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Gaza flagellata da fame, freddo e dai missili di Israele: dov’è la pace di Trump?

di Sara Fornaro

- Fonte: Città Nuova

Sara Fornaro

Si succedono i bombardamenti su Gaza, mentre gli attacchi dei coloni israeliani in Cisgiordania contro i palestinesi continuano, così come le provocazioni dei politici dell’estrema destra israeliana contro i musulmani.

Un padre palestinese sfollato porta in braccio la figlia accanto a una pozzanghera vicino alla loro tenda in una giornata piovosa nel quartiere di Al Zaitun, nella parte orientale di Gaza City, Striscia di Gaza, 25 novembre 2025. Ansa/EPA/MOHAMMED SABER

La missione umanitaria della Global Sumud Flotilla era stata giudicata inutile in quanto, avevano assicurato la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, attraverso il governo italiano gli aiuti sarebbero arrivati presto e in sicurezza ai bambini di Gaza. Eppure, nonostante le loro rassicurazioni, sono ormai mesi che cibo, medicine e altri prodotti raccolti a Genova dalla ong Music for Peace e destinati a Gaza non riescono ad entrare in quella città devastata. Tante poi le restrizioni applicate da Israele ai prodotti da donare: niente marmellate o altri alimenti ritenuti troppo calorici, niente biscotti e nemmeno felpe e pigiami, spazzolini e dentifrici per i bambini palestinesi, costretti così a soffrire sempre la fame e il freddo. «Dopo tre mesi di preparazione e attesa – hanno scritto i rappresentanti di Music for peace il 26 novembre – questa mattina riceviamo la risposta per l’ingresso del convoglio: 𝐑𝐄𝐉𝐄𝐂𝐓𝐄𝐃. 𝐑𝐈𝐅𝐈𝐔𝐓𝐀𝐓𝐀. La giustificazione: non passano aiuti dalla Giordania. Il valico di Allenby rimane chiuso ai carichi umanitari da oltre 70 giorni. Diversa sorte per i camion commerciali, che hanno libero transito».

Non sorridono nemmeno guardando i cartoni animati e gli spettacoli allestiti dai volontari, i bambini palestinesi rifugiati nel campo profughi di Al Shatea, nella parte occidentale di Gaza City, il 23 novembre 2025. Ansa, EPA/MOHAMMED SABER

Intanto, il forte maltempo che sta sferzando la Terra Santa da giorni ha allagato e spazzato via molte delle tende in cui si sono rifugiati gli abitanti di Gaza, dopo che i missili israeliani hanno distrutto la loro città. I temporali hanno anche fatto crollare una parte del cosiddetto “muro della vergogna”, realizzato illegalmente dagli israeliani ad Hebron, nei territori palestinesi della Cisgiordania (West Bank) occupati dai coloni. Un muro che divide le famiglie dai loro parenti e dai loro campi. «C’è una giustizia ‘naturale’ – ha commentato la giornalista Paola Caridi, esperta di Terra Santa –. Quelle lastre prefabbricate di cemento armato sono ferite sulla Palestina. Coltelli di cemento inseriti nella terra da Israele, potenza occupante. A Gaza, invece, le stesse alluvioni travolgono l’umanità dolente sotto tende di fortuna, i palestinesi già piagati da due anni di genocidio, da decenni di occupazione. A Gaza possiamo fermare il genocidio. Un genocidio che continua anche oggi, ogni giorno».

Un’anziana davanti alla tenda allagata nella perifera Est di Gaza. Ansa, EPA/MOHAMMED SABER

La cosiddetta tregua, purtroppo, non ha portato la pace. Continuano infatti i bombardamenti e le uccisioni a Gaza, mentre in Cisgiordania si sono intensificati i furti di terre e la demolizione delle case, le percosse e le minacce perpetrate verso i palestinesi dai coloni israeliani, anche giovanissimi, spalleggiati dal loro esercito. Si susseguono anche le provocazioni nei confronti dei musulmani. Dopo l’invasione ripetuta della spianata delle mosche da parte di decine di israeliani guidati dal ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir – in violazione di accordi in vigore da oltre 50 anni –, l’altra settimana il parlamentare di estrema destra del partito Sionismo religioso, Zvi Sukkot, è entrato con le scarpe (pur sapendo che è obbligatorio toglierle) nella moschea dell’Isaac Hall, nella Grotta dei Patriarchi di Hebron, affermando: «Siamo qui a Isaac Hall, che per la maggior parte dell’anno è in mani musulmane. Questa situazione è inaccettabile. Trent’anni fa, lo Stato di Israele decise di punire gli ebrei e consegnare la maggior parte dell’area della Grotta dei Patriarchi ai musulmani. La Grotta dei Patriarchi è di nostra proprietà. È giunto il momento di risolvere la storica ingiustizia».

Il parlamentare dell’estrema destra israeliana Sukkot nella Isaac Hall, nella Grotta dei patriarchi, con le scarpe, fotogramma preso dal video della sua visita

Continua inoltre l’iter parlamentare della legge che prevede la pena di morte per i soli palestinesi riconosciuti colpevoli di aver ucciso un israeliano “intenzionalmente o per negligenza grave”, per “razzismo o ostilità”, con l’obiettivo di “danneggiare lo stato di Israele o la rinascita del popolo ebraico nella sua terra”. La stessa legge non si applicherebbe all’inverso, cioè per gli israeliani che dovessero uccidere, per gli stessi motivi, i palestinesi. Inoltre, non è previsto appello contro la sentenza. Nell’esecuzione dei palestinesi ritenuti colpevoli, dovrebbero essere coinvolti i medici, ma Alberto Olchovsky, rappresentante dell’Associazione Medica Israeliana (IMA) ha dichiarato che non si faranno “coinvolgere nelle esecuzioni capitali”, in quanto “è eticamente inaccettabile in qualsiasi fase, inclusa la preparazione e la consulenza. Le nostre conoscenze non devono essere utilizzate per scopi che non promuovano la salute e il benessere”.

Intanto, cominciano ad essere accertate alcune responsabilità israeliane rispetto all’attentato del 7 ottobre 2023. All’indomani dell’attentato, il quotidiano israeliano progressista Haaretz aveva scritto: «Il disastro che si è abbattuto su Israele è chiaramente responsabilità di una persona: Benjamin Netanyahu». Il primo ministro, secondo il giornale, non era «riuscito completamente a identificare i pericoli in cui stava consapevolmente guidando Israele quando ha istituito un governo di annessione e espropriazione, quando ha nominato Bezal Smotrich e Itamar Ben-Gvir in posizioni chiave, mentre abbracciava una politica estera che ignorava apertamente l’esistenza e i diritti dei palestinesi».

La popolazione israeliana chiede da tempo una commissione di inchiesta, mentre Netanyahu preferisce pensare ad una indagine del governo. Nel frattempo, il capo di stato maggiore Eyal Zamir – da tempo in contrasto con il ministro della Difesa Israel Katz  – ha emesso sanzioni nei confronti di tre generali, che avevano però già lasciato il proprio incarico: Aharon Haliva, che era capo dell’intelligence, Oded Basyuk, responsabile delle operazioni, Yaron Finkelman, che guidava il distretto militare meridionale.

Un militare israeliano durante un’esercitazione. ANSA/ESERCITO ISRAELIANO

In molti si chiedono come sia stato possibile quel massacro, visto l’alto livello dei servizi di spionaggio israeliani. Lo scorso mese di giugno, dei giornalisti di Fanpage sono riusciti ad infiltrarsi all’ISS World Europe di Praga, dove sono state presentate le ultime novità nel campo dell’intelligence. Un operatore dell’azienda israeliana Corsight AI, che si occupa di riconoscimento facciale con l’uso dell’intelligenza artificiale, ha spiegato che lo Shin Bet, il servizio di spionaggio interno di Israele, usa ormai da 15 anni le nuove tecnologie che consentono di riconoscere un viso anche parzialmente coperto dall’hijab, sottolineando che sono in grado di identificare persone di Hamas dai civili. Eppure… Un’altra azienda israeliana, la Picsix, è invece specializzata nel controllo degli smartphone: il loro software permette in pratica di prenderne il controllo, conoscendone la posizione, leggendone i dati…

Alla luce anche di queste informazioni, restano tanti interrogativi sull’attentato del 7 ottobre 2023:

  • I servizi di intelligence israeliani sono tra i migliori al mondo (lo Shin Bet per il controllo interno, l’Aman per le informazioni militari, e il Mossad per la sicurezza estera). Com’è possibile che non sapessero niente? Perché avevano ignorato un rapporto che segnalava un possibile attentato di Hamas?
  • L’Egitto aveva avvisato Israele di strani movimenti degli uomini di Hamas. Perché non era stato fatto un adeguato controllo?
  • Com’è possibile che i soccorsi siano arrivati sul luogo dell’attentato solo dopo 7 ore dalle prime richieste di aiuto? In alcune zone sono arrivati, secondo le ricostruzioni del New York Times, anche 20 ore dopo. Perché?
  • I miliziani di Hamas come hanno potuto attaccare contemporaneamente via terra (visti i tanti posti di blocco), via mare (considerando il blocco navale israeliano) e via aria (visto lo scudo Iron Dome, la Cupola di ferro che protegge Israele)?
  • Il quotidiano israeliano Haaretz aveva riferito che in diversi casi l’intervento dell’esercito israeliano aveva provocato la morte degli israeliani. Per esempio, un elicottero aveva aperto il fuoco sui guerriglieri di Hamas, colpendo anche i civili, mentre nel tentativo di liberare un kibbutz, i militari israeliani avevano ucciso 13 delle 14 persone all’interno, coloni compresi. Perché i soldati israeliani avevano sparato in presenza di civili?

Il primo ministro israeliani Benjamin Netanyahu (seduto al centro) con il ministro delel Finanze Bezalel Smotrich (in piedi a sinistra) durante un dibattito in Parlamento per l’approvazione delle nuove azioni di colonizzazione della Cisgiordania. EPA/ABIR SULTAN

Sono alcuni degli interrogativi che la popolazione israeliana e molti, nel mondo, si pongono. Il governo di Benjamin Netanyahu dovrebbe fare finalmente chiarezza.

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