontano una vera e propria storia di orrore, tra offese, frasi denigratorie, veri e propri ricatti, umiliazioni non molto lontane dai toni che si usavano nel totalitarismo del novecento…

Toccano la dignità umana e pongono seri quesiti sulla vocazione al lavoro, sul rispetto delle persone fragili, sulle inefficienze e carenze del personale qualificato e soprattutto motivato ad impegnarsi per il bene del prossimo.
Proprio l’elevato numero delle persone coinvolte – 7 in carcere, 8 ai domiciliari, 15 misure interdittive – ha suscitato l’indignazione dei cittadini foggiani che si sono dati appuntamento proprio all’esterno del “Don Uva” per un sit-in di protesta per ribellarsi ad una vera e propria ingiustizia per i soprusi contro persone con inferiorità fisica o psichica: minacce, ingiurie, umiliazioni, violenze fisiche e sessuali. È un modo, per fortuna, per non assistere impotenti allo scempio andato in atto nella struttura socio-sanitaria, di denunciare e di far valere il grido di giustizia. Proprio quel grido, che forse, molti di quei pazienti non sono in grado di lanciare.

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