Fuori dal cilindro i nuovi ministri

Governo più snello, più giovane, con equilibrata rappresentanza di genere. Le appartenenze: 8 del Pd, 3 del Ncd, 1 a testa per Sc e Udc. Solo 3 i tecnici (in ministeri-chiave). Tutti alfaniani i ministri del governo Letta riconfermati nei dicasteri (all’appello manca solo Quagliarello) e alcuni ex-ministri Pd cambiano destinazione. Sorpresa (con polemiche) alla Giustizia
i nuovi ministri

Lungo incontro Renzi-Napolitano. Erano le 19.30 di ieri quando Renzi, dopo due ore e mezzo di colloquio con il presidente della Repubblica, ha annunciato la lista dei ministri del nuovo governo che chiederà la fiducia alle Camere. Oggi alle 11.30 il giuramento. Poi si passerà al vaglio del Parlamento.

Solo tre le conferme nei dicasteri. Al Viminale resta Angelino Alfano; alla guida del ministero della Salute è confermata Beatrice Lorenzin; e Maurizio Lupi, già ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo Letta, è stato riconfermato nell’incarico da Matteo Renzi. Tutti del Nuovo Centrodestra.

Ulteriori permanenze nell’esecutivo (tutte targate Pd) si registrano, ma con cambio di destinazione e, in qualche caso, con promozione.

Dario Franceschini passa alla Cultura (nel governo Letta era ministro per i Rapporti con il Parlamento). 

Andrea Orlando passa alla Giustizia (nel governo Letta era ministro dell’Ambiente).

Roberta Pinotti, senatrice Pd, che nel governo Letta era sottosegretario in quel Dicastero, è la prima donna dell’Italia repubblicana che diventa ministro della Difesa.

Maurizio Martina, sottosegretario all’Agricoltura nell’esecutivo Letta, è il nuovo ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali del governo Renzi.

Gian Luca Galletti è il nuovo ministro dell’Ambiente (era sottosegretario al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca nel Governo Letta).

Graziano Delrio, il renziano che era ministro per gli Affari regionali nel governo Letta, diventa sottosegretario alla presidenza del Consiglio (incarico che gli consente di continuare a far parte del Consiglio dei ministri).  

Le new entry. Il ministero degli Esteri è attribuito a Federica Mogherini, la più giovane responsabile della Farnesina nella storia della Repubblica (40 anni). Prima di lei solo due donne alla guida di questo Dicastero: Susanna Agnelli e l’uscente Emma Bonino.

Stefania Giannini, senatrice e segretario di Scelta Civica, è il nuovo ministro dell’Istruzione nel governo Renzi.

Maria Elena Boschi, renziana, è la nuova ministra per le Riforme e per i Rapporti con il Parlamento. E’ la più giovane dell’esecutivo: 33 anni appena compiuti.

Altra giovanissima renziana (34 anni) è Marianna Madia, nominata ministro per la Pubblica amministrazione e semplificazione.

E infine Maria Carmela Lanzetta, civatiana del Pd, già sindaco di Monasterace (la cittadina calabrese simbolo della lotta alla ‘ndrangheta), diventa ministro per gli Affari regionali.

I tre tecnici.  Pier Carlo Padoan è il nuovo ministro dell’Economia. Economista, neo-presidente dell’Istat, è stato vicesegretario generale e capo economista dell’Ocse e anche consulente presso la Banca Mondiale, la Bce e la Commissione europea.

Federica Guidi, è il nuovo ministro dello Sviluppo economico. Imprenditrice (Ducati Meccanica, azienda di famiglia, e presidente nazionale dei Giovani di Confindustria).

Giuliano Poletti, presidente di Alleanza delle cooperative (il coordinamento unitario nazionale costituito da Agci, Confcooperative e Legacoop), è il nuovo ministro del Lavoro.

 

La querelle Giustizia. Pare che il “braccio di ferro” Renzi-Napolitano, smentito dal Colle, riguardasse in particolare il dicastero della Giustizia, per il quale era in pectore un magistrato, Nicola Gratteri (procuratore aggiunto presso il Tribunale di Reggio Calabria, in prima linea contro la ‘ndrangheta, sotto scorta dal 1989).

E’ arrivato in sua vece Andrea Orlando. «Finalmente un politico (per dovere di cronaca un dirigente di partito) – afferma con soddisfazione l’Unione delle camere penali – dopo due anni e mezzo di tecnici, in grado di interpretare alla lettera lo spirito garantista della Costituzione, di affrontare con coraggio gli enormi problemi della giustizia, e di contenere le invasioni di campo in quei settori dello Stato che tradizionalmente pretendono di condizionare la politica proprio in tema di giustizia».  

Punti di vista. Rispettabili. Opinabili.

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