Giubileo dei Movimenti, le parole del papa a tutti i responsabili

Tutti i membri di associazioni, movimenti ecclesiali e nuove comunità sono attesti a Roma questo weekend per celebrare il loro Giubileo. Pubblichiamo per l'occasione un estratto del discorso che papa Leone ha rivolto ai vari moderatori venerdì 6 giugno durante un'udienza nella Sala Clementina
ph Ansa

Sono lieto di accogliervi in occasione dell’incontro annuale organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita con voi, moderatori, responsabili internazionali e delegati delle aggregazioni ecclesiali riconosciute o erette dalla Santa Sede.

Voi rappresentate migliaia di persone che vivono la loro esperienza di fede e il loro apostolato all’interno di associazioni, movimenti e comunità. Perciò desidero anzitutto ringraziarvi per il servizio di guida e di animazione che svolgete. Sostenere e incoraggiare i fratelli nel cammino cristiano comporta responsabilità, impegno, spesso anche difficoltà e incomprensioni, ma è un compito indispensabile e di grande valore. La Chiesa vi è grata per tutto il bene che fate.

Le realtà aggregative a cui appartenete sono molto diverse tra loro, per natura e per storia, e tutte sono importanti per la Chiesa. Alcune sono nate per condividere uno scopo apostolico, caritativo, di culto, o per sostenere la testimonianza cristiana in ambienti sociali specifici. Altre, invece, hanno preso origine da una ispirazione carismatica, un carisma iniziale che ha dato vita a un movimento, a una nuova forma di spiritualità e di evangelizzazione.

Nella volontà di associarsi, che ha dato origine al primo tipo di aggregazioni, troviamo una caratteristica essenziale: nessuno è cristiano da solo! Siamo parte di un popolo, di un corpo che il Signore ha costituito. Sant’Agostino, parlando dei primi discepoli di Gesù, dice: «Erano diventati certamente tempio di Dioe non lo erano diventati solo come singoli ma tutt’insieme erano diventati tempio di Dio» (En. in Ps. 1315). La vita cristiana non si vive nell’isolamento, come se fosse un’avventura intellettuale o sentimentale, confinata nella nostra mente e nel nostro cuore. Si vive con gli altri, in un gruppo, in una comunità, perché Cristo risorto si rende presente fra i discepoli riuniti nel suo nome.

Leggi qui il discorso integrale

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