Fratel Biagio, una stella nel firmamento

Palermo ha, ora, una grande stella che brilla nel Cielo, che darà manforte al Signore. Il suo primo miracolo? Essere profeta del nostro tempo: quante volte ci ha fatto mettere in discussione?
Fratel Biagio Conte. Foto di Daina Le Lardic © European Union 2019 - Source : EP

Ha illuminato, a lungo, la Terra, coi suoi occhi e la sua anima. Ora, ci illumina dal Cielo: il nostro amato fratel Biagio, fondatore della Missione di Speranza e Carità per i “fratelli ultimi”, i poveri, di Palermo, si è spento ieri, 12 gennaio, alle 6.50 del mattino, alla presenza di volontari storici, nella sede di via Decollati, dove risiedeva.

Già il giorno prima, le pupille dei suoi occhi erano bianche, tutte all’insù, come in un amoroso colloquio col Signore. Richiamato, ha aperto un attimo gli occhi. Ma tosto l’ha richiusi, nel frattempo che decine e decine di scolaresche (250 studenti del Liceo Don Bosco Ranchibile) si intervallavano per dargli un saluto, per sbirciare quel santo di cui i professori, la tv, i giornali avevano loro parlato. Uno dei ragazzi ha confidato a don Pino Vitrano, il sacerdote della Missione: «Non so perché son venuto qua; sento che mi spinge qualcosa dall’Alto».

Tale sensazione ha, di certo, accomunato tutti i visitatori, i volontari, i politici, i diaconi, le famiglie, che sono state in visita da Biagio, in questi giorni. Era ormai palese che si stesse lentamente, dolcemente, spegnendo. Come per la “stella cometa” che ha fatto indirizzare i Re Magi, non potevamo starcene sereni a casa. E lui resisteva – si intuiva – affinché le persone potessero riunirsi, attorno a lui, come una grande, immensa, famiglia; perché tutti potessero anche metabolizzare che, a breve, sarebbe mancato, per sempre. Perché potesse, senza più parole, anche lui salutarci tutti.

È stata così, dunque, una grazia l’essermi recata anch’io in Missione, il giorno prima della sua dipartita; l’essere entrata nella sua umile stanzetta, per ben due volte, e l’essermi seduta difronte il suo capezzale. Ne avevo bisogno, ma non speravo di riuscire. In quegli interminabili minuti, accanto a lui, Francesco Russo, il medico, volontario ed instancabile, della Missione e fedelissimo amico di Biagio fin dagli inizi, ci ha invitato a pregare l’Angelo di Dio.

Biagio pareva esser, già, al di là della siepe, negli infiniti, interminabili, spazi del Cielo. Il suo cuore però batteva, ancora. Le leggere coperte che lo coprivano, si alzavano e abbassavano, al ritmo del respiro. Il suo respiro si faceva, cioè, dono. Dono ancor presente per accogliere gli ultimi arrivati, che si mettevano, certamente, a chiedere il miracolo della guarigione, pur consapevoli che il miracolo era però già avvenuto.

La salma di fratel Biagio Conte e i fedeli radunati intorno ad essa nella chiesa di via Decollati, a Palermo. Foto: Patrizia Carollo

Alla santa messa di mercoledì 11, accanto al suo giaciglio, fra i diaconi presenti, Piero Grasso ha, infatti, spiegato: «Il miracolo, fratel Biagio, l’ha già fatto: essere profeta del nostro tempo. Quante volte ci ha fatto mettere in discussione?». E quante volte, ha salvato corpi ed anime? Dando una casa, dei vestiti, di che mangiare, e la fede a fratelli scartati, dimenticati dalla società, senza più dignità? Quante volte ha ristorato, sollevato, dato speranza a viandanti sconosciuti, incontrati nei suoi viaggi a piedi per l’Europa? Quante volte ha digiunato per le guerre, le ingiustizie, le famiglie in crisi?

Fratel Biagio e l’ex presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Foto di Daina Le Lardic © European Union 2019 – Source : EP

Potremmo raccogliere migliaia di testimonianze sul nostro missionario. Ciò che le contraddistingue, come nei Vangeli di Matteo, Marco, Luca, Giovanni che parlavano di Cristo in modo univoco e spesso sinottico, ossia similare, è l’estrema somiglianza. Uomini e donne, anche sconosciuti, di diverse parti del mondo, dicono quasi le stesse parole. Ogni testimonianza pare scritta da un unico autore. Quell’unico autore, che stava “in mezzo” a tutti e fratel Biagio: l’Amore ricevuto. Come Cristo è morto per noi, amandoci fino alla fine, Biagio è morto per noi, amandoci fino alla fine.

La sua salma sarà visitabile, dalle ore 9 alle ore 19 nella Chiesa di Via Decollati 29, a Palermo. Lunedì sul tardi pomeriggio sarà portata, con un corteo, alla Chiesa madre, la Cattedrale, dove martedì 17 alle ore 10.30 l’arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, presiederà ai funerali, alla presenza, si crede, di circa diecimila fedeli.

Per coloro che, impossibilitati a raggiungere la Chiesa Cattedrale, volessero partecipare ai funerali di Biagio, l’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali-Ufficio Stampa, con il supporto dell’Ufficio diocesano per i Servizi informatici, realizzerà una diretta streaming sui canali dell’Arcidiocesi (YouTube, sito www.chiesadipalermo.it, pagina Fb Arcidiocesi di Palermo) con inizio alle ore 10.15 di martedì 17. La diretta sarà trasmessa anche sulle frequenze di Radio Spazio Noi-InBlu2000, emittente radiofonica dell’Arcidiocesi (88.0 e 106.3).

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