I giovani nello sguardo dei fotografi Magnum

Un mondo, quello dei giovani, che, con i suoi sogni, le sue speranze, i suoi tormenti e il suo entusiasmo, ha rivoluzionato i costumi e la società negli ultimi 70 anni. Lo raccontano e interpretano alcuni dei fotografi di una delle agenzie più importanti a livello internazionale
USA, California, 1968, Venice Beach Rock Festival

«Ci siamo raccontati l’un l’altro cosa ci aspettavamo quando avevamo vent’anni e abbiamo scoperto che per quanto i membri di Magnum provenissero da Paesi diversi, le nostre speranze di ventenni erano simili tra loro ma diverse da quello che poi sarebbe successo. Da lì fu un attimo iniziare a pensare a quelli che avrebbero compiuto vent’anni a metà del secolo, e che avevano buone speranze di vivere nel secondo cinquantennio e celebrare anche l’anno 2000». Così Robert Capa spingeva i colleghi della Magnum Photos ad affrontare una nuova sfida: registrare, con il proprio lavoro e la propria sensibilità, i ragazzi che avevano vent’anni allora, le loro speranze, le loro aspirazioni. Era il 1950 e da allora in poi, ogni generazione che eredita il mondo diventerà oggetto di studio, di riferimento, di lavoro per i fotografi Magnum. Sensibili ai possibili cambiamenti sociali, ai sogni e ai drammi di chi si affaccia al mondo e prova a trasformarlo, i giovani sono al centro del loro interesse. A testimoniarlo con una serie di reportage “esemplari”, è la mostra (e il libro che la accompagna) Un mondo giovane. Le nuove generazioni nello sguardo dei fotografi Magnum, allestita negli spazi espositivi della Fondazione Carispezia, esposizione promossa in collaborazione con Contrasto e Magnum Photos, e curata da Alessandra Mauro.

USA, 1957 © Wayne Miller / Magnum Photos / Contrasto
USA, 1957
© Wayne Miller / Magnum Photos / Contrasto

In mostra 11 diverse storie fotografiche, dagli anni ’50 a oggi. Da Werner Bischof, che nel 1952 viaggia in India e in Giappone per raccontarci tre ragazzi che a fatica emergono da un difficile dopoguerra, a Wayne Miller che volge l’obbiettivo direttamente sui suoi figli adolescenti nell’America del “Baby boom”. Nelle comunità hippy della California ritratte da Dennis Stock, nelle immagini del ’68 parigino di Bruno Barbey, come nei giovani attratti da una religiosità a volte estrema di Abbas, ritroviamo quel misto di spontaneità e violenza, spudoratezza, divertimento e impegno proprio di questa età.

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Spesso, oggi, la compagna di avventure delle nuove generazioni è l’incertezza: del lavoro precario (i call center di Martin Parr), delle guerre (la guerra in Siria di Lorenzo Meloni); del riscatto nell’emigrazione (l’installazione di Antoine d’Agata), di un’identità frammentata da recuperare (il lavoro di Olivia Arthur sulle donne di Jeddah) o infine, l’incertezza di vivere sotto la minaccia di possibili attacchi terroristici (Alex Majoli e la serie sull’attentato al Bataclan di Parigi del 2015). Ogni volta però, esiste sempre una nuova storia da vivere – e per i fotografi da raccontare – come fa Alessandra Sanguinetti che da anni segue la vita, e la crescita, di Guille e Belinda, due cugine della pampa argentina. Nei ritratti delle ragazze, nella loro complicità, nei giochi, nella scoperta della vita adulta ritroviamo il senso di un percorso temporale tra giovinezza ed età matura colto con sensibile partecipazione. Completa l’esposizione il cortometraggio Community, un’ampia antologia delle fotografie Magnum dedicate ai giovani.

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“Un mondo giovane. Le nuove generazioni nello sguardo dei fotografi Magnum”. A La Spezia, Fondazione Carispezia, fino al 3 marzo 2019. Catalogo edito da Contrasto, con testi di Roberto Cotroneo e Alessandra Mauro.

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