Gente che crede gente che muove

“Nell’attuale clima culturale, permeato di ateismo e relativismo, insegnare religione al liceo è una bella sfida. Quotidianamente mi imbatto nelle obiezioni e nei giudizi ironici di colleghi e studenti, per i
quali credere sembra cosa irragionevole. Cercando di vedere Gesù in loro, ho imparato a non assumere posizioni di difesa, ma ad ascoltarli profondamente, recuperando il positivo che c’è nelle loro domande e provocazioni. In fondo, queste persone mi costringono ad andare alle motivazioni del mio credere, mi invitano a rendere ragione della mia fede dentro il vissuto quotidiano, il luogo dove si offre a noi l’umanissima e sorprendente proposta di Gesù. Ho costatato che in questo modo spesso si stabilisce un dialogo fecondo e che ciò che persuade non è la forza del sapere, ma la sapienza che traspare dalla parola vissuta”.
Scrive così Marina Motta delle Suore del Bambino Gesù, insegnante in un liceo a Roma.
È l’inizio di una delle 94 brevi storie raccolte nel volume Una buona notizia. Gente che crede gente che muove1. Fatti che provengono da 34 Paesi del mondo. Un terzo dei loro protagonisti sono giovani, ragazzi, bambini. Altri racconti sono di famiglie, operai, professionisti,  persone impegnate in parrocchia o nei vari
ambiti della vita civile. Loro denominatore comune è l’aspirazione ad affrontare col Vangelo le situazioni di ogni giorno e della società. Storie di tutti i giorni, come quella di una signora pakistana che lavora in un salone di bellezza dove cerca di andare oltre le disuguaglianze sociali, o quella di un ragazzo che trova quotidianamente un mattone sporco nello zaino con cui va a scuola, finché, incoraggiato dagli
amici con cui vive il Vangelo, trova la forza interiore per parlare pacatamente con chi gli fa questo sgarbo e decolla un rapporto diverso. Ma anche fatti di più vasta portata come quello della famiglia di una ragazza diversamente abile in Nord-America, che diventa il punto di partenza per la trasformazione di
un’intera cittadina, o quella di un’insegnante in Argentina che, ispirandosi al Vangelo, conia un nuovo metodo di insegnamento che si diffonde in tutto il continente sudamericano.
Una ragazza che, volendo fare per Dio “qualcosa di grande”, trova il modo di trasformare i rapporti nella propria scuola, o il giornalista che, iniziando da un blog, dà vita a un’agenzia di notizie per far scoprire un volto diverso dell’Africa.
E ancora: il calciatore, l’ingegnere chimico, le due bibliotecarie di un liceo ungherese,  il ragazzino in Camerun che fa cambiare idea a un gruppo di ladri, la popolazione di un paese sardo che ricostruisce la fiducia e il tessuto delle relazioni dopo un triste fatto di cronaca nera.
 
L’energia nascosta del Vangelo, per il mondo globalizzato
“Di fronte al relativismo che rende oscuro e insignificante ogni tentativo di spiegazione teorica o di dimostrazione logica della verità – ha osservato lucidamente Maria Voce,  presidente del Movimento dei Focolari, qualche mese fa –, lo Spirito Santo sembra averci suggerito l’unico annuncio che non ammette
discussione: l’esperienza vissuta può essere compresa o meno, suscitare simpatia o rivolta,  attrarre o respingere, ma non può essere messa in dubbio”. Nella prefazione del volume scrive: “Da duemila anni la Chiesa ha un tesoro tra le mani: il messaggio di Gesù, venuto come luce per illuminare l’enigma della
nostra esistenza, gli angoli oscuri della società, la realtà dura del dolore e della morte; per suscitare fra le persone, nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, rapporti giusti e di donazione reciproca,  improntati all’unità e alla distinzione, a somiglianza di Dio che è Uno e allo stesso tempo vive, unico, in tre Persone”. E fa notare:
“In questo tempo di crisi, i cristiani scoprono in maniera nuova di essere debitori di questo tesoro ai propri contemporanei…, di non poter vivere ripiegati su se stessi, ma di dover portare, assieme a tutti, il proprio contributo per costruire la famiglia umana e dare un’anima a questo mondo globalizzato, nei suoi inediti scenari”. Impegno che il volume intende stimolare anche con oltre 200 aforismi, sintetiche citazioni, tratte dalle Scritture e dai Padri, da santi, testimoni, documenti ecclesiali, dai discorsi degli ultimi Papi ma anche dagli scritti di personalità della vita sociale. Cadono subito all’occhio le vibranti domande formulate da Paolo VI nell’Evangelii Nuntiandi, tuttora attualissime, riportate sulla seconda di copertina: “Che ne è oggi di questa energia nascosta della buona notizia, capace di colpire profondamente la coscienza dell’uomo? Fino a quale punto e come questa forza evangelica è in grado di trasformare veramente l’uomo di questo secolo? Quali metodi bisogna seguire nel proclamare il Vangelo affinché la sua potenza possa raggiungere i suoi effetti?” (n. 4).
 
Questioni di stile e scenari da abitare
A queste domande il volume vuole rispondere con fatti vissuti e idee ispiratrici,  aprendo, capitolo dopo capitolo, una serie di “quadri” disposti secondo tre tematiche: “Un divario da colmare”, “Questioni di stile”, “Scenari da abitare”. In questo modo, a un lato si mettono a fuoco tratti distintivi dell’evangelizzazione nel tempo di oggi, come l’autenticità della vita, l’impegno costante a rievangelizzarsi, il coraggio di parlare, la capacità di rendere ragione della propria fede,  assieme a imprescindibili vie: l’importanza del rapporto personale, la tensione a far nascere piccole cellule vive che irradiano lo spirito del Vangelo, l’apertura a tutti come “candidati alla fraternità”.
Dall’altro lato ci si addentra in una serie di ambiti che si possono rinnovare con la luce del Vangelo: dal quartiere e dalla città allo sport e al tempo libero; dal mondo del lavoro e del business a quello della scuola e della cultura e a quello dei media; dalla famiglia alle nuove generazioni. Non manca ovviamente un capitolo dedicato alle Comunità ecclesiali, da quelle parrocchiali a quelle religiose e alle piccole comunità cristiane che stanno dilagando nel mondo come luogo dove germoglia e matura la fede.
 
Nell’imminenza del Sinodo dei Vescovi
La pubblicazione di questo libro avviene nel momento in cui papa Benedetto ha posto la nuova evangelizzazione al primo posto dell’agenda della Chiesa, non solo con la creazione di un apposito Pontificio Consiglio ma anche con la scelta del tema per il Sinodo dei Vescovi da poco celebrato (7-28 ottobre 2012) che si è occupato del tema La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede. Priorità che il papa ha voluto sottolineare anche indicendo l’Anno della Fede, in coincidenza con il 50° anniversario
dell’apertura del Concilio Vaticano II.
“Come leggiamo negli Atti degli Apostoli – osservava l’Instrumentum Laboris per il Sinodo –, non si può trasmettere ciò che non si crede e non si vive. Non si può trasmettere il Vangelo senza avere come base una vita che da quel Vangelo è modellata, che in quel Vangelo trova il suo senso, la sua verità, il suo futuro” (n. 91). E invitava tutti a coinvolgersi in prima persona in questa impresa: “Un simile compito di annuncio e di proclamazione non è riservato soltanto a qualcuno, a pochi eletti. È un dono fatto ad ogni uomo che  risponde alla chiamata alla fede. La trasmissione della fede non è un’azione riservata a qualche singolo individuo appositamente deputato. È compito di ogni cristiano e di tutta la Chiesa, che in questa azione riscopre continuamente la propria identità di popolo radunato dalla chiamata dello Spirito, per vivere la presenza di Cristo tra noi, e scoprire così il vero volto di Dio,  che ci è Padre” (n. 92). Per questo vasto compito, il volume vuole essere uno strumento di lavoro, quasi un “vademecum” che, in modo “gustoso” e snello (dopo l’introduzione, non vi si trova nulla più lungo di tre pagine), offre spunti utili per la riflessione e per la vita. Un libro da tenere a portata di mano per iniziare o concludere la giornata “ricentrandosi”, ma anche per lo zainetto dello studente o la borsa delle signore, onde potervi attingere durante il tempo di attesa del bus o di un appuntamento: una porzione di “cibo” ricostituente.
 
L’apporto dei carismi
A collaborare a questa raccolta è stata un’équipe di oltre 30 persone di vari campi di impegno e di diversa specializzazione, indicate con nome e cognome in fondo al libro. Nella prefazione e nell’introduzione si la fonte ispiratrice: il fenomeno degli odierni Movimenti ecclesiali e delle nuove Comunità che danno nuovo vigore alla dimensione carismatica della Chiesa tanto che Giovanni Paolo II ebbe a dire: voi siete “la risposta provvidenziale” alla drammatica sfida di questo tempo2.
“Fra queste realtà carismatiche – ricorda la prefazione – c’è il Movimento dei Focolari, con un suo ideale – la preghiera di Gesù ‘che tutti siano uno’ – e una sua via: quella della carità. Con questi punti cardine del nel
cuore, Chiara Lubich e quanti hanno seguito la sua via hanno rivoluzionato la propria vita, si sono rimboccati le maniche per rispondere ai dolori e alle piaghe dell’umanità e gettare ponti tra persone e gruppi, aperti alla collaborazione con tutti, in un dialogo che, ben ancorato alla verità della fede, valorizza – a reciproco arricchimento – ogni apporto di bene da chiunque provenga”. E spiega: “Questo libro tratteggia questa avventura, con le sue sfide e i suoi frutti, attraverso esperienze e progetti fioriti dalla vita della spiritualità dell’unità. Con un solo desiderio: essere – come Chiara Lubich ha detto un giorno – ‘una piccola mano’ che aiuta la Chiesa a realizzare il suo compito,  e concorrere con tutti gli uomini e le donne alla fraternità universale”.
 
“Ci vuole coraggio”
Distribuito nelle librerie e nelle reti di diffusione, il volume ha subito iniziato a farsi strada, come sussidio cui attingere per le omelie e per l’animazione di incontri, ma anche fra la gente, come testimonia questo simpatico episodio. Nei giorni in cui è uscito il libro, la curatrice del volume si è trovata a viaggiare sul
treno, per andare a lavoro. Per rendersi conto del lavoro fatto, ma anche alla ricerca di qualcosa da tradurre in vita durante la giornata, ha tirato fuori la raccolta, con la colorata e allegra copertina ben in vista, e ha iniziato a leggerne qualche pagina. Quando, arrivata a Roma Termini, si è alzata dal posto per scendere dal treno, la signora che le era stata seduta di fronte, le fa: “Ci vuole coraggio, a mettere un titolo così, oggigiorno!”. “Sì, questa editrice, Città Nuova, ha avuto veramente coraggio”, risponde la curatrice. E la signora: “Ma dove si può trovare questo libro?”. “Per quanto so, è appena uscito, ma fra qualche giorno lo
potrà trovare senz’altro nelle librerie vicino al Vaticano”. E allora la signora ha voluto annotarsi i dati del volume. Non immaginava certo che aveva davanti a sé l’autrice…

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