Ci sono delle persone che, anche se non molto note al grande pubblico, hanno lasciato una scia importante con la loro vita. La cosa diventa ancora più interessante e, in certi sensi inquietante, almeno per qualcuno, se si parla di un matematico.
Il professor Giovanni Prodi (1925 – 2010) viene oggi ricordato nel centenario della nascita all’Università di Pisa per le sue ricerche teoriche in Analisi matematica, per gli studi di applicazioni in ambito biologico e per importanti progetti innovativi in ambito della didattica della matematica. Più di qualcuno dei nostri lettori avrà studiato a Scuola dal suo libro innovativo Matematica come scoperta o, all’Università, dal suo bel testo Analisi matematica.
La matematica è sempre stata una grande passione per Prodi, nello zaino con cui era partito per il servizio militare aveva messo un libro di matematica, libro che al suo rientro era pieno di note e dimostrazioni, passione accompagnata dal desiderio di servizio verso la cultura nei suoi molteplici aspetti e verso la società civile.
Persona profondamente religiosa, viveva in maniera naturale la sua esperienza di fede in famiglia con la moglie Silvia, matematica pure lei, e i 5 figli, e nella vita del territorio di cui faceva parte, tanto da essere per un periodo anche Assessore alla cultura del Comune di Pisa. Persona riservata e al tempo stesso aperta e particolarmente attenta nei rapporti con gli altri, non accettava e non si adeguava a imposizioni insensate o ingiuste. Una sensibilità profonda, frutto anche dei 5 mesi di prigionia, periodo che amava ricordare come un momento di ritiro spirituale.
Giovanni Prodi viene ricordato come una persona creativa: molti dei suoi progetti, ad esempio con le Scuole, sono oggi una pratica comune. Giovanni teneva molto al rapporto tra chi fa ricerca nelle Università e gli insegnanti delle scuole, cosa impensabile anni fa e ancor oggi non facile. Fu proprio per tale motivo che all’inizio degli anni ’60, mio padre iniziò a collaborare con lui. Una collaborazione che continuò anche dopo il trasferimento di Prodi a Pisa e che fece nascere una profonda amicizia tra i due, come pure tra le nostre famiglie.
Qualche giorno fa ho partecipato nella mia Università a una riunione in preparazione a un evento molto bello, La matematica dei ragazzi, che si svolgerà a Trieste ad aprile e che coinvolgerà centinaia di ragazze/i delle scuole secondarie di primo e di secondo livello. Ragazze/i che parleranno di matematica a ragazze/i ai più giovani: idea geniale nata anni fa proprio da un progetto pensato da Prodi e da mio padre.
Il ricordo e la riconoscenza di una persona intera, tutta d’un pezzo, con interessi ad ampio spettro, mai chiusa in una zona di comfort. Il ricordo di un maestro e amico che ha preso tutto quanto accadeva con grande serietà accompagnata, al tempo stesso da un umorismo emiliano, bello e pungente, come racconta la figlia Luisa.
Giovanni Prodi mi ha trasmesso la passione per la matematica, che è diventata la mia professione, come ricercatore e come docente. Mi ha aiutato a creare una metodologia che possa aiutare e educare a pensare davanti alle situazioni e a cercare di trovare insieme delle soluzioni. Mi ha insegnato a pormi davanti ad ogni persona, studente, collega o altro, con serietà e attenzione, a interessarmi senza volgere la sguardo da un’altra parte.