Gigia, la scimmietta del circo

Il circo Arcobaleno, chiamato così, perché il tendone che lo copriva era dipinto con tanti colori, si stava spostando, in fila indiana con tutti i suoi carri, verso un bel paese di campagna. Fra i tanti animali che vi si esibivano, c’era una scimmietta tutta bianca, di nome Gigia. Nonostante tantissimi bambini venissero a vederla e ad applaudirla, essa era triste perché, pensava, che lo facessero non tanto per l’abilità con cui eseguiva gli esercizi e i giochi durante lo spettacolo, ma per il suo strano colore bianco, che la distingueva nettamente da tutti gli altri animali. Durante il viaggio di trasferimento decise di scappare; lo fece di notte, quando tutti dormivano. Nonostante il buio, si mise a correre per la campagna senza fermarsi e senza sapere dove andava. Si fermò solo alle prime luci dell’alba quando vide, in lontananza, una bella fattoria dove tutti dormivano, perfino il gallo. Si avvicinò con molta cautela e, visto che non c’era nessuno, entrò nel cortile. Ma, appena oltrepassato il recinto, sentì alle sue spalle uno strano ronf, ronf. Era Beppino il maialino detto sporchino che, casualmente, quella mattina si era svegliato prima del solito, perchè ha fatto un brutto sogno; aveva sognato di essere stato trasformato in tanti bei salamini. Entrambi fecero un salto all’indietro per lo spavento ma poi, poco a poco, si calmarono e fecero amicizia. Lui le raccontò del brutto sogno, lei gli parlò del circo e gli confidò il motivo della fuga. Beppino consigliò a Gigia di cambiare subito il colore della sua pelliccia. Così sarai notata di meno gli disse. Ma come faccio a cambiare colore? chiese Gigia sconsolata. Facile – ribatté Beppino -, devi solo rotolarti nel fango, come me, vedi come è semplice?. Così dicendo fece una bella capriola nella pozzanghera. Durante il giorno il maialino presentò la scimmietta a tutti i suoi amici della fattoria i quali l’accolsero con simpatia ma non le manifestarono grande entusiasmo. Peppino spiegò a Gigia che anche loro erano molto tristi perché il loro padrone, da quando era rimasto vedovo, era diventato cattivo e trattava tutti molto male. Inoltre aggiunse: Si lamenta di continuo perché non gli diamo le soddisfazioni che si aspetta da noi. Secondo lui io non ingrasso abbastanza, la gallina Coccodè non depone le uova che dovrebbe, la mucca Martina fa poco latte e così via. Gigia si sentì subito a suo agio, perché avvertiva di essere ben voluta dai nuovi amici e, volendo ricambiare il loro affetto, propose, se erano d’accordo, di mostrar loro le sue abilità circensi. Si assicurò che il padrone fosse lontano e iniziò lo spettacolo; prese le uova della gallina Coccodè e le fece roteare con le mani, poi si mise fare salti mortali; approfittando di una corda che penzolava saltò di qua e di là come Tarzan, salì su una ruota e fece il giro della fattoria, balzò anche sulla schiena della capra Beebee e, con salti acrobatici, salì e scese dalla sua schiena diverse volte. Per ultimo si mise a fare l’imitazione di tutti i nuovi amici. Con la sua bravura e simpatia riportò il buon umore a tutti. Così, sentendosi più contenti, cominciarono a produrre più latte, più uova, più… carne, ecc. Il padrone, avendo notato questo cambiamento, volle indagarne la causa. Un giorno fece finta di partire per la città, invece si nascose dietro il grande albero e si mise a spiare i suoi animali. Con grande sorpresa vide la scimmietta che, con i suoi esercizi spettacolari, li faceva divertire. Comprese subito quale fosse il motivo di quel cambiamento così radicale. Perciò si ripromise che, d’ora in poi, li avrebbe trattati sempre bene e con affetto. Così facendo ridiventò il buon Arturo di una volta. Ben presto la serenità tornò nella fattoria. Intanto Gigia iniziava a sentire nostalgia del circo e dei bambini. Spesso, senza volerlo, rivedeva con gli occhi della mente le immagini degli spettacoli, le luci, gli applausi, le grida di gioia dei giovani spettatori. Un giorno, con l’approvazione dei suoi nuovi amici, tornò sotto il tendone di Arcobaleno. Arrivò proprio mentre stava per iniziare lo spettacolo; si presentò tutta sporca, non avendo avuto il tempo di lavarsi. Così gli applausi che ricevette dai bambini le fecero

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