Flavia Pennetta lascia il tennis

Lo aveva annunciato dopo gli Us open e ieri ha appeso la racchetta al chiodo, da sconfitta sul campo ma non nella carriera e nella vita, come ha confidato ai cronisti: «Ho avuto molti infortuni e ho dovuto ricominciare da zero diverse volte e questa è una cosa molto importante»
pennetta

«La cosa che mi rende più orgogliosa? Essere riuscita ad essere forte, sempre. Ho avuto molti infortuni e ho dovuto ricominciare da zero diverse volte. Io penso che questa sia una cosa molto importante. Riuscire a ripartire ogni volta e ritrovare sempre la giusta forza mentale». Con queste parole Flavia Pennetta si congeda dal grande tennis giocato, letteralmente scappando via. L’ultima pagina della sua carriera, Flavia la scrive chiudendo da sconfitta; non è riuscita a battere Maria Sharapova  e ad accedere alle semifinali delle Wta Finals di Singapore. La nostra 33enne brindisina ha ceduto 7-5 e 6-1, mancando la soddisfazione di diventare la prima azzurra della storia nel penultimo atto del Masters femminile.

La partita resta comunque storica. Che fosse il suo ultimo incontro in carriera, Flavia lo aveva annunciato proprio durante la premiazione della sua vittoria più bella e prestigiosa, il trionfo agli Us Open di Flushing Meadows. Così, dopo aver abbracciato Sharapova, niente cerimonie o mazzi di fiori, bensì un veloce saluto al pubblico prima di guadagnare gli spogliatoi. «Non sono brava in queste cose. Non volevo nessuna scena lacrimevole, non mi piacciono i drammi. Preferisco lasciar passare un po’ di tempo prima di salutare tutti come si deve. Magari a Roma. Ma in quel momento sapevo che se fossi rimasta in campo avrei pianto. E non volevo», dirà ai cronisti.

Nata il 25 febbraio del 1982, Flavia Pennetta è stata indirizzata al tennis dalla famiglia: papà Oronzo, mamma Concita e la sorella maggiore Giorgia giocano tutti a livello dilettantistico, ma lo stesso papà è stato anche presidente del CT Brindisi, dove Flavia ha iniziato a giocare a 5 anni. La vocazione non si è fatta attendere: nel 1996 si aggiudicava il campionato italiano U14 di doppio, mentre l’anno successivo vinceva il Campionato italiano U16 con una doppietta, singolare-doppio. E’ entrata negli almanacchi come prima tennista italiana nella Top 10 della classifica mondiale WTA Tour, nel 2009, dopo aver vinto consecutivamente il torneo di Palermo, il WTA Premier di Los Angeles ed essersi guadagnata la semifinale del torneo di Cincinnati.

Proprio il 2009, con ben 15 vittorie consecutive, un record per una tennista italiana, può essere considerato l’anno d’oro dove il curriculum sportivo vanta 11 tornei WTA in singolare e 17 in doppio. Il best ranking in singolare personale ottenuto è stato il numero 6, ma è stata anche la numero uno al mondo, vincendo per quattro volte la Federation Cup: nel 2006, 2009, 2010 e 2013. Celebre il suo problema al polso nel 2012, che la costrinse a fermarsi senza tuttavia impedirle una vorace risalita che le valse il raggiungimento dei quarti di finale degli Australian Open e soprattutto la vittoria del prestigioso torneo di Indian Wells. Ovviamente, il trionfo più importante resta quello di Flushing Meadows, per gli Us Open 2015: il 12 settembre scorso ha battuto l’amica e connazionale Roberta Vinci per 7-6 e 6-2 in uno storico derby italiano (la Vinci aveva eliminato la numero uno del ranking Serena Williams in semifinale), vincendo così il suo primo torneo del Grande Slam in carriera e divenendo così la seconda tennista italiana (dopo l’altra amica, Francesca Schiavone) a trionfare in un torneo dello Slam, nonché la più anziana in assoluto nella storia del tennis mondiale a vincere, all'età di 33 anni.

Quel “Pennetta contro Vinci”, ovvero una Puglia sul tetto del mondo del tennis, verrà ricordato quale il confronto tra due amiche rivali, insieme nella vita agonistica e non solo, sin dai primi passi: divise alla nascita da un solo anno, separate da pochi chilometri tra Brindisi e Taranto, avviate prestissimo ed esplose insieme nell'estate del '97 con la vittoria nel doppio dell'Avvenire. Sedute al tavolo insieme, prima della finale, come nulla fosse, quindi a cena insieme dopo, come tante altre volte. Il tennis le ricorderà così, dalla periferia al centro del mondo sportivo.

 

Il celebre rovescio a due mani di Flavia, protagonista di traiettorie molto angolate per profondità e velocità, chiude così i battenti. «Credo mi mancheranno le altre giocatrici che in un certo senso in questi anni sono state la mia famiglia. Ci conosciamo tutte da così tanto tempo e non importa se con qualcuna parli o sei più amica rispetto a qualcun’altra: ogni settimana incroci le stesse facce, le stesse persone. Certo alcune le rivedrò, ma non sarà la stessa cosa. Mi mancherà anche la competizione. D'altro canto sono davvero felice di cominciare un’altra parte della mia vita».

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