#FuerzaChapecoense: la forza di ricominciare

Parlano i sopravvissuti alla tragedia che ha distrutto la squadra di calcio brasiliana. Le prime mosse per riorganizzare il team sportivo. C’è anche chi si è offerto di giocare a titolo gratuito
Chapecoense soccer fans gather for a tribute the the victims of an airplane crash outside Maracana stadium, in Rio de Janeiro, Brazil, Wednesday, Dec. 7, 2016. A plane was carrying the Brazilian soccer team "Chapecoense" to the opening match in the Copa Sudamericana tournament's finals when it crashed outside Medellin, Colombia on Nov. 28, killing most of the passengers. (AP Photo/Silvia Izquierdo)

«Nessuno ci aveva avvisato di nulla. Quando all’improvviso la paura è giunta: luci e motori spenti, senza preavviso. E noi che volevamo sapere cosa stava succedendo». Ma cosa stava accadendo lo avrebbero saputo solo diversi giorni dopo, tra lo stupore, il dolore e quel senso di impotenza che potrebbe lacerare qualunque animo.

 

Rafael Henzel, il collega giornalista corrispondente di Radio Oeste Capital presente sull’aereo della squadra di calcio brasiliana Chapecoense, è uno dei sei superstiti del disastro aereo dell’inferno di Medellín in cui hanno perso la vita 71 persone. Tutto il club, con stampa al seguito, si era imbarcato per andare a giocare una storica finale di Coppa Sudamericana contro l’Atletico Nacional che, disgraziatamente, non si giocherà mai.

 

Dei 21 giornalisti che viaggiavano verso Medellin, Henzel è l’unico sopravvissuto, nonostante numerose fratture: «Non ricordo il momento dell’impatto. In testa ho solo il silenzio perché nessuno diffuse il panico. Non ci sono state urla durante la caduta, in molti non si sono nemmeno accorti di cosa stava succedendo» – può testimoniare. Il quotidiano locale Globoesporte è stato tra i primi a intercettare la vicenda del giornalista, che spiega come «mancassero sempre 10 minuti: gli assistenti di volo rispondevano sempre così, ogni volta che domandavamo circa l’arrivo. E di stare tranquilli. Poi, col passare di quei maledetti minuti, abbiamo iniziato ad avere paura…».

 

Eppure «qualcuno mi ha concesso una seconda chance. Ci sono ancora, come non lo so» può affermare Henzel, e non è l’unico a parlare di miracolo. Anche l’altro difensore 27enne sopravvissuto per avere casualmente cambiato posto, Alan Ruschel, parla della «volontà di Dio di tenerlo in vita, in un miscuglio di sentimenti tra la gioia per esserci ancora e il dolore per i tanti amici persi». Ma nonostante i danni alla schiena, questo ragazzo ha già fissato il suo obiettivo: tornare in campo entro sei mesi. Promessa fatta in un’emozionante conferenza stampa: uno è già passato, tre per la calcificazione della colonna vertebrale, due per rafforzare la muscolatura.

 

Per ricominciare, la Chapecoense ha scelto di ripartire da mister Vagner Mancini: ex allenatore di Cruzeiro e Botafogo, è l’uomo scelto per far rinascere la squadra di Chapeco. Chiamato a sostituire l’allenatore Caio Junior, deceduto nel disastro aereo, nella sua carriera il nuovo allenatore della Chape è noto per alcuni veri e propri miracoli sportivi: su tutte le salvezze insperate con Cruzeiro e Atletico Paranaense, vicine alla retrocessione prima del suo arrivo.

 

Affiancato dall’ex direttore sportivo del Gremio, Rui Costa, dal direttore tecnico João Carlos Maringá, e dal preparatore atletico Marcos Chezar che ha deciso di tornare, proverà a coinvolgere anche grandissimi nomi del calcio sudamericano: c’è chi si è offerto di giocare a titolo gratuito, come l’islandese Gudjohnsen, ex Chelsea e Barcellona, ma certo il sogno è che possa tornare in squadra anche Neto, il difensore ancora ignaro della dinamica che lo ha coinvolto. Possibile il coinvolgimento nel nuovo progetto di Ronaldinho e Riquelme.

 

Da valutare il ruolo dell’altro sopravvissuto, Jackson Follmann, secondo portiere al quale è stata amputata parte della gamba destra. Nove giocatori rimasti a casa, salvi perché infortunati, saranno già arruolabili insieme alle migliori promesse del vivaio che verranno promosse in prima squadra. Per sognare ancora, di nuovo, nonostante tutto: #FuerzaChapecoense.

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