“Gesù abbandonato”

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La storia del Movimento dei focolari non è nient’altro che la storia di una sempre rinnovata scoperta e di una penetrazione sempre più profonda di questo mistero, che si concentra nel concetto di Gesù abbandonato. È questa la novità per eccellenza dell’esperienza di Dio di Chiara: in Gesù, Dio è sceso fin dove Dio non c’è più; in Gesù, Dio fa propria l’assenza di Dio fra gli uomini; il suo amore va fino al punto che – per parlare con san Paolo – si fa peccato e maledizione per noi (Gal 3, 12; 2Cor 5, 21). È infatti impensabile una pazzia d’amore più grande di quella di condividere e sperimentare la lontananza di Dio per amore di coloro che gli sono lontani, fosse anche per colpa loro. Questo supera di gran lunga una teologia che tratta solo di verità e di comandi anche se non voglio togliere niente ad essa. Qui però c’è qualcosa di diverso: c’è una nuova comprensione del mistero di Dio. Di conseguenza, dopo questa scoperta, per Chiara e per coloro che l’hanno seguita, non c’è stato niente di più importante della continua ricerca di questo volto pieno di dolore. Questa scoperta di Chiara la vedo come un dono non solo per tutti coloro che vogliono vivere da cristiani, ma anche per la teologia. L’unità di tutti i cristiani, come viene espressa nei discorsi d’addio giovannei, e che in certo qual modo è il riassunto di tutto ciò che Dio vuole da noi, non ha mai raggiunto – per quanto io ne sappia – una radicalità e una profondità come in Chiara. Quest’unità contiene in sé la vita della Trinità, ma anche l’abbandono di Dio sofferto da Gesù. Con ciò si è spalancato un orizzonte che non conoscevamo neanche nella teologia, sebbene ci siano stati anche prima teologi che hanno riflettuto su l’uno o sull’altro aspetto.

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