Gli occhi del mondo sul Canada

A Vancouver, fino al 28 febbraio, le gare della ventunesima edizione dei Giochi olimpici invernali.
Vancouver games

Per il paese della foglia d’acero il 2010 sarà un anno molto particolare. Prima Olimpiadi e Paralimpiadi (queste ultime in programma dal 12 al 21 marzo), poi in giugno i vertici del G8 (nell’Ontario) e del G20 (a Toronto) a cui prenderanno parte i leader delle maggiori potenze economiche mondiali.

Un anno sotto i riflettori dei media di tutto il mondo a cominciare da stasera (quando in Italia saranno le 2 di notte), in coincidenza con la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Vancouver 2010.

 

La città olimpica – Secondo una tendenza già iniziata a Torino (220 metri di altitudine ed un milione di abitanti), per l’edizione dei Giochi di quest’anno è stata nuovamente scelta una metropoli (circa 700 mila residenti) che questa volta affaccia addirittura sul mare. Niente più “piccole” ma affascinanti città di montagna quindi, come sono state in passato Albertville (1992) o Lillehammer (1994), piuttosto grandi centri urbani con le montagne non troppo distanti (le gare di sci si disputeranno a Whistler Mountain, 130 Km da Vancouver).

 

Il tutto, neanche a dirlo, per favorire gli interessi economici dei network televisivi che pretendono di valorizzare al meglio i tanti soldi versati nelle casse del Comitato Olimpico Internazionale. Ecco allora che la scelta ricade ormai su città in grado di allestire enormi stadi e palazzetti capaci di esaltare al meglio lo spettacolo delle cerimonie e delle gare olimpiche, strutture che possono ospitare un numero di persone decisamente fuori dalla portata di una località di montagna.    

 

Vancouver, la città che ormai da anni primeggia nelle classifiche mondiali che misurano la qualità della vita, presenta poi una forte contraddizione. Da un lato ci sono infrastrutture all’avanguardia e bellezze naturali da mozzare il fiato, dall’altro uno “scheletro nell’armadio” che, in questi giorni, si sta velatamente cercando di nascondere ai milioni di visitatori che stanno via via arrivando per seguire i Giochi.

Si tratta del “Downtown Eastside”, un quartiere a poca distanza dal villaggio olimpico che è un concentrato di crimine, prostituzione e senzatetto. Di questi ultimi se ne contano oltre 2.500, come gli atleti che parteciperanno a questa Olimpiade. Anche per evitare possibili “disordini” o indesiderate manifestazioni di protesta sono state mobilitate 15.000 giubbe rosse!

 

I protagonisti annunciati – Atleti provenienti da 82 diversi paesi si batteranno (si spera lealmente …) nelle 86 gare che compongono il programma olimpico (tra queste una sola novità: lo skicross, disciplina “trasgressiva” che sembra fatta apposta per attirare il pubblico più giovane).

E proprio per cercare di scoraggiare chi intende avvalersi di scorciatoie sempre più sofisticate e per le quali non è ancora possibile rinvenire tracce di “doping”, il Comitato Olimpico Internazionale ha annunciato che il sangue prelevato nel corso dei test che verranno effettuati in questi giorni a Vancouver verrà congelato e tenuto a disposizione per otto anni. Morale: chi ha “imbrogliato” oggi potrebbe venire scoperto domani.

 

Ma chi sarà il protagonista di queste Olimpiadi? Se gli atleti copertina di Pechino 2008 sono stati senza alcun dubbio Usain Bolt e Michael Phelps, sono diverse le star degli sport invernali che possono ambire al ruolo di personaggio simbolo dei Giochi di Vancouver. Dalla sciatrice Lindsay Vonn, se riuscirà a recuperare da un infortunio ad una tibia patito in allenamento nei giorni scorsi, al re del biathlon Ole Einar Bjoerndalen, che proverà ad arricchire il suo palmares già ricco di 9 medaglie a cinque cerchi.

 

Dal norvegese Petter Northug, sicuramente l’atleta più atteso a Vancouver per quanto riguarda lo sci di fondo, ai due probabili dominatori del pattinaggio artistico, il russo Evgeni Plushenko e la sudcoreana Kim Yu-Na, senza dimenticare il pattinatore olandese Sven Kramer. Per i padroni di casa, invece, molto (se non tutto) ruoterà attorno all’hockey su ghiaccio. Quasi 35 milioni di abitanti del paese ospitante hanno un solo desiderio: che le loro nazionali si aggiudichino l’oro in quello che è senza alcun dubbio lo sport nazionale canadese.

 

Le ambizioni italiane – E sul fronte azzurro? Gli esperti del nostro Comitato Olimpico dicono che sarà difficile ripetere i risultati di Torino 2006 (allora portammo a casa 11 medaglie, di cui ben 5 d’oro), ma questo pronostico sembra dettato più dalla scaramanzia, d’obbligo prima di un avvenimento così importante, che dalle effettive possibilità dei nostri atleti. Saremo presenti in tutte le discipline, eccezion fatta per hockey e curling, con ben 109 partecipanti.

 

Si va dalla più giovane, la diciassettenne Martina Valcepina che gareggerà nello short track, alla più esperta, Sabina Valbusa, fondista giunta alla sua sesta Olimpiade. E se nello sci alpino sarà difficile fare peggio che a Torino 2006 (allora rimanemmo a bocca asciutta), ci si attendono buoni risultati anche nello sci di fondo, nello short track, ma soprattutto nello slittino e nel pattinaggio di velocità, discipline queste ultime in cui avremo al via i due atleti su cui gravano le maggiori aspettative della vigilia: Armin Zoeggler (49 vittorie in coppa del mondo, 5 titoli mondiali e 4 medaglie olimpiche) ed Enrico Fabris (due volte d’oro ed una di bronzo ne hanno fatto l’atleta azzurro simbolo delle ultime olimpiadi invernali).

 

 

Per approfondimenti sugli orari di gara e sui probabili protagonisti delle finali è possibile consultare il “VADEMECUM OLIMPICO PER VANCOUVER” disponibile sul sito www.sportmeet.org

 

 

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