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Giubileo dei giovani: «Voi siete messaggi di speranza»

di Vittoria Terenzi

Un milione di ragazzi, provenienti anche dai paesi in guerra, riempiono le strade di Roma, per fermarsi e rimettere Dio al centro della loro vita

Giubileo dei giovani ANSA/ANGELO CARCONI

«Il mondo ha bisogno di messaggi di speranza; voi siete questo messaggio, e dovete continuare a dare speranza a tutti». Le parole di papa Leone XIV, arrivato “a sorpresa” al termine della veglia di apertura del giubileo dei giovani, attraversano il cielo di Roma e rendono tangibile l’emozione di questi giorni.

Un milione di pellegrini, secondo le stime ufficiali. La loro presenza, documentata dai media di tutto il mondo, ha ridestato coraggio e fiducia in un mondo migliore, in un futuro possibile. Tra loro anche ragazzi provenienti da paesi in guerra, per i quali la speranza è una sfida da vincere a ogni costo.

ANSA/ANGELO CARCONI

Si cammina per le vie della capitale per arrivare nelle piazze che ospitano diversi eventi o nelle chiese dove si partecipa alle catechesi. La Conferenza Episcopale Italiana ha proposto l’iniziativa 12 parole per dire speranza, un percorso articolato in incontri tematici distribuiti in dodici chiese: uno spazio di ascolto e riflessione.

«Vivo questo Giubileo della Speranza come un tempo prezioso per liberarmi dalle catene della tristezza, dell’ansia e della paura. È per me l’occasione di ritrovare la fiducia e la serenità che nascono dall’abbandonarsi a Cristo, sapendo che, accanto a Lui, non può esserci altro che amore», racconta Maria Luisa, 27 anni, del gruppo giovani dell’oratorio don Orione “Cerchi nell’acqua”, che ha partecipato all’incontro nella parrocchia di Ognissanti dove era proposta la parola «Abbraccio».

Insieme a lei, Leo, di 25 anni, descrive così le attese e le speranze di questi giorni: «Per me il Giubileo è un’occasione preziosa per fermarmi e rimettere Dio al centro della mia vita. In mezzo al frastuono quotidiano, sento il forte bisogno di qualcosa che dia senso profondo a ciò che vivo. Non lo percepisco solo come un evento religioso, ma come un richiamo interiore a ritrovare autenticità e luce nel mio cammino. È il momento in cui posso chiedere a Dio, con umiltà, di aiutarmi a percorrere la via giusta, come diceva San Luigi Orione: “Chi si fida di Dio, mette Dio in obbligo di prendersi cura di lui”».

Sono più di quarantamila i giovani italiani che hanno partecipato alle catechesi e si sono poi radunati in piazza san Pietro per l’incontro «Tu sei Pietro» presieduto dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. «Sentitevi abbracciati questa sera da tutta la Chiesa che guarda con gioia, simpatia e fiducia la freschezza e la spontaneità della vostra vita», ha detto loro il cardinale, ricordando che la Chiesa è una casa per «tutti, tutti, tutti», nella quale essere accolti e dalla quale ripartire verso gli altri.

La piazza è gremita da giovani in festa, con bandiere e striscioni, in cerca di risposte alle grandi domande della vita. Giovani consapevoli del momento che il mondo sta vivendo: tra la folla, alcuni cartelloni che esprimono vicinanza ai giovani di Gaza sembrano fare eco alle parole del videomessaggio del cardinale Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme: «Stiamo vivendo, qui in Terra Santa, un momento molto complesso, molto difficile […]. Purtroppo la notte, l’oscurità, sembra veramente essere il criterio di riferimento per molti. Però è importante anche dire una parola di fede, avere uno sguardo di fede, uno sguardo libero che non parta solo dal dolore: il dolore c’è e non lo possiamo negare e dobbiamo esserci, essere dentro quelle situazioni di dolore, per portare conforto e consolazione».

Giubileo dei giovani ANSA/FABIO FRUSTACI

«Disarmiamo i nostri cuori per disarmare cuori e mani di un mondo violento, per guarirne le cicatrici, per impedire nuovi conflitti», è l’invito del cardinale Zuppi. «Essere discepoli di Gesù, operatori di pace in un mondo come questo, per difendere la vita sempre dal suo inizio alla fine, di tutti, senza distinzioni, rivestendo la persona sempre di dignità e cura. […] Noi siamo pietre vive, l’attore è sempre il Signore, ma noi con il Signore diventiamo attori della vita vera», perché «la risposta che ci dà tutte le risposte è Lui».

Ora tutto è pronto per l’incontro con papa Leone XIV a Tor Vergata: la veglia e la S. Messa. Poi, il pellegrinaggio proseguirà nella vita quotidiana.

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