Giocolerie dei corpi

Il loro è un teatro che chiama a raccolta la candida, surreale, stralunata clownerie di Jérome Deschamps, il cinema muto di Tati e quello di Keaton. Ma pure l’atmosfera, la creatività, la commistione di generi del nouveau-cirque oggi tanto in voga. E a questo genere si rifanno anche nel nome quelli del Circhio Lume, con la marcia in più di una dimensione molto teatrale: drammaturgica nella costruzione intima e autoironica; libera nel procedimento senza rete. Nello spettacolo presentato al Festival Volterrateatro a far da traccia tematica sono i meccanismi relazionali che mettiamo in atto per farci amare. Una messinscena delle debolezze umane, dei sentimenti e dei piccoli drammi che si ripetono, dove, ad essere sbeffeggiati, sono le aspirazioni e le frustrazioni, gli incontri e i distacchi. Aldo Rendina, Federica Tardito e Riccardo Maffiotti ce lo dicono in un succedersi di gag con linguaggio clownesco e dan- zato, con la stravaganza che sfiora l’idiozia. Quella che nasce dall’intelligenza creativa. Come il muoversi in equilibrio precario su tre panche l’una sopra l’altra con delle grucce in mano,mentre una musica carica di tensione sottolinea l’azione sospesa. E la sensazione di sospensione nel vuoto – alla Hitchcock – è l’effetto che si riceve, dove ciascuno dei tre cerca di non far cadere l’altro. Con salvezza e sollievo finale per tutti. Sulle stesse panche si era intanto svolta una candida storia d’amore tra due sposi diretta da un terzo che fa provare e ripetere scene e posture di allontanamento e avvicinamento. La donna diventerà poi regista e interprete isterica con la richiesta assurda di in un inseguimento senza rumore. C’è chi cerca di rubare la scena all’altro sulla canzone di Nada Ma che freddo fa; e chi sulla musica di Satie esegue una danza da fermo. E, infine, c’è chi su una tavola cerca la posizione da assumere per il suo funerale, impartendo impazientemente ordini su come e cosa devono fare i due accompagnatori. Lo spettacolo acquista una forza comunicativa che entusiasma, trasportandoci nel piccolo, ma meraviglioso cerchio del mondo: come vorremmo che fosse la vita. Anatomie Anomalie. L’anomalia è già nel nome della compagnia e nel titolo dello spettacolo. È quella normale di corpi di- versi, alti e bassi, neri e bianchi, esili e ciccioni.Ma tutti danzanti, tutti acrobatici, alle prese con una levità da trasporre nella ruvidezza e nella nevrosi quotidiana della vita. Si inizia con una semplice lezione di aerobica dove ognuno cambia movimento al quale gli altri si accodano. Poi ciascuno si separa. Ognuno un mondo isolato, alle prese con la sua personale paura. Scavando in volo nel sentimento dell’incertezza degli equilibri relazionali, gli otto interpreti si muovono attorno, dentro e sopra degli enormi scatoloni parallelepipedi, spostati a vista, smontati, aperti, reclinati. Su questa scultura vivente, luogo di passaggio per incontri transitori, essi giocano vincendo il pericolo, si arrampicano, camminano e volano dall’uno all’altro, si buttano dalla cima, aprono finestre dalle quali fanno intravedere solo pezzi di braccia, gambe o teste. Quasi a svelare il proprio mondo. Nessun attrezzo circense se non in ultimo una bascula per voli acrobatici, e aste di legno piccole e lunghe per sketch figurativi che oltre a divertenti azioni creano immagini forti e dolorose: come quella della donna poggiata e reclinata sulla cima di un’asse. Dalle dispute, agli slanci, ai rapporti conflittuali, si passa alla condivisione, al recupero di un’armonia corale, suggellata da un abbraccio insistito. Che è speranza di nuovi rapporti. Giuseppe Distefano Al Parco della Musica di Roma per il festival Metamorfosi, e a Torinodanza il 12 e 13 ottobre. LE VIE DEI FESTIVAL Alla sua XIII edizione, l’iniziativa dell’Associazione Cadmo, attingendo ai festival estivi, porta nella capitale (dal 18/9 al 17/10) nuove produzioni teatrali. Nel programma: la Societas Raffaello Sanzio con una Lezione aperta di Claudia Castellucci e Ballo in circostanze costrette, e Ballo capace di agonia con 24 giovani danzatori. Tra le giovani formazioni Gloriababbi Teatro con Il riscatto, scritto e diretto da Giampiero Rappa; Prima della pensione di Thomas Bernhard, regia di Renzo Martinelli; il Teatrino Giullare con Finale di partita di Beckett; La buona madre, testo goldoniano prodotto dalla compagnia I Fratellini. Infine la Compagnia delle Acque di Gualtiero Bertelli con L’Orda. Storie, canti e immagini di emigranti, di Giannantonio Stella tratto dall’omonimo libro, sugli aspetti più dolorosi dell’emigrazione degli italiani. Informazioni: tel. 06 3202102.

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