Gesù nostro contemporaneo

Dibattiti e incontri alla scoperta del Cristo, figura attuale non solo per la Chiesa ma per l’arte, le grandi religioni, l'Europa
Logo del convegno

Gesù nostro contemporaneo è il titolo del convegno internazionale, promosso dal Progetto culturale della Cei, aperto ieri a Roma, all’Auditorium di via della Conciliazione e che terminerà giorno 11. In un’Europa senza slanci religiosi – come ha detto il cardinale Bagnasco, presidente della Cei – è necessario «ritrovare un cristianesimo che trafigga il cuore e muova alla conversione, per incontrare ancora il Cristo 0187. Di qui la molteplicità dei dibattiti e degli incontri, per confrontare le diverse prospettive su di un “personaggio” tanto attuale. 

Tra le diverse sessioni, svoltesi in concomitanza, particolarmente significativa è apparsa la tavola rotonda moderata da Sandro Magister su “Gesù e la Gerusalemme di ieri e di oggi”, con la partecipazione dell’esegeta Romano Penna, del giornalista Paolo Mieli e del rabbino David Rosen. «A Gerusalemme si è verificato un big bang, con la resurrezione di Cristo, che diffonde i l cristianesimo nel mondo”, ha affermato Penna. Per Rosen, Gerusalemme resta un trait d’union fra i tre grandi monoteismi. Dobbiamo «individuare i punti comuni – ha detto – che sono tanti».


Suggestiva è poi risultata l’analisi  sulle “Rappresentazioni del corpo di Gesù”, svolta dal cardinale Ravasi. Il quale, con la consueta comunicativa erudita, partendo dall’Antico Testamento, dalla Genesi a Giobbe, ha evidenziato come attraverso l’arte, fin dagli inizi del cristianesimo – «religione della storia» -, il corpo di Cristo sia stato sempre raffigurato: partendo da un visione classica del Risorto fino ad una molto più umana che ha conosciuto nel nostro tempo le rappresentazioni sconvolgenti di Gauguin, Nolde, Dalì, Guttuso e Bacon. Raffigurazioni quasi aniconiche, eppure vive e attuali. Le immagini, commentate dalla storica dell’arte Elena Pontiggia, hanno evidenziato quanto suggerito da Ravasi, ossia che gli artisti contemporanei  si riallacciano al tema della “carne”, alla “carnalità” del Cristo  fatto uomo per esprimerne la  vicinanza drammatica al nostro tempo. L’arte così è apparsa un veicolo di comunicazione e di interpretazione del messaggio cristiano grande ed efficace quanto la stessa Parola.
 

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