Giovani a Siracusa: un tornado di speranza

Dall’1 all’11 agosto più di 60 ragazzi da tutta Italia riuniti con un unico scopo: lasciare un’impronta nel quartiere Tike e Akradina. Giochi, sport, balli e musica. Riflessioni cu carceri e immigrazione. Un’azione dei Giovani per un mondo unito del Movimento dei Focolari
Siracusa Giovani

Agglomerati urbani nelle periferie della città in cui si vive un clima di povertà e dove spesso i bambini sono lasciati a loro stessi, senza una linea educativa forte, rifiutandosi persino di frequentare l’ambiente scolastico. Intervenire qui sembrava impossibile, ma alla luce dell’esperienza dell’anno passato tutto ha preso forma. In che modo?

 

Ogni mattina veniamo ospitati dall’Istituto Comprensivo Nino Martoglio, dove accogliamo i bambini, pronti ad iniziare con energia una giornata all’insegna del divertimento, con giochi, sport, balli e musica. A questo spirito festoso, aggiungiamo attività educative, capaci di stimolare la creatività dei bambini. Per fare questo ci aiutiamo con dei laboratori: Creatività, Danza, Fotografia & Giornalismo, Musica, Riciclo creativo e Teatro.

 

Il nostro principale obiettivo è, oltre a farli divertire (e divertirci), renderli consapevoli della loro realtà sociale, insegnando che, oltre a quella, c’è un mondo intero tutto da scoprire. Continuiamo le nostre giornate con numerosi momenti di approfondimento sociale e culturale.

 

Un pomeriggio abbiamo ospitato il neuropsichiatra infantile Franco Sciuto, difensore dei diritti dei bambini del comune di Siracusa, Simona Cascio per Arci Siracusa; il piccolo assessore alle politiche sociali e l’urbanista Gabriele Saccà, i quali ci hanno aiutato a vedere con occhi più attenti l’esperienza che avremo affrontato e raccontato le loro esperienze.

 

Un altro pomeriggio abbiamo organizzato un momento di riflessione sulle carceri, che abbiamo chiamato La vita oltre le sbarre, concentrandoci sull’intimità della vita e delle condizioni sociali dei detenuti.

 

Un’altra volta, ospitati a Chiaramonte Gulfi dalla Comunità diffusa, centro di seconda accoglienza, abbiamo trattato l’argomento immigrazione, e condiviso un momento di festa con musica loro tipica, danza e scambio di esperienze.

 

Continueremo andando al cuore di altri problemi che ci circondano, prima di tutto per esserne coscienti, per poi cercare insieme delle possibili soluzioni. Presentandoci come piccole foglie in un immenso albero d’estate, che con il vento si espandono cercando di donare speranza e far riconoscere nei loro cuori la bellezza e la pienezza della vita.

 

Alcune impressioni

 

Carlo: «Ho 13 anni, mi è piaciuto molto il laboratorio di giornalismo e fare la telecronaca delle partite di calcio. Il mio sogno sarebbe fare la telecronaca della finale di Champions. Adesso che so intervistare le persone vorrei chiedere alla preside se possiamo fare un giornalino della scuola».

 

Giuliana: «Ho 10 anni, in questi giorni mi è piaciuto molto intervistare le persone del quartiere; grazie alla fotografia ho capito che quando nasce un bambino o scarti un regalo puoi scattare una foto».

 

Adriana: «Ho 10 anni. Ho scelto il laboratorio di fotografia e giornalismo perché mi piace fotografare soprattutto le farfalle, perché sono colorate. Da grande vorrei fare l’attrice perché mi piace recitare. In questi giorni ho legato molto con gli animatori perché sono simpatici. Ho imparato a fotografare e ho costruito una casetta nel laboratorio di riciclo».

 

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

Il voto cattolico interessa

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons