Giovani promotori di speranza

Nell'antico mercato arabo di Ballarò, a Palermo, si è svolto "Guardo la mia città", un campus sociale ed interculturale che ha visto protagonisti 50 ragazzi provenienti da tutta la Sicilia.

«Sapersi perdere nei problemi degli altri, nel quartiere e non per esercizio sociologico o per mero puntiglio… ma per amore, un amore che spinge al dono di sé». Così il giornalista Roberto Mazzarella presentava padre Pino Puglisi ed è da questa chiave di lettura che proviamo a raccontare il campus sociale ed interculturale svoltosi nel capoluogo siciliano.

Organizzato dal Movimento dei Focolari di Palermo, si è svolto dal primo al cinque luglio. Su progetto di Claudio Villafranca, artista, e con il supporto di un variegato gruppo di collaboratori, pronti a mettersi in gioco, ha preso il via “Guardo la mia città“, all’interno di Ballarò, quartiere noto per fatti di cronaca nera e di degrado, ma che racchiude secoli di storia e una miriade di bellezze…

Cinquanta ragazzi, provenienti da tutta la Sicilia, hanno vissuto momenti di relazione profonda e coinvolgente, aperta agli abitanti del quartiere, esperienza di vita, di amicizia e conoscenza tra ragazzi e adulti.

Il desiderio di realizzare un campus con i ragazzi in quel quartiere nasce dall’esperienza iniziata da Claudio con un piccolo gruppetto di volontari di un piccolo laboratorio-ludico per i bambini del quartiere. Il parroco della Chiesa di San Nicola da Bari, punto nevralgico di Ballarò, ha messo a disposizione i locali.

Tutto è pronto, si comincia! Si intessono rapporti con altre associazioni operanti nel posto, come il Centro Astalli, l’Associazione Vecchio mercato Ballarò, si incontra il presidente della Circoscrizione, Massimo Castiglia. Piano piano le famiglie dei bambini cominciano ad interessarsi, aprono le porte delle loro case e cominciano a condividere le loro problematiche.

Coinvolgendo alcune ditte edili si sistemano tetti, stanze, bagni in case fatiscenti. Approfittando della possibilità che il Comune di Palermo offre al quartiere di organizzare mercatini dell’usato, si raccolgono oggetti, indumenti e altro da dare alle famiglie, che vendendoli possono avere un piccolo guadagno. Nulla va sprecato!

Il primo luglio cinquanta ragazzi si danno appuntamento alla chiesa di San Nicola, che diventa campo base per le attività del Campus. I ragazzi vengono ospitati presso famiglie palermitane. Un’esperienza straordinaria, come ci racconta una famiglia coinvolta nell’accoglienza: «Questi ragazzi hanno portato gioia e speranza, amore concreto… ci hanno fatto sentire parte viva del progetto.»

Il campus inizia con l’incontro con il presidente di Circoscrizione Castiglia, che dopo aver salutato i ragazzi li accompagna in una passeggiata all’interno del quartiere, visitando i luoghi, le piazze dello storico mercato e il nuovo e vario mercatino dell’usato. Un ragazzo ha detto: «Mi è sembrato di fare un giro in un posto magico… i mille colori, i mille odori, le grida dei “banniatori”, il sorriso della gente mi hanno toccato il cuore».

Due le idee-forza del Campus: cittadinanza attiva e attività ecologiche. Nel percorso di cittadinanza attiva c’è stato l’incontro con il Centro Astalli, e in particolare con uno dei ragazzi che abita presso i locali dello SPRAR (sistema per rifugiati e protezione umanitaria). Il giovane nigeriano ha raccontato come è arrivato in Italia, condividendo tutta la sua sofferenza… Un ragazzo del campus ha commentato: «quanta sofferenza e disperazione in quel ragazzo che ha abbandonato la propria gente, la propria terra per arrivare in un paese che sembra non volerlo!».

Il percorso di cittadinanza attiva ha portato i ragazzi in visita alla Missione e Carità di Biagio Conte, che da anni si occupa a Palermo degli ultimi, che ospita tutti senza distinzione di etnia, di religione, di cultura, mettendo in evidenza le difficoltà di accogliere, di riuscire a dare un futuro, una speranza, a persone che vivono momenti di dolore e di buio.

Questo andare verso l’altro ha portato i ragazzi a rapportarsi con la gente del quartiere come fratelli, ciò è stato ben visibile durante la festa fatta in una piazzetta di Ballarò con tutto il quartiere. Momento speciale in cui i ragazzi del campus, le famiglie, i bambini del quartiere erano un unico gruppo che festeggiava l’essersi incontrati.

Il giorno dopo si è pulito lo spazio affidatoci dalla circoscrizione, una zona abbandonata e diventata quasi una discarica, dove sono stati raccolti 1.500 kg di spazzatura di cui circa mille kg proveniente dall’edilizia. C’erano ragazzi e famiglie del quartiere, ragazzi della Missione Speranza e Carità, volontari e ragazzi del campus, tutti pronti a lavorare, a rifornire di acqua da bere, visto che c’erano 38° gradi, a raccogliere soldi per affittare un cassone per la spazzatura… insomma, una solidarietà nata dall’aver condiviso e dall’essersi conosciuti.

Tutti erano diventati cittadini attivi e protagonisti del. cambiamento. Una ragazza che ha partecipato al campus, partendo, ha detto: «Appena arriverò a casa, cercherò altri amici per iniziare a fare qualcosa nella mia città In questo campus non solo mi sono divertita, ed ho fatto nuove amicizie, ma ho sperimentato che insieme possiamo fare la “rivoluzione” e ognuno di noi è promotore e protagonista».

 

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons