Firenze, Giovannoni testimone della città armoniosa

L’impegno di un vita di Giovanni Giovannoni, tra i protagonisti a Firenze e in Italia dell’era segnata dall’azione politica e culturale di Giorgio La Pira. Fondamentale il suo lavoro, assieme al fratello Giorgio e a Ugo De Siervo, nel trasmettere la novità del protagonismo delle giovani generazioni uscite dal secondo conflitto mondiale.
Firenze foto Pixabay

Gianni Giovannoni era nato a Firenze il 23 giugno 1931, secondogenito insieme al fratello gemello Giorgio, dopo Grazia del 1926. La loro famiglia (la mamma Leda Morgantini e il babbo Germando) aveva da parte materna orientamento socialista.

Giovannoni ci ha lasciati la sera del 13 settembre, a 92 anni. Quasi proverbiale il suo entusiasmo per la vita, la sua giovialità, punteggiata da tantissime iniziative culturali, politiche ed editoriali, a partire dai giovani, dai problemi della scuola, dal sostegno alle persone più svantaggiate.

Scomparsa nel 1952 la madre, con la quale era forte la sintonia, trovò fiducia e motivazioni profonde aprendosi al confronto e al dialogo. Ecco alcune tappe della sua vita, che lo ha visto anche collaboratore prezioso del professor Giorgio La Pira. Lo ha conosciuto sin da ragazzino, quando con Grazia e Giorgio erano rifugiati  proprio nel convento domenicano di San Marco, dal 4 agosto alla fine del settembre 1944. La loro casa a Varlungo, requisita dal Comando tedesco di zona, era stata poi anche bombardata dagli alleati.

Furono infatti i primi a veder tornare il 2 settembre 1944 nella sua cella numero VI, a San Marco, il professor La Pira, reduce da Roma, dove arrivò il 5 dicembre 1943, prelevato clandestinamente da Villa Mazzei a Fonterutoli (Siena) dall’amico ingegner Giuseppe Pollicina, allora ancora direttore pro tempore della azienda del gas di Firenze.

Gianni ricorderà poi ai figli e ai giovani che incontrava durante il suo lunghissimo impegno politico e sociale, l’orrore delle guerre e l’articolo 11 della nostra Carta costituzionale, che sancisce: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”.

Giovannoni aveva sempre negli occhi scene vissute in quei giorni della Liberazione di Firenze, Avendo anche assistito all’uccisione di una donna incinta proprio in piazza San Marco ad opera di un cecchino della Repubblica di Salò.

Nel dopoguerra, studente alle scuole medie, organizzò nel 1947 un gruppo di giovani attorno ad una rivistina ciclostilata. Il titolo scelto era tutto un programma: David. Nel 1949, diciottenne, si iscrisse alla Democrazia Cristiana, curando la costituzione dei gruppi giovanili della Dc a Firenze. In vista del  XIII Congresso provinciale Dc, in programma a marzo del 1955 – insieme con il fratello Giorgio – girò tutte le sezioni con l’intento di un radicale ribaltone generazionale. Fu una campagna elettorale ben riuscita, non solo per invogliare ad un impegno diretto tutti i giovani iscritti, ma per farli votare numerosissimi nelle assemblee sezionali, come delegati al Congresso.

Sarebbe istruttivo anche oggi riflettere su quel “Manifesto programmatico” della lista “Iniziativa di base” uscito alla vigilia del Congresso Dc con firma di Nicola Pistelli, Gianni Giovannoni, Ugo Zilletti, Edoardo Speranza, Giorgio Giovannoni, Mauro Bandini e Sergio Pezzati.

Tutti i candidati della lista entrarono nel Comitato Provinciale, che peraltro l’anno dopo si spaccò in modo netto, essendo entrati in rotta di collisione Pistelli e Speranza.

Presentatosi alle amministrative di Palazzo Vecchio, nel novembre 1960, con La Pira capolista Dc, Giovannoni è eletto per la prima volta nel consiglio comunale. Proprio nel corso del 1960 crea uno strumento nuovo: Cultura: un’ articolata iniziativa per promuovere incontri, circoli e biblioteche in tante città italiane.

La sede è stata – all’inizio – una stanza in via Tornabuoni presso la redazione di “Politica”, la rivista quindicinale diretta appunto dal 1955 da Nicola Pistelli.

In appena due anni saranno già 500 i circoli che in tutta Italia aderiscono a Cultura, acquistando i libri segnalati. Arriveranno a cinquemila abbonati.

A titolo di esempio tra i libri proposti nella terza combinazione lanciata nel novembre 1961 ci sono autori come Pasternak, Schwarz, Cassola, Sturzo, Chabod, Scoppola, Guardini, De Gasperi.

Dal 1962 inizia anche il servizio per gli abbonamenti a prezzi scontati a riviste italiane e straniere e ad alcuni quotidiani, come La Stampa e Il Giorno.

I circoli aderenti aumentarono via via ed anche le offerte di libri scelti continueranno fino al 1972. Cultura si è intanto trasferita in via San Gallo, dove nel 1964 nasce il mensile Note di cultura, periodico di  impegno politico e culturale, che diverrà per ben 10 anni una preziosa bussola per orientarsi nei problemi internazionali.

Rientrato in Consiglio comunale nel novembre del 1964, con La Pira capolista, Giovannoni vota solo per disciplina di partito, il 10 marzo 1965, il nuovo sindaco socialista Lelio Lagorio. Lo stesso faranno gli altri consiglieri vicini a La Pira: Fioretta Mazzei, Pino Arpioni, Danilo Zolo e Luigi Gori, esponente della sinistra Dc.

La giunta Lagorio del resto   rimase in carica pochi mesi, fino alla mancata approvazione dei bilanci. A novembre tornerà a Palazzo Vecchio il Commissario prefettizio, in vista delle nuove amministrative dell’anno seguente.

Il giorno di San Giovanni Battista, patrono di Firenze, il 24 giugno 1965, Gianni si sposa con “Chicchi”, Maria Bianca Cappugi, primogenita di Renato Cappugi. Avranno i figli Paolo, Marco Pietro, Francesco e Pietro Domenico.

Intenso negli anni 70 l’impegno presso la segreteria nazionale Dc per organizzare i Colloqui della Certosa: incontri seminariali, per inviti, sui temi politici, in collaborazione con la Commissione Cultura presieduta da Giovanni Galloni, promuovendo un franco confronto sindacati – Confindustria; e tra le diverse componenti del mondo cattolico, con Mario Gozzini.

Si deve proprio all’iniziativa concreta dei fratelli Giovannoni, nel maggio del 1976, se il segretario politico Dc Benigno Zaccagnini  richiese  a Giorgio La Pira di candidarsi alle elezioni politiche del 20 giugno, sia alla Camera che al Senato. La Pira ebbe tantissime preferenze e fu eletto in entrambi i rami del Parlamento, optando poi per la Camera dei Deputati.

Il 6 aprile del 1977 Gianni Giovannoni accompagnò il presidente del Consiglio nazionale Dc, Aldo Moro, nella clinica di Villa Cherubini, dove era ricoverato Giorgio La Pira, e fu testimone della prima parte del loro colloquio politico. Moro nel pomeriggio era atteso al Palazzo dei congressi dove pronunciò quel suo famoso e articolato discorso contro il terrorismo e la violenza politica che stavano infiammando il nostro paese.

Il 5 novembre 1978, nel primo anniversario della morte di La Pira, ecco uscire con Cultura editrice, che ha sede in via Gino Capponi 30, il  volume sugli scritti di Giorgio La Pira, Il sentiero di Isaia. Lo stesso giorno Zaccagnini lo presenta nel salone dei Cinquecento.

Giovannoni rientra come consigliere nel 1980 a Palazzo Vecchio dopo aver rinunciato disinteressatamente alla candidatura alla Camera, proposta da Zaccagnini, alle politiche del giugno 1979.

Sono preziosi i tre volumi, editi tra il 1988 e l’ 89, curati insieme al fratello Giorgio e ad Ugo de Siervo su Giorgio La Pira sindaco. Scritti discorsi e lettere (dagli anni 1951 al 1965).

Poco conosciuta, ma meritevole oggi di una attenzione da parte di politici e storici, la nuova serie di un periodico trimestrale creato con il suo apporto, in una veste grafica molto accurata e con fotografie ben scelte. Prende avvio nel 1988 Cultura-itinerari di politica e di cultura.

Si concluderà dopo un decennio, con il numero 33, datato ottobre-dicembre 1997. Interessanti gli articoli scritti espressamente per la rivista da parte esponenti della politica italiana e da parte di Gorbaciov, il suo stretto collaboratore per i problemi europei Vadim Zagladin e l’accademico russo Viktor Gajdak, grande amico con la moglie Tatiana Zonova dell’Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira”.

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