Gigi il cantante

Si è parlato tanto del Proietti attore infatti, giustamente ricordato per i suoi cavalli di battaglia teatrali, il lato forse meno esplorato della sua fulgida carriera è quello musicale, un ricco repertorio tra musical, colonne sonore e stornelli...
© PIERGIORGIO PIRRONE / TEAM / Lapresse

Sono giorni ormai che non si parla d’altro nei programmi televisivi italiani. Lunedì 2 novembre, a Roma, se n’è andato Luigi Proietti, in arte Gigi. Nei giorni, si sono succedute molteplici dichiarazioni, interviste, testimonianze di vita legate ad un uomo straordinario nonché uno degli ultimi Maestri del teatro italiano. E romano.

Si è parlato tanto del Proietti attore infatti, giustamente ricordato per i suoi cavalli di battaglia teatrali (60 anni di spettacoli fra tragedia e commedia), cinematografici (dalla recitazione in Febbre da Cavallo al doppiaggio in Aladdin) e televisivi (il cabaret degli inizi, i programmi di intrattenimento, le fiction, gli spot pubblicitari).

Il lato forse meno esplorato della sua fulgida carriera è quello musicale.

Agli inizi degli anni ’70, Proietti già calca i palchi da anni. Nel 1971, è chiamato da Garinei e Giovannini per entrare a far parte della loro compagnia teatrale in occasione della messa in scena di Alleluja Brava Gente, uno spettacolo musicale divenuto celebre negli anni grazie anche ad alcuni brani caratteristici come Amaro Fiore Mio o Lo Mundo è Fatto Per Noi.

L’anno seguente è quello di Meo Patacca, celebre maschera soldatesca della commedia dell’arte romanesca reinterpretata dallo stesso Proietti nel suo primo film da protagonista: «C’avemo cento mani si se trattà de menà» canta nella canzone tema del film.

È divenuto ancora più struggente, in questi giorni, l’ascolto di Nun je dà retta, Roma, storico brano scritto da Luigi Magni e musicato da Armando Trovajoli nel 1975. «Annamo, daje Roma, chi se fa pecorone er lupo se lo magna, abbasta no scossone», canta un malinconico Proietti rivolto alla propria città in decadimento. Dello stesso anno è invece il 45 giri con Me So Magnato Er Fegato, scritto da Claudio Baglioni originariamente per Monica Vitti, sul lato A e la celeberrima La Vita è N’Osteria in cui recita «Che sta vita è n’osteria, si ce pensi è na bottega, poi se chiude e così sia».

Siamo nel 1976 e, passando per Sono un Uomo Semplice Con i Peli sul Petto, un divertissement contenuto nella colonna sonora del film Languidi Baci… Perfide Carezze, si arriva alla consacrazione cinematografica con Febbre da Cavallo. L’anno seguente arriva il successo teatrale di A Me Gli Occhi Please, di cui vengono estratte le tracce audio per un omonimo disco.

Una nuova collaborazione con Luigi Magni lo vede dar voce alla storia di Gaetanaccio, commedia musicale basata sulla leggenda del famoso burattinaio romano. Anche in questa occasione, Proietti si dimostra particolarmente affezionato alla tradizione romana tanto da diventarne un fiero e rispettabile rappresentante musicale, accostandosi con umiltà ai già amatissimi Manfredi, Sordi, Fabrizi.

Divenuto ormai un alto rappresentante della cultura popolare, Proietti non riesce a scindere la musica dal teatro. Nonostante le numerose collaborazioni con grandi musicisti e cantanti dell’epoca tra cui Ornella Vanoni (Se dovessi cantarti, 1975), Loretta Goggi (Stanno suonando la nostra canzone, 1981) e Gabriella Ferri (Roma De ‘Na Vorta, 1979), l’attore predilige colonne sonore e trasposizioni a veri e proprio dischi personali. Dobbiamo aspettare il 1983 per ascoltare Le More, il primo lavoro musicale indipendente dalla sfera teatrale in cui sono contenute la bellissima Le More e Rosalina, resa poi celebre da Fabio Concato. Dello stesso anno è anche il 45 giri con le due tracce Foxtrot / Aprì La Fine, estratti musicali di Fantastico 4.

1995Archivio StoricoTrio Melody

Gli anni ’80 si chiudono con l’ennesima colonna sonora tratta dallo spettacolo I 7 Re Di Roma ed è forse uno degli ultimi episodi da segnalare nella discografia dell’attore romano. Pur non dimenticando assolutamente la prestazione canora regalataci in occasione del doppiaggio per Aladdin di Walt Disney, l’ultimo vero palco calpestato ufficialmente come cantante è quello di Sanremo, nel 1995, con la canzone Ma Che Ne Sai… Se Non Hai Fatto Il Pianobar. Per l’occasione, l’autore della canzone in gara Claudio Mattone, decide di chiamare Gigi Proietti, Peppino di Capri e Stefano Palatresi come interpreti. Da quell’esperienza nasce così un vero e proprio album, a cui seguono due anni di concerti in giro per l’Italia.

Ci lascia un uomo straordinario, un attore completo, un poeta del popolo. E perché no, un vero interprete, una voce potente, uno stornellatore di vita.

 

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Mediterraneo di fraternità

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons