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Gaza: gli operatori sanitari fanno il digiuno per chiedere la fine dei bombardamenti di Israele

di Sara Fornaro

- Fonte: Città Nuova

Sara Fornaro

Martedì è cominciata una mobilitazione pacifica del personale sanitario toscano che si sta diffondendo anche in altre regioni per la pace a Gaza. Durissime le parole del presidente Mattarella sui bombardamenti israeliani: davanti a tanti orrori, ha affermato, “è difficile vedere una involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l’ostinazione a uccidere indiscriminatamente”.

Operatori sanitari toscani in digiuno contro il genocidio a Gaza

«L’incredibile bombardamento della parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza è stato definito un errore. Da tanti secoli, da Seneca a Sant’Agostino, ci viene ricordato che errare humanum est, perseverare diabolicum (Sbagliare è umano, perseverare è diabolico, ndr)». Parlando dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è durissimo.

In occasione dell’incontro con l’Associazione Stampa parlamentare per la tradizionale consegna del Ventaglio, il capo dello Stato  ha parlato di quanto affermato due mesi fa, quando, «dopo avere ricordato l’orrore del barbaro attacco di Hamas del 7 ottobre, con tante vittime tra inermi cittadini israeliani e l’ignobile rapimento di ostaggi, ancora odiosamente trattenuti», aveva «sottolineato come sia inaccettabile il rifiuto del governo di Israele di rispettare a Gaza le norme del diritto umanitario, ricordato pochi giorni fa da Leone XIV».

Il Presidente Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto in occasione dell’incontro con i componenti dell’Associazione Stampa Parlamentare, i Direttori dei quotidiani e delle agenzie giornalistiche e i giornalisti accreditati presso il Quirinale per la consegna del Ventaglio da parte dell’Associazione Stampa Parlamentare. Foto Quirinale

Per il presidente Mattarella «è disumano ridurre alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani» ed è «grave l’occupazione abusiva, violenta, di territori attribuiti all’Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania. Ho espresso l’allarme per la semina di sofferenza e di rancore che si sta producendo, che, oltre ad essere iniqua, contrasta con ogni vera esigenza di sicurezza. Quel che è avvenuto nelle settimane successive è ulteriormente sconvolgente. Sembra che sia stata scelta la strada della guerra continua e ovunque, dimenticando che la guerra suscita nuove schiere avverse, nuovi reclutamenti di nemici, indotti anche dal risentimento, dalla frustrazione, dalla disperazione».

Manifestanti tengono uno striscione raffigurante bambini palestinesi che soffrono di grave malnutrizione, durante una manifestazione che chiede la fine della guerra a Gaza, presso l’Università di Sana’a, a Sana’a, Yemen, il 23 luglio 2025. Ansa, EPA/YAHYA ARHAB

Il capo dello Stato ha aggiunto: «Si è parlato di errori anche nell’aver sparato su ambulanze e ucciso medici e infermieri che si recavano per dar soccorso a feriti sui luoghi più tragici dello scontro, nell’aver preso a bersaglio e ucciso bambini assetati in fila per avere acqua, per l’uccisione di tante persone affamate in fila per ottenere cibo, per la distruzione di ospedali uccidendo anche bambini ricoverati per denutrizione. È difficile, in una catena simile, vedere una involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l’ostinazione a uccidere indiscriminatamente».

Contro il massacro di Gaza proprio dagli operatori della sanità, quelli impiegati nelle strutture della Toscana, è partita una mobilitazione pacifica , che sta coinvolgendo centinaia di persone.

“Vogliamo vedere i bambini nascere, non vederli morire. Stop genocidio”. Stefano Masoni, ginecologo e primario del reparto di ostetricia dell’ospedale di Cecina, in provincia di Livorno, è uno degli specialisti che stanno partecipando ad una manifestazione silenziosa a favore dei palestinesi, cominciata martedì 29 luglio, che continua a diffondersi anche in altre regioni. Sono un migliaio le persone che hanno aderito al digiuno. Tra loro, c’è anche l’assessore regionale al diritto alla salute e alla sanità della Toscana, Simone Bezzini.

Operatori sanitari toscani in digiuno contro il genocidio a Gaza

I promotori sono stati Daniela Gianelli e Francesco Niccolai, rispettivamente responsabile dell’ufficio stampa e responsabile della formazione dell’Asl Toscana Nord Ovest. Dal loro desiderio di fare qualcosa davanti all’orrore di vedere la popolazione palestinese affamata, è nata un’onda di partecipazione e solidarietà che continua ad avanzare.

Gianelli, come è partita questa iniziativa?
È iniziato tutto venerdì scorso, di pomeriggio, quando io e il mio collega Francesco Niccolai stavamo parlando della situazione di Gaza, pensando a cosa potevamo fare. A un certo punto ci siamo detti: perché non proviamo a fare un giorno di digiuno per la Palestina, per dare un segnale che la sanità c’è? La mission sanitaria sarebbe quella di curare le persone. C’è un’espressione tecnica che viene usata, ed è “prendere in carico” un paziente, che vuol dire che me ne curo, me ne faccio carico. Abbiamo formato una chat Whatsapp e abbiamo mandato il messaggio ad una decina di colleghi: ognuno poteva aggiungere altre persone.

Operatori sanitari toscani fanno il digiuno contro il genocidio a Gaza

Qual è stata la risposta?
Nel giro di 48 ore siamo arrivati a 500 adesioni, in pochi giorni siamo diventati quasi un migliaio e i partecipanti continuano ad aumentare. Abbiamo proposto di fermarci in silenzio ad ora di pranzo, alla fine o prima del proprio turno, fuori dall’orario di lavoro e all’esterno del proprio stabilimento ospedaliero o del proprio ufficio, con un cartello con la scritta “Digiuno per Gaza”.  Per ogni manifestazione abbiamo chiesto una foto e ne stiamo ricevendo a centinaia, perché la mobilitazione si sta diffondendo piano piano in tutta la Toscana: dall’isola di Capraia alle aziende ospedaliere fiorentine, dall’Asl Sud Est alla Fondazione Monasterio.

Chi sono le persone che hanno aderito?
Hanno aderito amministrativi, tecnici, radiologi, medici, infermieri, chiunque! Quelli che sono disponibili ad ora di pranzo escono, espongono il cartello e restano in silenzio, poi fanno la foto e la espongono sui propri social network, condividendo le foto degli altri, perché non abbiamo un’organizzazione o una pagina dedicata.

Qualcuno è stato fermato e identificato dalle forze dell’ordine?
No, nessuno.

Gianelli, perché col suo collega ha promosso questo digiuno?
Perché sentivo il bisogno di fare qualcosa, perché il genocidio di Gaza ci scoraggia. Lo chiamiamo genocidio perché di questo si tratta. Vedevamo le persone che andavano a prendere il cibo e venivano bombardate: stava andando sempre peggio. Noi che lavoriamo nella sanità gioiamo quando in un incidente le persone si salvano o quando i medici riescono a salvare i malati. Per noi è un bene quando le persone guariscono, quando non ci sono intoppi, quando non ci sono liste d’attesa… L’idea del genocidio che si consuma a Gaza ci angoscia tutti.

Cosa pensa della reazione dei suoi colleghi?
Mi sono commossa. Sin dall’inizio nella chat continuavano ad aggiungersi persone e sono arrivate centinaia di foto. Mi sono davvero commossa, non perché non pensassi che nella sanità ci fosse attenzione per Gaza, ma perché non credevo che avrebbero reagito tanto velocemente. Era come se ci fosse la necessità di fare qualcosa in maniera impellente, anche senza un’organizzazione, solo con una chat…

Operatori sanitari toscani in digiuno contro il genocidio a Gaza

Cosa pensa dei medici che lavorano a Gaza?
Sono persone speciali, compresi gli infermieri e le infermiere. Anche i nostri medici sono speciali: hanno aderito a questa chat alcuni che erano andati a Gaza, come il nostro direttore del dipartimento chirurgico e il nostro direttore dell’endoscopia digestiva. In tanti sono andati a Gaza. Sono persone speciali, sono medici che interpretano la loro missione al meglio.

Cosa direbbe alle persone che vorrebbero fare qualcosa per Gaza?
Facciamoci sentire, mettiamoci la faccia. Solo mettendoci la faccia possiamo fare qualcosa, specialmente il servizio sanitario pubblico, al quale credo profondamente, che purtroppo lentamente si sta smantellando, ma che è un bene prezioso. Il fatto che abbiano bombardato gli ospedali per noi è inconcepibile, perché l’ospedale e tutti coloro che vi lavorano sono un simbolo di civiltà. Tra coloro che hanno aderito alla nostra mobilitazione c’è anche suor Costanza Galli, anestesista, che è la responsabile delle cure palliative per l’Asl Toscana Nord Ovest, che ha un bacino di 1 milione e 200 mila persone. Noi ci prendiamo cura delle persone fino alla fine, anche nell’accompagnamento verso la morte, per questo le uccisioni che avvengono a Gaza, questo genocidio per noi sono veramente contro natura. Nella chat adesso ci stiamo anche confrontare su cosa possiamo ancora fare insieme. Siamo molto fieri di questa mobilitazione. Muoviamoci. Muoviamoci tutti!

 

 

 

 

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