Gen Rosso, tre concerti “per abbracciare il mondo intero”

È quasi tutto pronto per il grande fine settimana. Il concerto del Gen Rosso, anzi, i concerti di Natale di quest'anno si terranno in tre orari differenti per rincorrere tutti i fusi orari e mandare un messaggio di speranza a tutto il pianeta.

«Da un’emergenza, come quella legata alla pandemia da coronavirus, emerge l’idea di fare un concerto in streaming in 3 orari differenti per abbracciare tutto il mondo che in molte parti sta tanto soffrendo». Così Tomek Mikusinski, il portavoce del Gen Rosso , lancia il prossimo concerto di Natale che si terrà il 19 e 20 dicembre in tre differenti appuntamenti per favorire i singoli emisferi: sabato 19 alle ore 13 e alle 21 e domenica 20 alle ore 23.59 (ora italiana).

Life, Love e Care

«Bisogna adattarsi, dopo tutto la musica e l’arte cambiano a seconda del momento storico in cui si esprimono e noi vogliamo esserci a tutti costi, per stare accanto a chi soffre e al personale sanitario duramente provato da questa esperienza». La pandemia ha dimostrato quanto siamo interdipendenti e quanto sia necessario attuare un progetto di coesistenza umana per un futuro migliore per tutti. Sulla scia di queste riflessioni il concerto segue tre filoni: Life, Love e Care. «In questi anni il Gen Rosso ha portato in giro per il mondo la sua festa di celebrazione alla vita attraverso il concerto “Life”. Il Natale è simbolo di rinascita e per noi il cambiamento è rappresentato dal prendersi cura del prossimo: da qui la parola “Care”. E poi “Love”, a dimostrazione del fatto che bastano piccoli gesti quotidiani, ma concreti, d’amore».

In attesa del concerto ogni componente del gruppo ha lasciato sotto l’albero un dono, un simbolo per un nuovo proposito nell’anno che verrà, come Michele Sole, cantante, che ha voluto lasciare il suo microfono, per «dare voce a chi non ha voce: gli ultimi, gli emarginati».

Per una buona causa

Il concerto è libero e accessibile a tutti, ma chi vuole può fare una donazione libera. Parte del ricavato andrà al Centro educativo fiore a Mixco in Guatemala, che ospitava centinaia di bambini e ha dovuto chiudere per via del Covid e ha fatto perdere il lavoro alle persone che lo finanziavano. «Non è stato semplice perchè ci sono tante realtà simili. Ma l’America centrale viene spesso dimenticata», afferma Mikusinski.

Tutto è cominciato quando uno dei componenti del gruppo musicale, che ha vissuto per anni nelle terre dell’America Cantrale, ha ricevuto la notizia che la Scuola avrebbe cessato l’attività, lasciando a casa centinaia di studenti. La preside della scuola aveva molto apprezzato il nostro interesse ed era rimasta toccata dalla nostra proposta. «Lì abbiamo capito che fosse la scelta giusta racconta Mikusinski. Anche noi non abbiamo potuto fare i concerti e abbiamo gudagnato poco quest’anno, ma quella piccola fetta di pane che abbiamo non possiamo non metterla a disposizione degli altri». Quando le difficoltà aumentano il cuore delle persone si fa più grande: stanno già arrivando le prime donazioni.

 

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons