Gli eroi sconosciuti dell’olocausto

In occasione della “Giornata della memoria”, tratto dal libro di Città nuova “I giusti” di Martin Gilbert,  vi riproponiamo la storia di don Arrigo Beccari, il sacerdote che a Nonantola salvò la vita di 74 ragazzi.
Don Arrigo Beccari

Dalla fine della seconda guerra mondiale ai giorni nostri –  in un salto temporale che retrocede al 27 gennaio 1945, scelto simbolicamente come data per la  "Giornata della Memoria" -, sono molte le storie che ancor oggi riemergono di uomini e di donne che durante l’ultimo conflitto hanno messo a repentaglio la propria vita per salvarne delle altre. Molte di queste, sono raccolte nel libro edito da Città nuova “I giusti. Gli eroi sconosciuti dell’Olocausto”.

 

L’autore Martin Gilbert, biografo ufficiale di Churchill, con una narrazione che ripercorre in lungo e largo l’Europa flagellata dalla guerra, racconta l’esperienza di coloro che con gesti concreti hanno spezzato le catene dell’indifferenza e dell’individualismo, ma che spesso son rimasti nell’anonimato se non fosse stato per le testimonianze dei salvati.

Tratto dal libro, oggi vogliamo ricordare la storia di don Arrigo Beccari.

 

A Nonantola, paesino nei pressi di Bologna, il giovane seminarista Arrigo assiste il 18 luglio 1942 all’arrivo in paese di 74 bambini ebrei insieme con i loro assistenti adulti : 43 figli di ebrei tedeschi, austriaci e polacchi, i cui genitori erano già stati deportati e uccisi. Decide di accoglierli, ma manca un posto da offrire ai piccoli, e così convincendo le autorità locali riesce a farli sistemare in una casa vuota: Villa Emma. Qui i ragazzi imparano a fabbricare mobili e a lavorare i campi, in preparazione della vita nei kibbutz palestinesi, verso cui erano diretti prima della guerra. Studiano, anche, si divertivano e a volte vanno al cinema. 

 

Di certo Beccari non è stato l’unico sacerdote che si è distinto come giusto tra le nazioni. Proprio lo scorso 17 gennaio, all’ HarHaZikaron – il Monte del Ricordo -, è stato piantato un nuovo albero alle sue pendici nel viale degli “Uomini giusti” alla memoria di mons. Alberto Ablondi, vescovo di Livorno, morto lo scorso agosto e considerato un uomo del dialogo in special modo con fratelli ebrei.

 

Ma torniamo a Beccari. Dopo l’8 settembre 1943 e l’occupazione tedesca in Italia, i suoi ragazzi trovano riparo presso le case degli abitanti di Nonantola e  il locale del seminario. Alla fine, nel giro di un mese, i ragazzi vengono portati in salvo in Svizzera. Ad oggi sono proprio quegli stessi ragazzi, ormai adulti, che con la loro testimonianza hanno riportato questa storia agli onori della cronaca: una memoria rende il passato presente… ogni volta che la si ricordi.

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