Francesco e il coraggio di sposarsi

Il papa ha nuovamente parlato del matrimonio e della difficoltà di pensare ad un cammino insieme "per sempre", indicando due possibili aiuti per fidanzati e neosposi
Una famiglia

«Come ho detto varie volte, occorre grande coraggio a sposarsi nel tempo in cui viviamo». Lo ha detto il papa, e non il mio amico ex scapolo impenitente, a cui gli amici hanno regalato un bel paio di pantofole il giorno del matrimonio quasi a dirgli: “Rassegnati, il bello è già finito”. E Francesco lo ha ripetuto in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del tribunale della Rota romana. Non è la prima volta che il papa parla del matrimonio come scelta coraggiosa e difficile. Tanto coraggiosa e difficile da dover essere molto ben ponderata dai futuri sposi, pena la nullità del vincolo matrimoniale. In una società fatta di rapporti che spesso si allacciano in pochi giorni e si sciolgono nel giro di qualche mese anno, occorre ben riflettere sul quel “per sempre” che terrorizza quando ci si avvicina al “grande passo”.

Per aiutare i fidanzati nel loro cammino di coppia, Francesco parte dal rapporto tra amore e verità: se l’amore è fondato sulla verità, può durare nel tempo. Come scriveva nella sua prima enciclica, Lumen fidei, «L’amore vero invece unifica tutti gli elementi della nostra persona e diventa una luce nuova verso una vita grande e piena. Senza verità l’amore non può offrire un vincolo solido, non riesce a portare l’“io” al di là del suo isolamento, né a liberarlo dall’istante fugace per edificare la vita e portare frutto». Non possiamo nasconderci, aggiunge Francesco, «che una mentalità diffusa tende ad oscurare l’accesso alle verità eterne». E questa mentalità coinvolge, spesso, gli stessi cristiani. «Tale contesto carente di valori religiosi e di fede – aggiunge il papa -, non può che condizionare anche il consenso matrimoniale».

Fidanzati
Fidanzati

Quali allora i consigli del pontefice? Il primo “rimedio” Francesco lo indica nella formazione dei giovani, «mediante un adeguato cammino di preparazione volto a riscoprire il matrimonio e la famiglia secondo il disegno di Dio. Si tratta di aiutare i futuri sposi a cogliere e gustare la grazia, la bellezza e la gioia del vero amore, salvato e redento da Gesù». Ma visto che parliamo di matrimonio cattolico, la coppia non deve considerarsi isolata, ma inserita nella comunità.

Il secondo rimedio indicato dal papa è, quindi, «quello di aiutare i novelli sposi a proseguire il cammino nella fede e nella Chiesa anche dopo la celebrazione del matrimonio. È necessario individuare, con coraggio e creatività, un progetto di formazione per i giovani sposi, con iniziative volte ad una crescente consapevolezza del sacramento ricevuto. Si tratta di incoraggiarli a considerare i vari aspetti della loro quotidiana vita coppia, che è segno e strumento dell’amore di Dio, incarnato nella storia degli uomini».

L’amato di ieri può trasformarsi facilmente nell’estraneo di oggi e nel nemico di domani, se non si riescono a conciliare i caratteri, se si sottolineano solo le differenze e si rinfocolano le animosità, se lo scontro diventa l’unica modalità di dialogo. «Ogni famiglia – commenta un’amica – ha i suoi problemi», ma quanti drammi familiari si sarebbero potuti evitare se gli sposi avessero avuto vicino persone sagge, ma discrete, capaci di non intromettersi, ma nonostante ciò di ascoltare, consigliare, rasserenare, sdrammatizzare? Ce ne sono, di queste persone, eccome se ce ne sono. E possono anche essere capaci di far credere che è dopo le nozze che “il bello deve ancora venire”.

 

Leggi il testo completo del discorso del papa su Vatican.va.

 

 

 

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