Giovannino Guareschi, il figlio Alberto: “Di lui mi rimane l’amore dei suoi lettori”

Il figlio Alberto ricorda il padre Giovannino Guareschi, scomparso nel '69, è stato uno scrittore, giornalista, umorista e caricaturista italiano. Le sue opere sono tra le italiane più vendute nel mondo.
Foto: Wikipedia

Giovannino Guareschi è uno dei grandi italiani del Novecento. I suoi libri vengono apprezzati e venduti in tutto il mondo. La saga di Don Camillo e Peppone, tutte le volte che viene riproposta, è ancora molto seguita, nonostante il tempo e il bianco e nero.

Alberto Guareschi, la ringrazio della disponibilità. La prima domanda è d’obbligo, che padre fu Giovannino Guareschi?
Era un padre sempre presente, specie quando c’era bisogno di lui. Con l’esempio del suo comportamento mi ha aiutato nei momenti importanti della mia vita.

Suo padre è stato un grandissimo scrittore e sceneggiatore. Qual era il suo rapporto con il cinema?
La sua passione per il cinema nacque a Parma, grazie al futuro critico cinematografico Pietro Bianchi che era suo cugino, e continuò a Milano.Uno dei primi film al quale collaborò, assieme a tanti altri umoristi, è stato “Imputato alzatevi!” (1939) con Macario. Poi nel 1949 scrisse soggetto e sceneggiatura di “Gente così” diretto da Fernando Cerchio. Scrisse tutt’e cinque le sceneggiature dei film con Fernandel e Cervi togliendo, a seguito delle modifiche portate dagli sceneggiatori ufficiali, la firma a tre di queste. Nel 1963, fece sceneggiatura e regia del secondo tempo di “La rabbia”. Il primo tempo era di Pier Paolo Pasolini.

Don Camillo è l’opera principale di suo padre. Cosa pensa del ciclo dei cinque film con Fernandel e Gino Cervi?
Premetto che il “Don Camillo”, l’opera che ha dato la popolarità a mio padre, non è la sua opera principale che è invece, secondo me, il Diario Clandestino, libro che raccoglie parte dei suoi scritti della prigionia nei Lager tedeschi.

Io credo che il segreto del successo di questi film – nonostante il salto generazionale, i cambiamenti di situazioni e il “Bianco e nero” – sia lo stesso che ha reso sempreverdi i suoi libri: personaggi, situazioni e sentimenti descritti che sono tutti “Veri” e la verità non è legata alle mode, ma va bene per tutte le stagioni.

Aggiungiamo a questo “segreto” l’incontro fortunato, anche se sempre burrascoso, con grandi registi e la presenza di grandi attori che mio padre stimava e con i quali si trovava in sintonia. Non voglio dimenticare la scelta felice di Brescello per gli esterni e la colonna sonora di Alessandro Cicognini.

Foto: Wikipedia

Si è parlato molto dell’ultimo film incompleto “Don Camillo, Peppone e i giovani d’oggi”. Secondo lei c’è speranza un giorno di vedere il girato?
Molti mi hanno fatto questa domanda. Il risultato delle prime ricerche ci ha portato anni fa alla cineteca nazionale di via Tuscolana ma, nonostante una prima risposta positiva sull’esistenza del “girato”, non abbiamo più ottenuto conferme. Dalle ultime ricerche risulta che il produttore, dovendo interrompere il film a causa della malattia e successiva morte di Fernandel, si è avvalso della polizza di assicurazione effettuata con i Lloyd’s di Londra che lo hanno risarcito chiedendo però che venisse consegnato il “girato” del film per evitare che, una volta fatto il nuovo film, magari in seguito, terminassero anche il primo. Quindi il girato dovrebbe essere nei magazzini dei Lloyd’s di Londra.

Certo che l’ipotesi di poter completare il film ricorrendo alle nuove tecnologie è affascinante.

Oggi con quali attività ricorda suo padre?
Io e mia sorella, assieme ad un gruppo di appassionati guareschiani abbiamo creato nel 1987 il Club dei Ventitré, un’associazione apolitica e apartitica che vuol essere un punto di riferimento per tutte le persone che sono interessate a Giovannino Guareschi e alla sua opera. La sede è a Roncole Verdi (PR) nei locali dell’ex ristorante Guareschi, che, chiuso nel 1994, è stato dato in comodato d’uso gratuito al “Club dei ventitré”

Abbiamo allestito nella ex sala da pranzo del ristorante la mostra antologica permanente “Giovannino nostro babbo”. Nella ex saletta uperiore abbiamo allestito un piccolo Centro Studi; nei locali della ex cucina e dispensa abbiamo trasportato l’archivio Guareschi composto da più di 250mila documenti ai quali si devono aggiungere quelli raccolti dal Club dei Ventitré in vent’anni di attività. L’ex locale della lavanderia è stato trasformato in mediateca-sala per conferenze. Tutto questo per permettere ai lettori, agli studenti e agli studiosi interessati, di saperne di più su Giovannino Guareschi e la sua opera, fornendo loro tutte le notizie e le informazioni ivi raccolte. L’accesso ai locali è gratuito. Il Club dei Ventitré pubblica il quadrimestrale d’informazione «Il Fogliaccio» e cura il sito giovanninoguareschi.com. Dispone di una mostra itinerante, “Tutto il mondo di Guareschi”, che ha fatto in trent’anni, 140 tappe.

Un’ultima domanda. Cosa le ha lasciato Giovannino Guareschi?
Quando mio padre morì i suoi lettori riversarono il loro affetto verso di me, di mia sorella e di mia madre. Forse questa è la più bella eredità che un uomo possa lasciare alla sua famiglia.

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