Il frigo solidale di Bari

Grazie alla collaborazione tra il Comune e l’associazione Kenda Onlus, sette frigoriferi saranno aperti in diversi quartieri della città, con l’obiettivo di aiutare le persone bisognose, promuovere il foodsharing e ridurre lo spreco alimentare
frigo solidale

Avevamo già parlato dei frigoriferi solidali, un’idea nata in Spagna e poi diffusa in altri paesi, per combattere lo spreco alimentare e aiutare chi vive in povertà. Oggi, questo progetto prende piede anche in Italia, più precisamente a Bari, dove l’associazione Kenda Onlus in collaborazione con il Comune di Bari, ha deciso di installare 7 frigoriferi solidali in diversi quartieri della città. Ad ospitare le dispense saranno 7 spazi chiusi ma aperti al pubblico: Impact Hub (presso la Fiera del Levante), Palazzo Ateneo – II ° piano, Zona Franka (in via Dalmazia), Centro aperto per le famiglie “Orizzonti” di San Pio (in via della Felicità), parrocchia San Sabino a Japigia (in via Caduti del 28 luglio 1943, 5), Casa delle Culture al San Paolo (in via Barisano da Trani, 15) e scuola Open Source a Bari vecchia (in strada Lamberti, 16).

Qui, le persone con maggiori difficoltà, potranno entrare e rifornirsi, trovando nelle dispense cibi di qualità e sempre freschi. Mentre i cittadini potranno lasciare il cibo in eccesso, seguendo regole ben precise per la corretta conservazione dei prodotti. A prendersi cura dei frigoriferi saranno invece i volontari, tra studenti, associazioni e migranti il cui compito sarà tenere pulite le dispense e controllare che il cibo sia sempre di qualità. Il progetto nasce con l’obiettivo di aiutare le persone in difficoltà e che non possono permettersi neanche un pasto, ma cerca anche di sensibilizzare la comunità intorno al tema dello spreco alimentare e del foodsharing.

Proprio per questo infatti, in base alla collocazione di ogni frigorifero, saranno organizzate delle iniziative finalizzate al contrasto dello spreco alimentare e alla cultura della condivisione. Tra le proposte troviamo seminari e laboratori di integrazione culturale e salvaguardia dell’ambiente, fino al coinvolgimento degli esercizi commerciali di quartiere. «Il 43% dello spreco in Italia proviene dalle attività domestiche – ha commentato Antonio Scotti di Farina 080, una delle Onlus coinvolte nel progetto – il che significa che abbiamo ancora molto da imparare. Per questo l’iniziativa odierna rappresenta un’opportunità per educarci a redistribuire gli alimenti che altrimenti andrebbero gettati via. E con il “Frigo solidale” è possibile costruire una comunità che produca sia momenti di scambio autentici sia momenti di integrazione».

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons