Fiumicino, pescatori a caccia di plastica

Da pescatori ad operatori ecologici per tutelare il mare, avviare al riciclo i rifiuti raccolti e muovere un’economia circolare per rendere più produttivo un territorio  
Pescatori, foto Pixabay

Il mare è il bene più prezioso che abbiamo perché l’Italia, essendo una penisola, ne è circondata per ¾ dei suoi confini. Come fare quindi per tutelare e monitorare il mare? Una bella iniziativa arriva dai pescatori del comune di Fiumicino, vicino Roma, fortemente voluta dalla Regione Lazio.

In mare ogni giorno arrivano rifiuti di ogni genere a causa della cattiva gestione e del comportamento scorretto dell’uomo.

I pescatori di Fiumicino, attraverso la loro attività di pesca, soprattutto a strascico, recuperano spesso qualsiasi tipo di rifiuto. La plastica raccolta in mare dalle loro imbarcazioni, sarà trasformata dal Consorzio Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo ed il Recupero degli Imballaggi in Plastica) in giochi per le aree verdi pubbliche.

In questo modo, non solo si tutela il mare, ma si cerca di dare nuova vita a questi materiali avviando così l’economia circolare.

«Fino ad oggi sono già state recuperate 20 tonnellate di rifiuti – afferma Nicola Zingaretti Presidente della Regione Lazio -, ma vogliamo fare sempre di più per il bene del mare e di chi lo vive. La sostenibilità ambientale e la tutela del nostro ecosistema, sono una priorità per la quale ci batteremo con forza. In questi mesi, proprio per questo, siamo intervenuti con le barriere acchiappa rifiuti sul Tevere e sull’Aniene con ottimi risultati: 6 tonnellate di materiale recuperato tra cui 10 frigoriferi, 7 bombole gpl, uno scaldabagno, un tavolo da ping-pong, due caschi e vari pneumatici».

Nel 2019 ci fu la prima operazione sperimentale di raccolta dei rifiuti plastici – dal nome Fishing for litter, ovvero pesca di rifiuti – che ha visto protagonisti 12 pescherecci di Fiumicino nella loro attività quotidiana di pesca a strascico.

Le zone di pesca dove i pescherecci hanno recuperato le plastiche andavano da Capo Linaro a Capo D’Anzio, per una distanza pari a 64 miglia marine. La prima tonnellata di rifiuti raccolta in sole 3 settimane dalle reti dei pescatori, ad una distanza compresa tra 3 e 14 miglia dalla costa e dai 16 ai 120 metri di fondale, comprendeva: 22% tubi di gomma, 17% film in plastica, 16% reti da pesca e da cantiere, 15% bottiglie in plastica, 14% stracci e corde in canapa, 15% altro: acciaio, materiale organico, tetrapak, alluminio. Una volta separato tutto il materiale raccolto, i rifiuti in plastica furono ulteriormente selezionati per poi essere avviati al riciclo e darne nuova vita.

I pescherecci di Fiumicino tornano in azione in qualità di operatori ecologici del nostro mare. Un progetto avviato dalla Regione Lazio, dal Consorzio Corepla e dal Comune di Fiumicino.

«I pescatori non si sottraggono mai alla difesa del mare – scrive sulla sua pagina Facebook Erica Antonelli, Assessora all’agricoltura, commercio e mercati, attività Produttive, caccia e pesca del comune di Fiumicino -. Sono loro i primi interessati alla tutela delle acque perché un habitat sano è un ambiente più produttivo».

Corepla si occuperà del trasferimento della plastica che finirà nelle reti dei pescherecci in un apposito container nel porto. Il materiale raccolto quindi verrà avviato a riciclo e il Consorzio farà in modo che parte della plastica venga riciclata in arredi urbani per lo stesso Comune di Fiumicino.

Basta un gesto per fare la differenza attraverso un efficiente sistema di raccolta differenziata e circuiti virtuosi di riciclo per attuare l’economia circolare di un territorio.

 

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